Teramo e Provincia

Teramo. Fattorie Sociali: la Provincia scommette sull’ impresa etica. Un forum permanente per favorire il confronto e la nascita di esperienze di questo tipo sul nostro territorio

Fattorie Sociali: la Provincia scommette sull’ impresa etica. Un forum permanente per favorire il confronto e la nascita di esperienze di questo tipo sul nostro territorio

Un forum permanente sull’impresa sociale con un referente all’interno della Provincia. L’impegno lo ha assunto l’assessore provinciale alle Politiche  sociali, giovanili e alla sanità, Renato Rasicci, a conclusione dell’incontro su “Agricoltura e fattorie sociali” che si è svolto questa mattina alla Sala Polifunzionale di via Comi, a Teramo.

Esperti nazionali e locali si sono confrontati sulle molte opportunità offerte da una impostazione “sociale” delle imprese agricole.

Le fattorie sociali, un’esperienza nata nel nord Europa, sono aziende agricole che affiancano all’attività tradizionale progetti ad alto valore sociale: possono essere iniziative di tipo culturale, didattico o formativo  rivolte a persone in condizione di disagio psichico o fisico o in momentanea condizione di svantaggio con  l’obiettivo di garantire un percorso di reinserimento.  Vere e proprie filiere produttive di servizi ad alto valore etico, quindi; strutture in grado di coinvolgere in un ruolo attivo e partecipativo quelli che sono sempre stati considerati come semplici soggetti di programmi di cura.

Altro elemento caratterizzante è che queste attività non seguono logiche assistenzialistiche ma conservano la propria natura imprenditoriale tentando però di riprodurre in agricoltura quel modello di economia sociale che mira a coniugare il profitto dell’azienda con il “bene” della collettività. Rurabilandia, ad Atri, è la prima esperienza abruzzese codificata  di “fattoria sociale” anche se iniziative simili, che agiscono seguendo lo stesso modello, se ne contano a decine a partire dalla rete di “fattorie didattiche” coordinate dall’Arssa.

Come ha specificato Alfonso Pascale, presidente della Rete delle fattorie sociali: “questo tipo di impostazione può rappresentare un valore aggiunto per l’impresa tradizionale perché amplia il tipo di funzioni e di servizi”.

Inoltre, come affermato da Monica Gaggiano, dell’Istituto Nazionale di Economia Agraria, questo tipo di attività è ricompresa fra quelle finanziabili dal progetto europeo (Rete Rurale Europea – RRE) che accompagna e integra tutte le attività legate allo sviluppo delle aree rurali per il periodo 2007-2013”. Roberto Finuola, del Ministero delle attività economiche ha contestualizzato queste iniziative all’interno delle politiche pubbliche italiane ed europee : FSE (Fondo sociale europeo) e Fers (Fondo europeo di sviluppo regionale);  Piano sanitario nazionale; interventi di integrazione socio sanitaria previsti sia dalle Asl che dalle Regioni.

“Si tratta di cominciare a fare rete – ha affermato Roberto Carnessale, teramano e membro del direttivo nazionale delle Fattorie Sociali – sensibilizzando gli enti e le istituzioni locali; recuperando i beni comuninali oggi inutilizzati, e sono tanti, per darli in concessione alle imprese sociali; individuando quei prodotti tipici e di nicchia che possono diventare oggetto di un progetto di filiera”.

<Da parte nostra – ha assicurato il vicepresidente Renato Rasicci – c’è un preciso impegno a promuovere simili esperienze in una logica “trasversale” in grado di coinvolgere chi si occupa d’impresa; chi progetta politiche sociali e del lavoro; chi, a diverso titolo, valorizza e promuove l’ambiente, l’agricoltura e il turismo> .

Ai lavori sono intervenuti anche il presidente Valter Catarra e l’assessore all’Ambiente, Francesco Marconi.

Teramo 23 marzo 2010

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