Teramo. Discorso del Sindaco Maurizio Brucchi, per il 2 giugno: Festa della Repubblica

CITTA’  DI  TERAMO

Discorso del Sindaco Maurizio Brucchi, per il 2 giugno: Festa della Repubblica

Si celebra oggi la festa della Repubblica, per ricordare e sottolineare l’importanza e il valore della scelta repubblicana compiuta dagli italiani sessantaquattro anni fa.

Nel 1946 gli italiani furono chiamati alla consultazione, la prima di carattere popolare universale, contrassegnata dalla storica novità del voto delle donne. Gli italiani dovettero decidere quale forma istituzionale dare al Paese e scegliere tra monarchia o repubblica, oltre ad eleggere i componenti dell’Assemblea Costituente, cui sarebbe spettato l’altissimo compito di scrivere la Carta Costituzionale.

Dalle urne referendarie emerse la preferenza per la Repubblica, anche se dai risultati affiorò un’Italia sostanzialmente divisa in due, anche dal punto di vista geografico: nel Nord prevalse la Repubblica, nel Sud la Monarchia.

E proprio di fronte a tale situazione, la classe politica dirigente dell’epoca adottò due scelte di profonda intelligenza politica ed istituzionale, il cui scopo era di favorire percorsi di pacificazione civile, di concordia e di unificazione nazionale: l’amnistia per reati comuni, politici e militari compiuti da fascisti e da antifascisti e l’elezione a Presidente della Repubblica di Enrico De Nicola, politico di orientamento monarchico.

Pace sociale, accordo civile, unità: su queste basi si è costruita la nostra democrazia e si fonda la nostra Costituzione. Una Costituzione che ha consacrato sentimenti, speranze, valori profondamente radicati, comuni a tutti gli italiani. Nella Carta Costituzionale sono scolpiti i pilastri della nostra democrazia ed essa è ancora la legge fondamentale che regola la vita pubblica  e istituzionale del Paese. Impossibile, qui, sintetizzare i benefici che la Carta ha garantito nei decenni. Va però detto che, se l’Italia per decenni è stata tra i primi paesi nel mondo per qualità dell’apparato istituzionale e sensibilità della vita sociale, ciò lo si deve principalmente alla sua Costituzione, che ha saputo interpretare e iscrivere le esigenze della Nazione dentro un alto corpo normativo.

Ecco, la Costituzione ha saputo rispondere agli interessi del Paese, interpretandone lo spirito e segnandone il cammino.

Essa continua a godere delle fiducia  e dell’affetto degli italiani.

Eppure in questi decenni, molto è cambiato: la società, i rapporti, gli indirizzi economici, lo stile di vita, le attese delle diverse generazioni, la sensibilità dei singoli e quella collettiva, la percezione delle istituzioni. È naturale, allora, che un complesso di mutazioni così radicali debba determinare la necessità di adattare ad esse le principali regole della convivenza civile. Questo senza negare quelle che ci hanno guidati fino ad oggi ma interpretando le stesse in un’ottica e con prospettive rinnovate.

La Costituzione vive ed opera nella coscienza dei cittadini e per questo deve essere costantemente attualizzata. E’ superfluo dire che la nostra Costituzione ha mantenuto nel tempo intatto tutto il suo valore ma proprio per questo appare oggi necessario confermare quel valore, ancorando le norme ai mutamenti sopravvenuti.

Proprio celebrazioni come quella odierna debbono aiutarci a comprendere che da queste scelte dipende il grado di libertà e di giustizia sociale su cui costruiamo la nostra convivenza civile.

La festa della Repubblica deve costituire occasione e stimolo per approfondire tutto ciò: per imparare, ridestare e tenere svegli i valori fondanti della Repubblica e della Costituzione

Viva la Repubblica Italiana.