Teramo e Provincia

Teramo. Conservazione e salute dei cetacei in natura alla luce dei recenti spiaggiamenti (1)

Conservazione e salute dei cetacei in natura alla luce dei recenti spiaggiamenti (1)

Teramo, 20 aprile 2010 – Il monitoraggio dello stato di salute dei cetacei alla luce dei recenti spiaggiamenti sulle coste italiane sarà al centro di una giornata di studi dal titolo Conservazione e salute dei cetacei in natura, organizzata dalla Facoltà di Medicina Veterinaria e dalla Scuola di specializzazione in Sanità animale, allevamento e produzioni zootecniche dell’Università degli Studi di Teramo, diretta da Fulvio Marsilio.

Al convegno, che si svolgerà nella mattinata di venerdì 23 aprile presso la Facoltà di Medicina Veterinaria in piazza Aldo Moro, parteciperanno alcuni tra i più qualificati esperti in materia di gestione sanitaria e di patologia dei cetacei.

I lavori saranno coordinati da Giovanni Di Guardo, docente di Patologia generale e fisiopatologia veterinaria della Facoltà di Medicina Veterinaria di Teramo e responsabile scientifico di un Progetto di Ricerca nazionale finanziato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, tra i cui obiettivi rientra l’organizzazione della Giornata di Studio.

Dopo i saluti del rettore Rita Tranquilli Leali e del preside della Facoltà di Medicina Veterinaria Fulvio Marsilio, interverranno Vincenzo Olivieri, del Servizio Veterinario dell’Azienda USL Pescara, Sandro Mazzariol, dell’Università degli Studi di Padova e della Banca Tessuti per i mammiferi marini del Mediterraneo, e Riccardo Orusa, responsabile del Centro di Referenza Nazionale per le Malattie degli Animali Selvatici. (SEGUE)

Conservazione e salute dei cetacei in natura alla luce dei recenti spiaggiamenti (2)

Teramo, 20 aprile 2010 – «Gli spiaggiamenti dei Cetacei – ha spiegato Giovanni Di Guardo – rappresentano, pur nella loro drammaticità e soprattutto quando vi sono coinvolti più animali, un’occasione più unica che rara per conoscerne e monitorarne lo stato di salute e, con esso, anche quello dei nostri mari. Per quanto già di per sé cospicuo, il numero delle “minacce” cui si trovano esposti i Cetacei a livello planetario e, più in particolare, nel Mediterraneo, ha registrato in questi ultimi anni una preoccupante escalation».

«In tale ambito – ha proseguito Di Guardo – hanno assunto una crescente rilevanza soprattutto le noxae “antropogeniche”, vale a dire quelle di minacce legate alle molteplici attività umane, nel cui novero si segnalano cause fisiche quali le onde a media frequenza rilasciate da apparecchiature “sonar”, le collisioni con natanti e l’impigliamento in reti e attrezzature da pesca (cosiddette “by-catch”), nonché agenti chimici quali i “metalli pesanti” e altri contaminanti ambientali “persistenti” come gli organoclorurati e i cosiddetti “ritardanti di fiamma”. Alle succitate noxae se ne associano altre di origine “naturale”, primi fra tutti i morbillivirus, agenti biologici che nel corso degli ultimi venti anni si sono resi responsabili di una decina di gravi epidemie in più specie e popolazioni di mammiferi acquatici, sia Pinnipedi che Cetacei, in svariate zone del Pianeta».

«Lo straordinario quanto drammatico episodio di spiaggiamento collettivo che di recente ha coinvolto ben sette giovani capodogli maschi sulle coste garganiche – ha concluso Giovanni Di Guardo – insieme a un incremento del già consistente interesse da parte della comunità scientifica, ha suscitato una vasta eco mediatica facendo registrare un’ulteriore presa di coscienza da parte dell’opinione pubblica nei confronti della conservazione e della salute di questi meravigliosi abitanti dei nostri mari».

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