Abruzzo

Giulianova. Vendita della Scuola elementare Acquaviva nonostante la presenza del vincolo conservativo.

Al Sindaco Avv. Francesco Mastromauro
Al Presidente del Consiglio Comunale Nello Di Giacinto


INTERROGAZIONE URGENTE


Oggetto: Vendita della Scuola elementare Acquaviva nonostante la presenza del vincolo conservativo.

Abbiamo appreso che la società Giulianova Patrimonio ha indetto per il 16 marzo una nuova gara per vendere la Scuola elementare Acquaviva di viale Orsini.
La Soprintendenza ai Beni Culturali il 5 agosto 2008 dichiarò di “importante interesse culturale” l’edificio scolastico di stampo ottocentesco, apponendovi quindi un vincolo conservativo.
Quel vincolo esiste ancora.
Stranamente, però, il Presidente della Giulianova  Patrimonio ha, recentemente, testualmente dichiarato: “C’è un vincolo, però un vincolo che in realtà, adesso che l’ho letto e studiato… non è un vincolo che non si può toccare. Ho parlato anche con la Soprintendenza …quindi, secondo me, potrebbe essere un buon affare per qualche imprenditore che io definisco illuminato”.
Il Presidente dell’epoca, responsabilmente,  subito dopo il provvedimento della Soprintendenza ai Beni Culturali della Regione Abruzzo, revocò il bando di gara.
Ora, invece, perché l’attuale Presidente, l’ing. Di Giambattista,  ripropone l’asta pubblica dicendosi, nel contempo, convinto che il vincolo si potrà togliere (ma non lo fa prima dell’asta) e che quindi chi acquisterà l’antica scuola farà un buon affare?
Noi pensiamo che se si opta per la soluzione della vendita – ma ce ne sarebbero di migliori – siano solo due le possibili strade da percorrere:
1)    O si vende col vincolo e si stabilisce formalmente che esso non  potrà essere tolto: al conseguente minore introito dovrà cioè corrispondere la permanenza dell’identità architettonica dello storico edificio del 1927, progettato dal noto architetto Antonio Patrignani che curò, all’epoca, il restauro di Piazza Colonna a Roma e la sopraelevazione del Kursaal a Giulianova.
2)    Oppure si tenta di far introitare il più possibile al Comune: questo significa, però, ottenere l’eliminazione del vincolo esistente prima di pubblicare  l’avviso d’Asta pubblica, in modo da poter mettere a gara l’immobile con tutto quello  che la variante specifica già approvata prevede e cioè un edificio di circa 20 m. di altezza su un’area complessiva di oltre 1300 mq in pieno centro del Lido, affacciato su Piazza Martiri Fosse Ardeatine.
E’di tutta evidenza che se si lascia il vincolo la gara sarà meno partecipata, le offerte saranno minori e non si andrà molto al di sopra dei  2.500.000 di euro fissati come base d’asta.  Alla fine, insomma  si finirà per svendere l’immobile (svalutato per il vincolo esistente) che poi in seguito, “sbloccata la pratica”, potrebbe, invece, essere abbattuto e ricostruito con i maggiori volumi previsti dalla variante ad hoc già approvata. Il “buon affare”, però, non lo farebbe il Comune.
Se è realmente necessario – ma ne dubitiamo – che la Giunta venda i “gioielli di famiglia” il “buon affare”, ovviamente, lo deve fare il Comune (cioè tutti cittadini). Chi è al servizio del bene comune dovrebbe lavorare solo per questa finalità! o no?
Questo modo di fare non solo è segno di negligenza e di scarsa tutela degli interessi generali ma  torna a gettare un’ombra su tutta la vicenda. Come nell’estate del 2008. Diciamo queste cose, a ragione, in quanto risulta che, stranamente, fu il Comune a richiedere il parere alla Soprintendenza per verificare se la Scuola  avesse una valenza culturale ai sensi del Codice Urbani-Rutelli. Ma non prima di ogni decisione, come sarebbe stato logico, bensì dopo aver fatto la variante urbanistica per abbatterla e ricostruire con maggiori volumi, e dopo l’indizione della gara per la vendita da parte della Società Patrimonio!
Nel provvedimento di tutela la Soprintendenza precisò che, comunque, erano ammessi il ricorso amministrativo al Ministero per i Beni e le attività culturali ed il ricorso giurisdizionale al T.A.R. per far togliere il vincolo. Non sono stati fatti né l’uno né l’altro ma la gara è stata già indetta, per il 16 marzo prossimo. Si sta andando, insomma, verso quello che abbiamo sempre paventato: la svendita dell’Acquaviva.
Chiediamo:
1)    Quanti sono i debiti fuori bilancio dovuti ad esproprio di chi si ha certezza definitiva? Quanti sono tutti gli altri (non dovuti ad esproprio)
2)    Perché si è deciso di vendere senza togliere il vincolo, viste le dichiarazioni del Presidente della Società Giulianova Patrimonio?
3)    Perché, soprattutto, non sono stati fatti i ricorsi amministrativo e giurisdizionale previsti in tempo utile, senza far scadere i termini?
4)    Le sembra un comportamento che tutela l’Ente quello del Presidente della Giulianova Patrimonio?
5)    Il Sindaco, non ha niente da dire a colui che ha messo a capo della società Giulianova  Patrimonio che è al 100% sotto il controllo pubblico? O è d’accordo?
6)    Per tornare ad un altro caso scottante da noi sollevato, Le chiediamo: come mai la richiesta per la verifica dell’interesse culturale è stata fatta per la Scuola Acquaviva e non per l’area Migliori Longari visto che il Codice dei Beni Culturali Urbani-Rutelli tutela anche i beni ambientali e paesaggistici?

Giulianova 5 marzo 2010
Gruppo Consiliare   Il Cittadino Governante per cambiare
Capogruppo   Franco Arboretti

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