Italiani all'Estero

USA. Appello ai politici: Basta con lo sconcio politico-economico. Non fate dell’Abruzzo un secondo Texas!

Chieti, 2 Agosto ‘10, Lunedì, S. Eusebio – Anno XXXI n. 302 – www.abruzzopress.infoabruzzopress@yahoo.it – Tr.  n. 1/81


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Ap – Da New York

Appello ai politici: Basta con lo sconcio politico-economico.

Non fate dell’Abruzzo

un secondo Texas!

di Lino Manocchia

NEW YORK, 2 Agosto ’10 Il nostro “personaggio” è una graziosa “giuliese” puro sangue, laureata in “Lettere antiche”, socia di Italia nostra di Giulianova, in provincia di Teramo, coordinatrice dell’lncontroLa bellezza e l’inferno”, trabocchi e piattaforme petrolifere, ospite eccezionale la combattiva, intelligente, Dott.ssa Maria Rita D’Orsogna.

La coordinatrice dell’incontro si chiama Ludovica Raimondi (foto). Amabile interlocutrice, conversatrice avvincente. Niente sembra scomporla. Ludovica pensa chiaro e chiaro scrive senza peli sulla lingua. Non è poco tenuto conto che alle sue spalle non ha santi patroni, ne’ politici o sindacali. Ludovica non è femminista, non crede ai miracoli e considera il nostro più amabile vizio… “La buona cucina.” Abbiamo concentrato le sue preziose risposte sicuri di far cosa gradita ai lettori del nostro Internet.

Come è nata l’idea di “La Bellezza e l’inferno” trabocchi e piattaforme petrolifere a Giulianova?

«L’iniziativa è andata sotto il nome di Italia Nostra, essendomi iscritta qualche mese fa alla sezione di Giulianova. La presenza della Dott. Maria Rita D’Orsogna, che insegna all’Università californiana, il suo intervento sul tetto dell’Università, è sorto uno scambio di battute su face book ed ecco la concretizzazione dell’evento. Per questo ringrazio la sezione di Giulianova di Italia Nostra e tutti coloro che hanno contribuito a tale evento.»

Perché il titolo che richiama lo scrittore anti-camorra Roberto Saviano?

«Perché dopo aver letto Roberto Saviano non si può rimanere indifferenti al messaggio che lancia attraverso la parola e la riappropriazione del senso vero che essa assume nella letteratura, cercare di smuovere le coscienze e partecipare attivamente al moto evolutivo  della società  e di queste realtà italiane, in cui includerei la nostra regione.»

È soddisfatta dell’esito dell’evento? Quale messaggio e quale risultato ne sono scaturiti?

«Dell’esito sono soddisfatta perché aver potuto dar vita ad una manifestazione che coniuga il linguaggio scientifico con quello artistico e letterario mi inorgoglisce. Era il mio obiettivo per dimostrare che chiunque può aderire alla causa con un proprio stile e una propria competenza. L’importante è avere la volontà di impegnarsi.» (foto, una fase dei lavori)

I suoi ideali?

«L’ideale di un mondo dove si possa vivere pensando che prima o poi i continenti torneranno ad essere  l’originaria

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ABRUZZOpress – N. 302 del 2 agosto ’10                                                                                                                                Pag 2

Pangea e che tutti i confini geografici e mentali possano scomparire, per fare posto a uno spazio unico. Non concepire i freni alle libertà individuali e collettive, l’intrusione nelle vite domestiche per decidere come e quando bisogna nascere e morire. Un mondo dove non sia un reato essere nero, omosessuale, clandestino, e non ci si abitui ad essere giudicati diversi.»

Colore che ama di più?

«Mi verrebbe da dire il rosso. Scherzi a parte, abitando in un paese di mare si impara a conoscere l’intensità di tutti i colori, le diverse sfumature che dipingono le bellezze naturali e alla fine non puoi mai dire “oggi il colore prevalente è questo”.»

Ludovica rimpiange l’adolescenza?

«Premesso che non sono un tipo che rimpiange, le rispondo di no. Posso dirle che ad oggi il ricordo più intenso e più vivo che mi accompagna è quello dei miei primi nove anni di vita, che considero le mie solide radici.»

Cos’è l’amore?

«Non so rispondere con autorevolezza. I credenti direbbero che l’Amore è Dio, l’emanazione di un Essere superiore che ha voluto che ci fosse tutto questo. Io credo che anche senza Dio l’Uomo possa amare l’Universo e l’Umanità. Comunque a me piacciono i plurali. Gli amori, i dolori, le gioie, tutti con l’iniziale piccola, perché non esistono – a mio avviso – gli assolutismi.»

Cos’è la felicita’?

«Esiste la felicità? La mia vera aspirazione è la serenità.»

A cosa è dovuto il successo dei blue jeans?

«Una volta ho fissato nella mia testa questa informazione: i blue jeans erano le tute degli operai e se non sbaglio erano usati a Genova. Sbarcano in America e diventano un capo di abbigliamento su cui attaccare una targhetta firmata e con cui lanciare una moda.»

Crede nella fortuna?

«Mi piace pensare alla positività degli eventi e alla possibilità di ciascuno di poter partecipare attivamente e consapevolmente al proprio “destino”.»

Si considera custode della tradizione?

«No. Se accostati, i due termini possono condurre ad una chiusura verso l’Altro: il verbo custodire indica che qualcuno tiene stretto a sé un qualcosa che deve essere preservato, allontanato da possibili agenti esterni ed estranei; il termine tradizione, invece, indica una volontà di tramandare quel modo di essere, di esistere e di vivere di una determinata cultura, usanza o di un determinato credo.»

Cosa più la disarma?

«Dovrei fare un elenco infinito: L’ignoranza e l’indifferenza, la strumentalizzazione delle parole e dei loro significati per mera propaganda.»

Cosa più l’esalta?

«La curiosità. Leggere i libri e scoprire quel sottile filo che lega ogni essere umano, del passato e del presente. Mi esalta scoprire la bellezza delle persone sensibili e ricche di vita, le bellezze della natura, la continua policromia del mare. Mi esalta la bellezza delle emozioni e dei sentimenti.»

Citando Pirandello, l’onestà oggi è davvero un piacere?

«Per me l’onestà è al primo posto nella mia scala di valori. A volte penso che sia frustrante essere onesti, perché il sistema non lo richiede. Ma è ancora più frustrante e disarmante non essere onesti.»

Perché nel nostro Paese la protesta non è quasi mai sostenuta da un impegno morale?

«Mi interrogo spesso sul perché in Italia si continui a parlare di corruzione e di imbrogli, di intrighi e malaffare senza che ciò susciti una vera rivoluzione. Si dice che il Governo di un Paese sia lo specchio dei suoi cittadini: può anche essere vero, ma credo che oggi più di ieri siano le lobby a decidere chi deve sedere sugli scranni. La X che ci siamo guadagnati con dure battaglie è solo una formalità. Non so che percezione abbiate voi oltreoceano, ma il movimento popolare che sta emergendo in diverse parti della nostra nazione, mi fa pensare che si stia seminando su un terreno nuovo, promettente un buon raccolto. Prenda l’Abruzzo del dopo terremoto e del rischio petrolizzazione verso cui cominciano a sollevarsi le voci dei cittadini a vantaggio delle future generazioni.»

Ti preoccupa più la serietà dei nostri problemi o la mancanza di serietà di chi deve risolverli?

«Mi preoccupa la mancanza di serietà di chi deve risolvere i nostri problemi.»

L’intellettuale deve scendere in piazza?

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«Sì. La piazza è il luogo deontologicamente deputato per l’espressione democratica di una società civile e tutti possono prenderne parte. Ogni essere umano e ogni categoria professionale ha un proprio linguaggio e con questo si unisce al coro dei suoi concittadini.»

Ti senti un’idealista?  E nel caso essere idealista è un pregio o un  difetto?

«Sì, sono un’idealista e per come vivo i miei ideali credo che sia un pregio.»

Basta la volontà a disarmare il destino?

«La volontà come autodeterminazione della coscienza umana è necessaria per non arrendersi all’idea che il motore di tutto sia il destino.»

C’è successo senza audacia?

«Tutto ciò che si fa ha bisogno dell’audacia.»

In America moltissimi abruzzesi rivolgono l’angosciosa domanda all’Eni e ai dirigenti politici italiani, che hanno scelto la… via del “silenzio”: renderanno l’Abruzzo una sorella del Texas? La PB docet… Lei è dello stesso parere?

«Ascolto questa affermazione quasi sempre riferita alla problematica del petrolio. Credo che da un punto di vista politico stiamo toccando il fondo. Si respira un’aria pesante. Frustrazione e amarezza imperano in diversi settori professionali e culturali. Posso usare il termine asfissiante per rendere l’idea?»

L.M.

New York:                                                              Londra:                                                                  Milano:

Lino Manocchia, Linoman98@aol.com Emiliana Marcuccilli, emilianamarcuccilli@libero.it Alessandra Nigro alessandra.nigro@gmail.com

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