Cultura & Società

Editoria. Marco Tornar CLAIRE CLAIRMONT Presentazione di Roberto Mussapi Edizioni Solfanelli

La storia di Claire Clairmont, l’inseparabile compagna di Percy e Mary Shelley, amante di Byron dal quale ebbe una figlia Allegra, morta nel 1822. Una storia quella di Marco Tornar (“Claire Clairmont”, Solfanelli, 216 pagine, 16 euro) sotto forma di inesauribile ricerca (che racconta anche se stessa, le proprie ragioni, i propri timori) di un dimenticato personaggio i cui unici segni del passaggio nel mondo sono sulla mattonella di un cimitero, consunta dal tempo, prima, potente immagine del racconto. Alla fine dell’Ottocento, un giovane studioso americano, Edward Silsbee, arriva a Firenze per incontrare l’ottantenne Claire. Grazie alla conoscenza con Georgina, la più giovane delle due nipoti di Claire, Silsbee è ammesso a Palazzo Cruciato, dove l’anziana sopravvissuta lo mette al corrente dei suoi ricordi – dalla giovinezza romantica alle solitarie peregrinazioni come governante in Russia e in Europa, che non le hanno attenuato il dolore per la perdita di Allegra. Vorrebbe l
‘affidabile americano, tanto più che è sbocciato l’amore tra lui e sua nipote, renderle un servigio? Alla fine la riluttante Claire spiega la richiesta: per lei Allegra non è morta, è al convento di Bagnacavallo. Impegni finanziari costringono Silsbee a un urgente rimpatrio. Quando torna a Firenze, dopo un breve rimpatrio per ragioni economiche, trova Claire in fin di vita, al punto che dubita se raccontarle l’ineluttabile verità circa Allegra. Da anziano Silsbee cerca con la scrittura di riavvolgere tutta la vicenda, quasi tessendo un doppio dello scialle regalato a Claire da Shelley e con cui lei ha voluto essere seppellita.
«Vorrei pensare volentieri che la mia memoria non si perderà nell’oblio come è accaduto alla mia vita», dice ad un certo punto Claire. Alla ricerca della verità non su Claire ma di Claire, il romanzo è come un appassionato thriller dell’anima con quella sua aria, sospesa, misteriosa romantica, filtrata da una sorta di pathos della distanza da un tempo che si è fatto urgente da restaurare, della profonda nostalgia verso quell’epoca intangibile ed estrema, con i tre personaggi che ben la rappresentano: lui romantico investigatore che odia il progresso del restauro e dell’elettricità, la ragazza sentimentale e femminile, la zia custode di dolore e di misteri. Un tempo che – tra nevrosi debolezze ansie di un mitico sodalizio letterario – la memoria impara a redimere e congelare. Evocativo e avvolgente, il passo della scrittura di Tornar crea il racconto, il climax tra paesaggio indugio e azione, con qualche «dilatazione poetica» (ne parla Roberto Mussapi nell’introduzione) e qual
che estenuato prolungamento lirico. Come in una singolare “croce di Einstein” in cui un oggetto lontano si moltiplica in più punti di luce, le figure e i paesaggi dell’indagine molto jamesiana di Tornar, in una continua reverie, sembrano trasalire verso le piccole crepe di conoscenza che l’avvolgono. Verso la definizione degli oggetti e della loro momentanea rimessa a fuoco nella memoria misericordiosa da cui il lettore è accompagnato in una storia davvero appassionante e dolorosa.

Renato Minore
“Il Messaggero”
lunedì 2 agosto 2010, p. 18

Marco Tornar
CLAIRE CLAIRMONT
Presentazione di Roberto Mussapi
Edizioni Solfanelli
[ISBN-978-88-89756-93-5]
Pagg. 224 – ? 16,00

http://www.edizionisolfanelli.it/claireclairmont.htm


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