Abruzzo

Politica. «Berlusconi… presto o tardi alle urna, o per lui sarà la fine»

Chieti, 27 Ago ‘10, Ven , S. Giuseppe Salasanzio  – Anno XXXI n. 335 – www.abruzzopress.infoabruzzopress@yahoo.it – Tr.  n. 1/81


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Ap – Commenti

L’articolo, Analisi della situazione politica, da Weimar  a Futuro & Libertà, pubblicato in Ap322 del 27 Agosto, è stato ripreso dall’autorevole website Riscossa Cristiana, con un commento del Direttore Paolo Deotto, che di seguito pubblichiamo.

M.S.

«Berlusconi… presto o tardi alle urna, o per lui sarà la fine»

Commento di

di Paolo Deotto

Non ho mai avuto gran passione per la “dietrologia”, sport tutto italiano, in genere praticato da chi non sa rassegnarsi alle spiegazioni ovvie e normali di un evento. Ma leggendo questo articolo dell’amico Solfanelli mi ha colpito la lucidità di analisi, che dimostra che non di “dietrologia” si tratta, ma di lettura di dati di fatto in sé stessi poco chiari, e sui quali l’Autore cerca una spiegazione logica.

Personalmente sono convinto che nel comportamento di Fini giochi comunque una ambizione smodata, associata a una incapacità di capire e accettare i propri limiti. Quindi mi sento di dissentire da Solfanelli che generosamente dice che Fini “non è uno stupido”. Si potrebbe facilmente notare che chi riesce a scegliersi come portavoce un individuo della statura intellettuale da criceto come Bocchino, tanto intelligente non può essere. Ma non è azzardato pensare che anche per questi suoi limiti Fini possa essere lo strumento, consapevole (per quanto gli riesca) di un gioco internazionale ben più grande di lui. Pensando a Fini ai suoi mille tradimenti, alle sue ambiguità, oltretutto nei confronti dell’uomo che lo ha portato a una ribalta politica che da solo poteva soltanto sognare, mi viene in mente la famosa spia “Cicero”, nome in codice dell’albanese Elyesa Bazna, che trasmise ai tedeschi molte importanti informazioni nell’ultima guerra, e alla fine fu compensato con la bella somma di 300.000 sterline. Però erano false…e Cicero, se fosse stato napoletano, poteva definirsi “cornuto e mazziato”.

Vedremo quale sarà il guiderdone del buon Gianfranco. Di certo la continuità ossessiva dell’attacco a Berlusconi, sia dall’Italia, sia da diversi organi di stampa esteri, trova le sue origini nell’anomalia politica che è sempre stato il nostro Capo del Governo. Un politico non “di professione” che ha saputo conquistare una grande popolarità, e avviare una politica che ha pestato e pesta i piedi a tanti, massoni, grandi capitali internazionali, nonché (non sottovalutiamolo), lobby potenti come quelle degli omosessuali e degli abortisti, portatori, ognuno a loro modo, di quel messaggio di morte che comunque infesta il mondo. Berlusconi è stato sottoposto ad attacchi inauditi sotto tutti i fronti, con un accanimento che avrebbe logorato un bisonte. Per nostra e sua fortuna, il Presidente è di tempra dura, e si direbbe che dagli attacchi ricavi ulteriore forza.

Concordo con Solfanelli sul fatto che comunque la situazione sia tutt’altro che risolta. L’impegno di Fli ad appoggiare il governo è alquanto strampalato. Se Fli si considera ancora parte della maggioranza (almeno, così ha detto il Premio Nobel Bocchino), che bisogno c’era di costituirla? Mistero. Le grane verranno ancora fuori, e con ogni probabilità Berlusconi dovrà di nuovo fare ricorso alle urne.

Ma prima (e sperando che nei confronti di Berlusconi nessuno tenti una soluzione col metodo Mattei-Bascapè…) ci sono due passi a mio avviso essenziali:

–          spiegare al popolo italiano, senza alcun rispetto o ritegno, perché si va di nuovo a votare.

In effetti il cittadino, che ha nel 2008 votato per il centrodestra, e che ha dato chiarissime

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ABRUZZOpress – N. 334 del 27 Agosto ’10                                                                                                                               Pag 2

riconferme nelle Europee del 2009 e nelle amministrative di quest’anno, avrebbe tutto il diritto di essere stufo. Il partito degli astenuti rischia di allargarsi sempre più.

– Realizzare, prima di eventuali elezioni, una seria e incisiva riforma dell’ordine giudiziario, perché le recenti esperienze nelle amministrative di quest’anno, col tentativo di privare del diritto di voto milioni di elettori tra Lombardia e Lazio, devono pur insegnare qualcosa. Il partito dei magistrati va fermato; è il più pericoloso, perché sa di non pagare mai per i propri errori e di non essere sottoposto al giudizio degli elettori.

In tutto questo pasticcio, c’è la sicurezza che comunque Fini è finito (mi si scusi il gioco di parole involontario). Non a caso ricordavo sopra la spia Cicero: i traditori sono sempre disprezzati, anche da coloro per i quali lavorano, e quindi, prima o poi, scaricati. Potrà sempre ritirarsi a Montecarlo.

Ciò detto, e sperando comunque che la legislatura possa invece durare sino alla sua scadenza naturale, mi si consenta una maligna domanda: Solfanelli scrive, a proposito di Fini “speriamo che non faccia la fine del dittatore tedesco”. Perché no? Quanto meno, se parliamo della fine fatta nel bunker di Berlino…

P.D.

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