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Abruzzo. Credito alle imprese, in Abruzzo segnali di ripresa Nel primo trimestre 2009, 60 milioni in più per le attività produttive, ma scoppia il “caso” Chieti

Credito alle imprese, in Abruzzo segnali di ripresa

Nel primo trimestre 2009, 60 milioni in più per le attività produttive, ma scoppia il “caso” Chieti

Segnali positivi per le imprese abruzzesi sul fronte del credito, che sembra non essere più influenzato dagli effetti negativi prodotti dal sisma del 2009. Nel primo trimestre del 2010 è infatti cresciuto di 60 milioni di euro, mentre nello stesso periodo dell’anno precedente era diminuito di 110 milioni. Lo rivela l’analisi condotta dal centro studi della Cna abruzzese, realizzato da Aldo Ronci, sui dati diffusi dalla Banca d’Italia: a fare la parte del leone di questa riapertura dei rubinetti verso il mondo dell’impresa è stata soprattutto l’area dei servizi (+108 milioni), con una incremento anche dell’edilizia (+27), mentre al contrario l’industria ha subito una riduzione di 96 milioni. Sostanzialmente stazionario il quadro del credito concesso alle micro-imprese rispetto al 2009.

L’andamento del credito nelle prima parte dell’anno è stato illustrato questa mattina a Pescara, nel corso di una conferenza stampa, alla presenza del presidente e del direttore regionale della Cna, Italo Lupo e Graziano Di Costanzo, oltre che dello stesso Ronci.

Della positiva inversione del senso di marcia del credito, per quella che può essere definita come una sorta di riapertura dei rubinetti da parte delle banche, beneficiano con le imprese anche le famiglie, visto che la crescita interessa anche loro, con 186 milioni di euro in più. In misura più ridotta, al contrario le pubbliche amministrazioni. Per la verità, la ripresa di fiducia del sistema bancario verso il mondo imprenditoriale – che in termini percentuali si traduce in un aumento complessivo dell’1,02% in più, contro una media nazionale ferma allo 0,38% – sul piano territoriale si distribuisce in modo assai diverso tra le quattro province abruzzesi. Quello di Chieti, infatti, rappresenta un vero e proprio caso “nazionale”: alla persistente diminuzione in termini assoluti (-64 milioni) si somma infatti l’allarmante crescita delle “sofferenze”, ovvero dei debiti della clientela verso il sistema bancario. Con un incremento vertiginoso del 67% (pari a 130 milioni), infatti, il territorio chietino presenta uno dei più alti valori nazionali, influenzando in modo negativo tutto l’andamento regionale, che senza questa anomalia sarebbe stato perfettamente in linea con quello italiano.

Andamento del tutto diverso, sempre per quel che riguarda il credito concesso alle imprese, nelle altre tre province, con una quota sostanziosa di aumento a Pescara (+72), ma più modesta all’Aquila (+30) e Teramo (+22). 1.segue

Pescara, 27/9/2010

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