Abruzzo

Abruzzo. Lettera delle Parti Sociali, Associazioni di Categoria datoriali e Organizzazioni Sindacali dei Lavoratori, al Presidente della Giunta Regionale, con urgente richiesta d’incontro

ANCE, API, CASARTIGIANI, CIA, CLAAI, CNA, COLDIRETTI, CONFAGRICOLTURA, CONFARTIGIANATO, CONFCOMMERCIO, CONFCOPERATIVE, CONFESERCENTI, CONFINDUSTRIA, COPAGRI, LEGACOOP, CGIL, CISL, UIL, UGL

Lettera delle Parti Sociali,  Associazioni di Categoria datoriali  e  Organizzazioni Sindacali dei Lavoratori, al Presidente della Giunta Regionale, con urgente richiesta d’incontro

L’Abruzzo soffre da anni di una forte mancanza di sviluppo che l’ha portato ad essere l’unica regione italiana che in questa  prima decade del secolo è regredita in termini di PIL.

La violenta crisi che ha colpito l’economia mondiale in quest’ultimo biennio ha aggravato la situazione e gli ultimi dati statistici ufficiali dell’ISTAT evidenziano come l’Abruzzo abbia conseguito sia sul piano occupazionale che su quello della produzione (PIL) la peggiore performance fra tutte le regioni italiane.

Ai vari fattori che hanno contribuito a questa regressione economica si aggiungono varie e serie  emergenze quali  quelle connesse al sisma, che ha colpito con effetti drammatici ampi e importanti territori della regione e al deficit del sistema sanità che non solo blocca ogni possibilità di investimento ma impone anche una fiscalità aggiuntiva che grava in modo insopportabile su imprese e cittadini.

Tutto ciò è aggravato da una situazione di incertezza e confusione politica che in alcuni casi va ad investire questioni di trasparenza e legalità.

Le Associazioni di Categoria e le OO.SS. regionali, per la prima volta unitariamente, nell’esprimere una grande preoccupazione e un forte senso di disagio per la insufficienza di politiche idonee a fronteggiare la gravissima situazione che sta attraversando l’Abruzzo, richiamano l’attenzione delle Istituzioni e della Politica per sollecitare l’avvio di una nuova e più incisiva fase politica e programmatoria.

Le Parti sociali chiedono quindi che le Istituzioni e la politica,  in tutti i settori di competenza, riprendano il loro ruolo guida assicurando il Governo del territorio e i conseguenti atti di programmazione e amministrazione, a partire dal DPEFR 2011–2013 e dal Bilancio 2011, tornando ad assicurare alle attività produttive flussi ordinari di spesa.

La bozza di DPEFR presentataci rappresenta una presa d’atto della condizione della regione, bloccata sul grave tema del risanamento dei conti, ma manca una visione di programmazione del futuro dell’Abruzzo in tutti i settori, del rilancio economico-sociale e della ricostruzione dopo il sisma, che richiedono scelte politiche e non solo un ruolo tecnico-commissariale.

Ciò anche attraverso un sistema di deleghe istituzionali che garantisca realmente la necessaria capacità operativa e funzionale in tutti i settori di intervento.

Assieme ad una stabilità e funzionalità istituzionale, si rende assolutamente necessaria una programmazione organica che tracci con chiarezza  le priorità di Governo e definisca tempi (crono programma) e modi di attuazione, tale da essere identificabile e monitorabile.

Cosa fare, come farlo e in che tempi: questo è l’imperativo che le parti sociali chiedono alla politica e alle Istituzioni.

Coerentemente con quanto sopra evidenziato, le parti sociali chiedono il contestuale riavvio del confronto e del dialogo tra Governo Regionale e Parti sociali sui temi dello sviluppo, di fatto interrottosi da tempo, assicurando quell’unione di intenti e di obiettivi necessaria per l’individuazione delle maggiori problematicità avvertite dal territorio e la definizione delle opportune soluzioni.

ANCE, API, CASARTIGIANI, CIA, CLAAI, CNA, COLDIRETTI, CONFAGRICOLTURA, CONFARTIGIANATO, CONFCOMMERCIO, CONFCOPERATIVE, CONFESERCENTI, CONFINDUSTRIA, COPAGRI, LEGACOOP, CGIL, CISL, UIL, UGL

Consapevoli che la crisi che investe la regione Abruzzo assume aspetti del tutto particolari in funzione sia dell’assoluta  mancanza di adeguate risorse finanziarie da mettere in campo, che della gravità  delle  emergenze da  fronteggiare, le  Parti  sociali  ritengono prioritario l’avvio di un confronto con il Governo nazionale volto ad aprire di fatto una “Vertenza Abruzzo” che, anche in considerazione del processo federalista in atto, evidenzi la complessità della situazione abruzzese e la conseguente necessità di iniziative politiche ed economiche ad hoc a sostegno della regione.

In questa logica le Parti chiedono alle Istituzioni regionali che il confronto congiunto con il Governo nazionale sia diretto innanzitutto ad avere rassicurazioni e decisioni su alcuni temi di assoluta emergenza quali:

–         lo sblocco, l’impegno e l’accelerazione di spesa dei Fondi Master Plan, FAS, APQ infrastrutture, ricostruzione post sisma per le aree terremotate privilegiando i settori produttivi;

–         attivazione immediata della Zona Franca già accordata alle zone terremotate e la previsione di procedure amministrative speciali per poter affrontare la situazione di                                                 assoluta emergenza in quelle aree, anche con interventi a sostegno delle attività esistenti;

–         la previsione di un Piano infrastrutturale che attraverso l’avvio delle opere programmate e la progettazione di nuove darebbe alla Regione un enorme beneficio sia per migliorare la propria dotazione infrastrutturale, e quindi la propria capacità competitiva/attrattiva, sia per ridare fiato all’economia locale, con immediate ripercussioni sull’occupazione e sulla creazione di ricchezza;

–         il rifinanziamento della cassa integrazione in deroga per tutto il 2011, necessario per fronteggiare gli effetti occupazionali della crisi;

–         federalismo fiscale.

Il Governo regionale, da parte sua, dovrà mettere in campo tutti i necessari provvedimenti, più volte sollecitati dalle parti sociali, in quelle materie che possono agevolare la tenuta del tessuto sociale ed economico della regione in tutte le sue componenti e articolazioni settoriali (agricoltura, artigianato, commercio cooperazione, industria, turismo), accesso al credito, semplificazione amministrativa, politiche complessive di contrasto alla crisi, il cui impatto è tuttora pesantissimo nella nostra regione, non limitate agli ammortizzatori, ma comprensive di politiche attive del lavoro e politiche industriali adeguate a difendere e consolidare uno dei maggiori apparati industriali del Paese, riforme strutturali in campo economico e sociale: sanità, trasporti. consorzi industriali, enti strumentali. In particolare, per la sanità, si chiede che assieme ad una servizio di qualità, primario imprescindibile e non negoziabile, l’obiettivo primario, da raggiungere in un tempo quantificabile e monitorabile, deve essere la riduzione progressiva fino all’annullamento totale, della fiscalità aggiuntiva a carico di imprese e lavoratori.

Le parti sociali, consapevoli della gravità del momento, auspicano l’avvio di una fase di forte coesione e chiedono che le Istituzioni e le espressioni politiche della regione di maggioranza ed opposizione, con altrettanto senso di responsabilità e spirito costruttivo, si facciano parte attiva del necessario  processo di rinnovamento accogliendo le richieste evidenziate, favorendone la soluzione e ricercando unitariamente il conseguimento degli obiettivi di rilancio economico e sociale della regione.

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