Abruzzo

Abruzzo. Il Piano Sanitario regionale

Piano Operativo: Teramo non è in festa anzi è a lutto. La battaglia non va fatta tra i territori.

“La Provincia di Teramo non è affatto contenta del Piano Operativo e non va a raccogliere in modo trasversale consensi per ottenere qualcosa.” Con questo Piano, dice Giuseppe Di Luca,  si legittima l’arrivo del privato a S.Omero e si colpisce un presidio in un’importante zona di confine che era stato un vanto della politica teramana.

“Se dobbiamo parlare di posti letto, Teramo è quella che ne ha e ne ha avuti di meno rispetto alle altre province, tanto che siamo a 3.09 per mille posti letto su una media regionale di 3.5 per mille.” aggiunge Ruffini.

Secondo i consiglieri regionali questo Piano Operativo inoltre colpisce sopratutto i tre presidi ospedalieri periferici, Atri, S.Omero e Giulianova, trasformandoli in ospedali a basso livello di prestazioni con ulteriori chiusure di reparti. La cardiochirurgia di cui si tanto parla a Teramo è il reparto più longevo dell’ospedale ed ha conosciuto e rappresentato un’eccellenza non solo per Teramo ma per l’intero Abruzzo, inoltre non ha visto aumentare nessun posto letto se non quelli che il vigente Piano Sanitario regionale gli ha assegnato.

“Critichiamo fortemente questo Piano perchè non risponde alle liste di attesa, e nel teramano non da una risposta alla mobilità passiva:nessuna contromisura, nessun intervento per ridurre i costi della mobilità passiva che nel nostro territorio sono un fenomeno allarmante. La battaglia non deve essere tra i territori ma va fatta perchè una volta per tutte in Abruzzo si riaffermi la sanità pubblica e il privato faccia il privato e non il privato assistito con i soldi pubblici. Consideriamo giusta la battaglia perchè i tagli dei posti letto si facciano alle cliniche private, se riusciamo in questo molti ospedali pubblici non chiuderanno e potranno svolgere la funzione che gli è stata assegnata. Cosa proponiamo? Secondo noi- spiegano Ruffini e Di Luca- c’è bisogno del taglio del 50 per cento ai posti letti privati per acuti. Non aveva forse detto Chiodi che acquistava dal privato solo le prestazioni che non garantiva il pubblico?C’è bisogno poi di una unica direzione regionale ovvero una asl unica con la gestione unica degli acquisti, degli appalti e della spesa farmaceutica che è andata fuori controllo. Basterebbero solo queste due cose per raggiungere facilmente l’equilibrio economico nel 2010 e far vivere tutta le rete ospedaliera pubblica in Abruzzo ivi compreso la trasformazione dei 5 piccoli ospedali in ospedali di comunità o del territorio. Questa è la battaglia che dobbiamo fare.”

Il consigliere regionale

Claudio Ruffini

Giuseppe Di Luca

L’Aquila, domenica 25 luglio 2010

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