Abruzzo

Abruzzo. 25.000 Abruzzesi hanno firmato per l’acqua pubblica: quali risposte dalla politica abruzzese?

25.000 Abruzzesi hanno firmato per l’acqua pubblica:

quali risposte dalla politica abruzzese?

Questa mattina si è tenuta a Pescara presso il Caffè Letterario una conferenza stampa organizzata dal Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua, l’Abruzzo Social Forum ed il WWF per fare il punto sulla campagna referendaria contro la privatizzazione dell’acqua.

Alla conferenza era presente Marco Bersani di ATTAC e componente della Segreteria nazionale dei Forum dei Movimenti per l’Acqua che ha promosso il referendum.

In Abruzzo, da tre anni, i 6 Enti d’Ambito per la gestione del Servizio Idrico sono commissariati, e non c’è alcun confronto con la cittadinanza su quale prospettiva avrà nella nostra Regione la gestione del servizio idrico integrato.

Nel frattempo, la campagna per la raccolta delle firme è stato uno straordinario successo. 25.000 firme in Abruzzo, oltre 1.400.000 in Italia raccolte sui tre quesiti referendari: nessun referendum nella storia repubblicana ha raccolto un numero così elevato di sottoscrizioni. Una dimostrazione della volontà di tanti cittadini di affermare un’idea di pubblico e di gestione del bene comune completamente diversa dai carrozzoni clientelari che abbiamo visto in azione sui nostri territori.

Il prossimo obiettivo sarà portare almeno 25 milioni di italiani a votare tre “sì” per fermare la privatizzazione, ripubblicizzare le società per azioni che attualmente gestiscono il servizio idrico e cancellare qualsiasi forma di profitto dalla tariffa dell’acqua.

È evidente la forte richiesta di partecipazione sul tema della gestione dell’acqua che i cittadini abruzzesi sottoscrivendo i tre referendum hanno espresso. È incredibile che l’Assessore Regionale Angelo Di Paolo non apra un confronto serio e continuato  con il più grande movimento di cittadini nella nostra regione attivo sul tema dell’acqua che vede per la prima volta riuniti insieme, ben 8 comitati locali, associazioni ambientaliste, sindacati, diocesi, partiti e singoli cittadini.

Di fronte agli scandali che continuano a colpire la classe dirigente abruzzese, a partire dalla cattiva e clientelare gestione proprio di quei beni e servizi pubblici essenziali alla collettività come l’acqua (ricordiamo lo scandalo dell’acqua contaminata a Bussi), la sanità e per ultimo i rifiuti, ci sembra gravissimo ignorare una tale richiesta di partecipazione.

Ancora più grave appare il tentativo su scala regionale di aumentare le tariffe dell’acqua: solo nell’Ato di Pescara la protesta popolare ha fatto sì che si aprisse un confronto e di fatto ha congelato gli aumenti. In Abruzzo il solo valore delle tariffe è pari a 110 milioni di euro, rispetto a queste cifre non può essere un commissario a determinare il futuro dell’acqua in Abruzzo. Inoltre non mancano i tentativi di realizzazione di grandi opere dispendiose e di dubbia utilità come ad esempio il prelievo di 34 milioni di metri cubi all’anno di acqua dal Lago di Campotosto (bacino del Fiume Vomano) da reimmettere nel Fiume Aterno di cui poco o nulla si conosce visto che anche qui si procede per via commissariale ed emergenziale.

Sul tema dell’acqua si apra un dibattito pubblico, la Regione Abruzzo  promuova  incontri su tutto il territorio regionale sul futuro della gestione del servizio idrico, il piano di tutela dell’acqua, il disinquinamento dei fiumi abruzzesi, il ripristino della buona qualità delle acque.

Così ha dichiarato Marco Bersani, della Segreteria nazionale del Forum dei Movimenti per l’acqua: ”Il governo regionale, i deputati ed i senatori abruzzesi, se vogliono davvero evitare la privatizzazione, devono  battersi per l’approvazione della moratoria degli affidamenti dei servizi idrici previsti dal Decreto Ronchi, almeno fino alla data di svolgimento del referendum. Le Amministrazioni Comunali devono procedere a modifiche degli statuti comunali dichiarando l’acqua bene comune e la gestione del servizio idrico integrato un servizio privo di rilevanza economica, quindi non privatizzabile”,

Concludendo ha dichiarato: ”La regione Abruzzo è un territorio ricco di acqua,  l’avvelenamento dei pozzi Sant’Angelo nei pressi delle discariche a Bussi, il caso dell’inquinamento del Vibrata che ha portato la Magistratura ad aprire un inchiesta per epidemia colposa  devono portare ad un cambio di rotta inderogabile. I cittadini abruzzesi non si sono tirati indietro ora tocca agli amministratori fare la proprio parte”.

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