Teramo. 6 aprile 2009, nel ricordo di Angelo Puglia, Presidente del Consiglio Comunale di Teramo

Consiglio Comunale 6 aprile 2010

“Ricorrenza del sisma del 6 aprile 2009 – Prevenzione antisismica”

Una delle fotografie-simbolo del terremoto che ha colpito L’Abruzzo e L’Aquila un anno fa, è quella della facciata del Palazzo del Governo quasi ripiegata su se stessa,  offesa e oltraggiata dalla violenza dell’evento. Qualcuno avrebbe potuto leggere in quella foto il segnale che indicava lo smarrimento delle istituzioni, il cedimento degli organismi che, nel loro apparato formale e sostanziale, reggono e fanno da collante di un Paese, di una comunità.

Per fortuna non è stato così. Il Palazzo del Governo ha retto, o meglio gli ordinamenti che esso rappresenta simbolicamente, hanno saputo rispondere, ciascuno con modalità proprie, alla tragicità dei fatti; e le istituzioni, innegabilmente, hanno saputo sostenere la disperazione, incoraggiare la rinascita, alimentare la speranza.

Nessuno può negare che il Governo, la Regione, la provincia dell’Aquila, le altre province abruzzesi, i Comuni, abbiano davvero offerto una prova rimarchevole e nessuno può negare che la realtà esibita da quella foto è più brutta della risposta poi sperimentata.

Alle tende erette per ospitare migliaia e migliaia di persone, primo e inevitabile sostegno alle vittime materiali del sisma, hanno fatto da contraltare le sedi istituzionali, capaci di offrire quel riparo se vogliamo forse solo percepito ma comunque fondamentale per garantire e assicurare la convivenza civica. E’ la stessa ragione per la quale abbiamo convocato questa seduta del Consiglio Comunale di Teramo, la stessa motivazione che fa sottolineare l’importanza di esserci, di riformulare il nostro ruolo nella società e per essa.

Tutti noi abbiamo vissuto i terribili momenti del terremoto. Tutti siamo testimoni diretti di quelle prime drammatiche ore e delle giornate successive.  Ciascuno di noi potrebbe raccontare “il suo” terremoto, evocando la paura, lo sgomento, richiamando alla memoria l’affanno delle prime reazioni e l’impegno profuso per provare a fare qualcosa; per gli aquilani, per Teramo, per i nostri cari colpiti comunque –  e nel nostro caso, fortunatamente – se non altro nei risvolti psicologici che l’evento ha determinato. Questa testimonianza rende il terremoto vicino, come evento e come reazione emozionale ad esso, ma non deve offuscare la necessità di guardare alle cose con la lucidità e la chiarezza che impongono; faccio insomma riferimento alla seconda parte dell’oggetto della seduta odierna del Consiglio: quella Prevenzione antisismica che non deve essere un auspicio, una raccomandazione, una esortazione ma che deve tradursi in concretezza, realtà, fatti.

Lo dobbiamo al nostro futuro, se vogliamo contribuire a costruire un futuro sereno anche in questo ambito; ma se mi è consentito lo dobbiamo anche al passato, al recentissimo passato; e alludo alle vittime del sisma aquilano. Nell’elenco dei quindici  morti della nostra provincia – quasi tutti giovani e studenti – non figura nessun residente a Teramo ma sentiamo ugualmente come nostri concittadini questi sfortunati ragazzi, dal più giovane di 19 anni al più anziano, di 35. Forse è giusto, qui, ricordare i loro nomi:

Lorenzo della Loggia, Sara Branico e Sara Persichetti di Atri;

Andrea Puliti, di Bellante;

Matteo Vannucci di Tortoreto;

Lorenzo Cinì, Arianna Pacini e Federica Moscardelli di Montorio;

Marco Santogrosso, di Giulianova;

Giusi e Genny Antonini di Controguerra;

Serena Scipione di Bisenti;

Alberto Guercioni di Sant’Egidio;

Gabriele Di Silvestre, di Civitella del Tronto;

Paolo Verzilli, di Isola del Gran Sasso.

Ripartiamo da questi nomi, ripartiamo da questi sacrifici. E ripartiamo dallo straordinario movimento di solidarietà che nei giorni del terremoto ha dato mirabile prova di sé. Chi ha scavato con le proprie mani tra le macerie ha offerto un contributo impareggiabile, così come l’ha offerto chi ha donato il possibile per la ricostruzione; chi ha messo in moto i meccanismi dei soccorsi con straordinaria capacità organizzativa, ha dato una risposta in sintonia con quella di chi ha asciugato le lacrime e consolato il dolore.

E noi dobbiamo fare la nostra parte. Teramo è stata coinvolta in questa tragedia. Fortunatamente in maniera meno disastrosa che L’Aquila, ma comunque in modo diretto. Da questi banchi la risposta che può giungere è quella dell’impegno per scongiurare che altre scosse telluriche possano produrre analoghi effetti.

Le istituzioni non sono crollate; ma ora, il loro compito è quello di operare, di dare risposte. Di guidare la rinascita dell’Abruzzo.

Angelo Puglia

Presidente del Consiglio Comunale