La “Danicamania”investe la Nascar di Lino Manocchia
ORLANDO, 13 Febbraio ’10 – La “passeg-giata domenicale” di una
trentina di truck serie Nascar, che precede la 500 miglia di Daytona, è passata alla storia per il debutto della decantata Danica Patrick (foto) che non ha vinto la sua “prima” corsa nella serie ARCA ma si è dovuta accontentare del sesto piazzamento grazie al consueto fuoco pirote-cnico delle macchine che si toccano, schizzano contro il muro, s’incen-diano affumicando (foto sotto, l’auto di Danica in fumo) mezzo speedway. Infatti una dozzina di queste non hanno concluso la corsa e pertanto la classifica ha subito numerosi “sorpassi”.
Dicevamo che la driver dell’Arizona, che quest’anno guiderà una macchina di Michael Andretti nella serie Irl, ha voluto saggiare il duro della “compagnia” più ricca e più seguita dai fans, specialmente quelli del “profondo Sud”. Inutile sciupare spazio per descrivere le idiosincrasie della stampa scritta e parlata la quale sembra sia contaminata dalla “Danicamania”, al punto col parlare soltanto di lei durante la gara e di descrivere la sua performance… “eccellente”.
L’unico “coraggioso”, ed onesto, è il quotiidiano “Orlando Sentinel” di Orlando (Florida) il quale ha rivolto alcune domande ed un commento al mitico Bobby Rahal che è stato patron di Danica per5 anni, tradito con la… scusa che ”Bobby pensava più al futuro di suo figlio Graham (che attualmente corre nella irl – n.d.r.) che alla mia performance.”
«La nuova arrivata nel campo Nascar, Danica Patrick,» scrive il giornale,«è stata la “regina della festa”, dimenticando che nel 2002 era una modesta promessa ventenne, completamente ignara alla folla americana e soltanto l’aiuto di Bobby Rahal fu capace di farla assurgere a “la belle of the ball”.»
Una delle domande del giornale: «Cosa ne pensi del passaggio del Rubicone di Danica?»
«E’ una sorpresa per tutti, E’ passata in un campo abitato da differenti “bestie”, e quando osservi il tempo richiesto da campioni del calibro di Juan Pablo Montoya, Dario Franchitti e tanti altri, io penso che il prosieguo della driver sarà duro, difficile, se non impossibile, considerato che durante quest’anno dovrà subire lo sforzo di 17 corse nella Irl (quattro fuori casa, come il Brasile che inaugura la serie di Indianapolis) e 13 nella ARCA, senza contare i testing in ambedue i campi, è difficile darle il beneficio del dubbio. Danica non è forte di statura, malgrado le foto della rivista “Sport Illustrate” l’abbiano presentata in tacchi alti, pertanto è molto difficile resistere alla differente transizione dei programmi che spesso combaciano tra loro.»
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ABRUZZOpress – N. 064 del 13 febbraio ’10 Pag 2
Anche alcuni “compagni” della Nascar hanno emesso giudizi tiepidi se non completamente negativi. Ed era prevedibile.
La pimpante rappresentante dello sponsor “Go Daddy” appare in stato “esaltante”, e dinanzi ai microfoni cerca di trovare una risposta adatta alla situazione, ma all’esperto appare incerto nonostante la celata “pantomima” festosa che nasconde anche il tentativo dello “Sport Illustrate”, che la propose, dicevamo, come una futura “diva”, ma conclusosi col nulla poiché dalle 40 finaliste è sorta dalle onde dell’Oceano la meravigliosa Brooklyn Decker (foto) sfasciando tutti i castelli di sabbia su cui albergava tanta fantasia.
LINO MANOCCHIA