Abruzzo

Pescara. Il disagio giovanile, seppur presente, sembra essere molto limitato.I ragazzi chiedono modelli positivi alla società e rifiutano l’etichetta di gioventù degradata.

Il disagio giovanile, seppur presente, sembra essere molto limitato.I ragazzi chiedono modelli positivi alla società e rifiutano l’etichetta di gioventù degradata.

 

Un dibattito stimolante, a tratti molto intenso, ha fatto da cornice alla presentazione della pubblicazione sul disagio giovanile “Griffe, Lifting, Sballo: Quo Vadis? Il disagio dei giovani nella società di oggi” realizzata dal Kiwanis Club di Pescara raccogliendo i risultati di un questionario somministrato a quasi 1.200 adolescenti tra i 13 e i 18 anni, studenti del liceo classico “G.d’Annunzio” di Pescara, dell’istituto “Ravasco” Centrale di Pescara, del liceo scientifico “F.Masci” di Chieti, dell’istituto d’arte “N. da Guardiagrele” di Chieti, dell’istituto tecnico commerciale “L.Einaudi” di Ortona e delle scuole medie di Miglianico e Giuliano Teatino.

Molto apprezzata dal Preside del Liceo Scientifico “F. Masci” di Chieti, Prof. Piervincenzo De Lucia, la scelta di «riportare ai ragazzi l’analisi di ciò che i ragazzi hanno realizzato» permettendo l’apertura di un dibattito che ha visto per protagonisti un gruppo di studenti del 4° anno.

La prima parte dell’incontro, dopo i doverosi saluti del Presidente del Kiwanis, Angela Catalano, e dell’Assessore alle Politiche Sociali della Provincia di Chieti, Dott.ssa Gianfranca Mancini, che ha ricordato il grande impegno che la Provincia sta dedicando nel fornire risposte concrete ai ragazzi mettendo loro a disposizione una società che sia la migliore possibile, si è focalizzata sulla presentazione dei dati numerici desunti dai questionari grazie all’attenta disamina del Dott. Modesto Lanci, Responsabile del Servizio di Oftalmologia Pediatrica dell’Ospedale Civile di Pescara.

Dati discretamente incoraggianti dove a destare le maggiori preoccupazioni sono il fumo, l’alcol e la droga: il 31% degli intervistati ha ammesso di non sentirne la necessità, ma di non disdegnare di provare queste cose “se capita l’occasione”: di questi, alla domanda sulle motivazioni, la maggior parte ha risposto “divertimento con gli amici” o “rilassarsi ed estraniarsi un po’ dalla realtà dei problemi”.

Tuttavia il dato positivo che si evince dal questionario, composta da 15 domande e redatto in forma rigorosamente anonima, è il rifiuto delle lusinghe dello sballo: infatti Il 60% degli intervistati ritiene che fumo, alcol o droga siano “uno sciocco modo di affrontare la realtà”, il 40% non vede motivi di vanto nello sballarsi e un 33% afferma di non aver mai “sballato” nella sua vita. Il 62% è anche pronto a far notare ad amici e compagni “sballati” l’errore che sta compiendo.

Per quanto concerne le problematiche legate alla chirurgia estetica e alla moda l’impressione è quella di ragazzi con le idee sufficientemente chiare: se più o meno la stragrande maggioranza afferma di curare il proprio aspetto fisico (e addirittura il 50% afferma di farlo perché ciò lo fa sentire “più sicuro” di sé), solo il 22% ricorrerebbe alla chirurgia estetica per migliorarsi. Anche il make-up pare bandito: il 40% non si trucca affatto, il 26% solo “in occasioni importanti”. Un dato sul quale riflettere è invece il 29% che afferma comunque di “sentirsi inferiore agli altri per l’aspetto fisico”, ma di questi solo la metà se ne fa un problema, l’altra metà afferma di “non poterci far nulla”.

Ugualmente, gli adolescenti ponderano bene il parere degli amici: il 70% è pronto a migliorare se le osservazioni dei compagni sono ritenute pertinenti.

Quanto alla moda, i ragazzi dell’area metropolitana affermano di essere originali e di acquistare capi firmati solo se sono di loro gusto: solo il 5% vuole assolutamente la griffe sui propri abiti, ma il 19%, pur pensandola così, si arrende alle esigenze economiche. Il giudizio sul modo di vestirsi è ancora importante, ma non si è disposti a modificare il proprio stile a causa delle osservazioni degli altri.

In sostanza si deduce che i ragazzi dell’area metropolitana sembrano poco inclini all’uso di droghe e, pur non essendo del tutto soddisfatti del proprio aspetto fisico, non sono molti quelli che ricorrerebbero ad un intervento di chirurgia estetica. Inoltre sembra essere abbastanza limitato il ricorso a capi di moda “griffati” pur sapendo che molti coetanei tendono a basare il loro giudizio anche valutando il modo di vestire.

L’apertura del dibattito ha subito messo in risalto il problema legato alla veridicità delle risposte poiché secondo molti ragazzi i risultati del questionario non rispecchierebbero pienamente la realtà.

Per la Prof.ssa Eide Spedicato Iengo, sociologa dell’Università, si tratta invece della «conferma di come la realtà giovanile tenda a preservare dei valori comunque positivi nonostante una forte sollecitazione mediatica che sembra quasi incitare al “lasciarsi andare”

Per il Prof. Massimo Belisario, docente di psicoterapia, « i risultati testimoniano come l’attenzione centrale debba essere riservata al corpo che rappresenta il punto di partenza delle problematiche non solo giovanili ma anche degli adulti per via del suo continuo modificarsi con il passare del tempo

Ma i ragazzi hanno insistito e, continuando a ritenere fin troppo prevedibili i risultati emersi dal questionario, hanno puntato il dito contro l’opinione diffusa che vuole condannare a priori il mondo giovanile di oggi.

La discussione è divenuta molto intensa e ha mostrato degli adolescenti per nulla alienati dal mondo che li circonda seppur al momento poco propensi ad indicare agli adulti dove stanno sbagliando.

« La nostra è una società pre-figurativa – ha dichiarato la Prof.ssa Spedicato Iengodove i giovani, spaziando meglio degli adulti grazie alle risorse tecnologiche di cui dispongono, finiscono con il sapere molte più cose di loro, acquisendo un’esperienza che li rende in grado di indicare ai grandi dove stanno sbagliando.

La gioventù – ha proseguito la Prof.ssa Spedicato Iengodeve reagire per ribaltare questa situazione degradata, anche per colpa dei media che ci forniscono esempi sbagliati, recuperando l’importanza del soggetto in quanto persona e del valore del rispetto reciproco che non può esistere se perdurerà questa abitudine all’indifferenza. »

Il confronto è quindi giunto ad un bivio, con i ragazzi convinti che sia la società a fornire atteggiamenti e modelli sbagliati di comportamento di cui loro diventano vittime inconsapevoli; il problema sarebbe quindi da ricercare nella conflittualità esistente tra gli adulti con da una parte un gruppo che sostiene di voler aiutare i giovani a cui se ne contrappongono altri che cercano invece di cavalcare le loro debolezze sull’onda dell’interesse economico.

La soluzione è probabilmente racchiusa nella famiglia che rappresenta la “prima società” con la quale i ragazzi si trovano a confrontarsi da bambini e che deve saper ripristinare delle regole ben precise che forniscano dei modelli di comportamento adeguati.

« Non ci si può nascondere dietro alla scusa dei modelli che forniscono esempi sbagliati – sostengono unanimemente il Prof. Belisario e la Dott.ssa Mucci, specializzata in medicina estetica e alimentazione – perché sarebbe come se la società si basasse su un’interazione mimetica. Ogni individuo possiede una sua testa e una sua personalità e deve essere capace di reagire al meglio agli stimoli provenienti dal mondo esterno, anche quando questi siano fortemente negativi

« I problemi, così come i cattivi esempi, sono sempre esistiti – ha aggiunto il Prof. Belisariosolo che oggi i media forniscono un risalto maggiore rispetto ai secoli passati, ma nonostante questo i nostri nonni e tutti coloro che li hanno preceduti sono stati in grado di imporre dei criteri di comportamento che la società di oggi deve essere in grado di saper recuperare.

Un grande ringraziamento è stato in conclusione rivolto dal Presidente del Kiwanis Club di Pescara, Angela Catalano, « a tutti coloro che sono intervenuti alla presentazione della pubblicazione sul disagio giovanile che perseguiva proprio l’obiettivo di monitorare le reali problematiche delle nuove generazioni al fine di predisporre delle adeguate contromisure.

L’obiettivo del Kiwanis – ha concluso Angela Catalanoè da sempre quello di essere vicino ai giovani e non c’è cosa più bella di poterli rendere parte attiva in questo difficile processo di crescita come è accaduto oggi, con un dibattito che, a tratti anche vivace, ha permesso di riscoprire l’importanza del dialogo, un aspetto della vita di ogni giorno che troppo spesso sacrifichiamo con la scusa del poco tempo che abbiamo a disposizione. »

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