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ORDIGNI BELLICI IN MARE

Di Giovanni Lafirenze

La stagione estiva è già iniziata, tra qualche giorno ascolteremo una sequela di decaloghi comportamentali orientati sia ai futuri turisti, sia per chi resta in città, quest’ultimo caso a difesa dei soggetti più a rischio, vale a dire: “anziani, bambini e tanti altri individui colpiti da patologie croniche o stagionali”. Ma in realtà in attesa delle ferie di luglio/agosto, tante famiglie già trascorrono i propri fine settimana al mare tra sabbia o scogli. In entrambi i casi contenti di rivivere attimi di puro relax in compagnia dei soliti amici o di nuove comitive. Molto presto vedremo pubblicità e servizi televisivi rivolti a difesa della persona, vale a dire: “creme protettive epidermiche, consigli orientati ad una corretta ed adeguata alimentazione, idonee misure per difendersi da proibitive condizioni climatiche”. Ma non ascolteremo mai le regole da seguire nel caso dovessimo rinvenire, credere di riconoscere un residuato bellico o qualcosa del genere in mare. Ovviamente la categoria più esposta ad “incontri ravvicinati” di questo genere è quella dei sub, sia se munita di areatore, ( snorkeling ), sia per i professionisti dell’ara (muniti di brevetto e bombole). Provo a scrivere due righe:

IL SUB

Rinvenire in mare residuati bellici non è semplice per tante ragioni: l’ex Icram per esempio indica la posizione di questi involucri a profondità proibitive per l’uomo; altro motivo per non distinguere il residuato è l’incrostazione patita dal tempo, perciò una bomba a mano potremmo facilmente scambiarla per un piccolo sasso collocato tra gorgonie, alghe o quant’altro. Ma immaginiamo per assurdo una piccola granata, o una semplice bomba a mano posizionata a pochi metri di profondità e riconoscibile in quanto priva di stratificazioni dovute al tempo trascorso in acqua. Bene…il sub vede qualcosa di simile ad una bomba a mano, in tempo reale comprende il pericolo che l’oggetto rappresenta, decide di avvisare la Capitaneria di Porto. La prima regola da seguire è non toccare in alcun modo l’oggetto…!!!!!! Nessuno a parte lo SDAI (in mare) è in grado di valutare caricamento e stabilità del residuato….Seconda regola dettata dal buon senso è segnalare la posizione dell’involucro per mezzo di una cima legata ad un masso vicino, (ma non troppo) alla bomba, l’altra estremità della cima ad una boetta da segnalazione (anche una bottiglia vuota di plastica), che renderà dalla superficie ben visibile il punto esatto del rinvenimento. Fatto ciò il sub, potrà riemergere, tornare a riva e correre a segnalare il tutto sia alla Capitaneria, sia alle Forze dell’Ordine competenti per zona.

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