USA. Intervista a Gaetano Di Achille. Riceviamo da www.giulianovailbelvedere.it
GIA’ uscito sul sito: http://www.giulianovailbelvedere.it/news/2010/altre%20sedi/lm_gaet_dach.htm
*****GAETANO DI ACHILLE, UN MARZIANO SCESO DALL’ABRUZZO
di Lino Manocchia
Boulder (Colorado), Giovedì 17 Giugno 2010– E’ forte come la sua terra. Stile compunto, cortese, metaforico. Pesa le parole piene di humor, accenna facilmente il sorriso a complemento della sua disanima. Ampia barba, capelli spaziosi, baffi pronunciati ama la fotografia, l’escursionismo ed il “fai da te”.
Gaetano Di Achille è uno scienziato “allevatosi” nella Università G.D’Annunzio di Pescara per poi volare negli Stati Uniti, dove, nell’Università di Boulder, Colorado (foto sotto), ha dato fuoco alla sua intelligenza, sagacia e decisione compiendo un altro passo verso il mistero del Pianeta Rosso.
MARTE: era un pianeta blu, circa 3.6 miliardi di anni fa, quando aveva “appena” un miliardo di anni, era occupato per un terzo da un gigantesco oceano e la sua terraferma era attraversata da almeno 40.000 fiumi e costellata di laghi.
L’abruzzese Di Achille, con il geologo Brian Hynek, ha potuto ricostruire l’aspetto spiegando che “analizzando le valli scavate dai 40.000 antichissimi fiumi marziani e i depositifluviali dei delta di 52 di essi, ha trovato la conferma che un “ciclo”dell’acqua su Marte era molto simile a quello della Terra, con piogge, acqua che scorreva sulla superficie ed andava accumulandosi in laghi e in un grande oceano, formava ghiacciai ed evaporava”.
Di Achille terminato il periodo di ricerche, dal Colorado in autunno s trasferirà alla volta del Centro ricerche dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) in Olanda onde approfondire sempre più il “mistero di Marte”.
Gaetano Di Achille e’ nato a Teramo il 19 agosto 1976 da Antonio e Luciana Tertuliano. E’ sposato con la gentile signora Benedetta Di Giovanni. Dal 6 maggio scorso sono felicissimi genitori di Margherita.
Dottore, Lei crede fermamente che un giorno l’Uomo atterrerà su MARTE?
“Senz’altro. E anche relativamente presto, sia NASA che ESA hanno programmi di espansione molto ambiziosi che mirano a portare l’uomo su Marte entro il 2030, o giu’ di li’”
Si e’ mai soffermato a pensare un po’ come saranno gli E.T di Marte?
“No, mai. Non sono interessato a questo argomento minimamente. Per di piu’ non credo che ci siano mai stati E.T. di Marte come molti fantasticano. Semmai c’e’ stata vita su Marte di certo e’ stata di forma molto semplice a livello di microorganismi. Per questo non mi sono mai soffermato a fantasticare di esseri che non credo siano mai esistiti”
Le piacerebbe sorvolare ed atterrare sul Pianeta. Cosa farebbe per prima?
“Premetto che sono abbastanza “allergico” al volo, ma se proprio arrivassi su Marte credo che inizierei senz’altro visitando per primi i posti che ho studiato con immagini satellitari. Per vedere se le mie intuizioni da remoto erano corrette ed anche perche’ mi ci sono molto affezionato dopo aver studiato per anni”
Se potesse atterrare su Marte, quale bandiera isserebbe?
“Nessuna. E’ di tutti, quindi preferirei non issare alcuna bandiera sul pianeta rosso”
Dobbiamo aver paura o ammirazione per Marte per quello che rappresenta dell’ignoto?
“Direi senz’altro non paura. Marte non racchiude nulla di pericoloso per noi e per la Terra. Neanche ammirazione, perche’ la nostra Terra e’ molto piu’ bella e colorata. Direi fondamentalmente che non rappresenta nulla dell’ignoto. E’ semplicemente un pianeta che va studiato per capire bene quali sono state le sue dinamiche evolutive e per capire come, quando e perche’ si possa essere trasformato da pianeta, possibilmente simile al nostro all’attuale distesa arida e desolata che lo caratterizza”
Quando frequentava la “G. D’Annunzio” di Pescara aveva chiara l’idea del Suo futuro professionale ed umano?
“Non esattamente, la carriera universitaria e’ tutto tranne che chiara. Ho sempre saputo pero’ che mi sarebbe piaciuto fare ricerche ed insegnare a livello universitario”
Quanto tempo ha impiegato per il raggiungimento della scoperta?
“E’ difficile quantificare l’impegno profuso per il raggiungimento della scoperta. Comunque mi ricordo di aver avuto questa idea circa a gennaio-febbraio del 2009, poi la raccolta dei dati, l’analisi, la discussione dei risultati, la stesura dell’articolo, le revisioni e finalmente la pubblicazione. A conti fatti direi circa un anno e mezzo”
Qual è il primo dovere di uno scienziato?
“Credo quello di rendere la comunità partecipe delle sue ricerche senza isolarsi troppo nel suo ufficio/laboratorio. La divulgazione è molto importante per uno scienziato”
Per Lei la Scienza è più una passione o una missione?
“Un po’ tutte e due. Una passione perchè ho iniziato ad interessarmi di scienza proprio per passione ed una missione perchè credo che l’umanità abbia il dovere di progredire ed approfondire la sua conoscenza in tutti i campi. Dallo sviluppo e dalla ricerca, a volte anche da quelle che ci sembrano le più bizzarre,possono scaturire tanti vantaggi per la nostra vita di tutti i giorni”
Cos’e’ per lei la vita?
“Una domanda difficile…mi sembra tanto un grande contenitore. Un contenitore di colori, sensazioni, immagini, persone, sentimenti, luoghi. Sembra infinito, non se ne vede il fondo e c’e’ sempre spazio per metterci qualcosa in più. La cosa più bella di tutte, poi, e’ che ogni tanto possiamo aprire il contenitore e fermarci a rivedere le cose che ci sono dentro e rimischiarle con gioia”
Cosa la Scienza non potrà mai darci?
“Non saprei sinceramente. Da scienziato non posso porre limiti alle potenzialità della scienza”
Qual è il fattore principale, come scienziato, che la sorregge?
“Principalmente la motivazione. Il lavoro del ricercatore è estremamente precario,sopratutto in Italia poi, e se non si e’ motivati non si riesce ad andare avanti”
Il momento più drammatico della Sua carriera?
“Direi che momenti drammatici da un punto di vista professionale non ne ho mai attraversati”
Si e’mai sentito sconfitto?
“Mai. Deluso si, sconfitto mai”
Cosa più l’esalta?
“Tante cose della vita sono esaltanti,forse tutte? In particolar modo sono molto affascinato dalla natura che mi circonda e dalla sua stagionalita’ e variabilita’. Dal punto di vista umanomi esaltano l’amicizia sino a l’onesta’ e la generosita’ delle persone”
Dr. Di Achille, perchè ha lasciato l’Italia?
“Premetto che io amo l’Italia per vari motivi, ma sopratutto perchè è in Italia che sono cresciuto ed ho ancora persone e luoghi a me più cari. Nonostante ciò, ad un certo punto mi sono accorto che non c’era molto futuro per continuare la mia carriera da ricercatore. In Italia ci sono davvero poche possibilità per farlo e spesso i pochi concorsi che vengono banditi sono dei pro forma per questo o quel candidato stabilito a priori, e non in base al suo valore. L’Italia non è un paese meritocratico. Dopo la mia esperienza negli USA ho capito che la meritocrazia è fondamentale per l’equilibrio sociale. Quando non c’è questo meccanismo tutto si appiattisce verso il basso, secondo me”
Quando è all’Estero, di cosa sente maggiormente la mancanza?
“Delle belle montagne (nella foto sopra il Gran Sasso) e delle tradizioni dell’Abruzzo, e della cultura, storia ed arte dell’Italia. Anche della comunicazione che c’e’ tra le persone in Italia. La sincerità, l’apertura ai sentimenti ed il sapere e volere esprimerli apertamente. Sinora, non mi è mai sembrato di trovare questi aspetti in altre società”
E’ vero che si darà alla Politica?
“Assolutamente no. Credo che in Italia gli ultimi decenni di politica abbiano fatto terra bruciata tra le nuove generazioni per quanto riguarda, appunto, la politica. La credibilità del mondo politico e l’interesse dei giovani verso la politica sono ai minimi attualmente. Mi piacerebbe mettere le mie conoscenze al servizio della comunità ma non con l’attuale sistema politico. Di qualsiasi colore esso sia”
A quando il Premio Nobel?
“Non credo ci arriverò mai, per un semplice motivo: non esiste il premio Nobel in Geologia, nè tanto meno in Geologia Planetaria. A parte gli scherzi non ci ho mai pensato lontanamente”
Chi e’ Gaetano Di Achille?
“Gaetano è una persona che non ha voluto rinunciare alla sua passione e che ha voluto seguire anche se a volte con sacrifici,sino in fondo. Per questo sono felice e soddisfatto. Per il futuro mi piacerebbe tornare in Italia non appena ci sarà la possibilità. Anche se sono ancora giovane sono già
sicuro di voler vivere in Abruzzo. Prima o poi ce la metterò tutta”
Lino Manocchia
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Vi segnalo e allego in link l’intervista di Lino Manocchia pubblicata su
www.giulianovailbelvedere.it
In caso di pubblicazione, si richiede la citazione anche del sito. Grazie.
Buona giornata e cordiali saluti.
Ludovico Raimondi
http://www.giulianovailbelvedere.it/news/2010/altre%20sedi/lm_gaet_dach.htm