Atri. Le ricerche confermano l’importanza dell’Oasi WWF dei Calanchi di Atri: presenti 23 specie di mammiferi, 117 di uccelli, 7 di rettili e 5 di anfibi, tra cui decine di specie protette a livello comunitario.

Le ricerche confermano l’importanza dell’Oasi WWF dei Calanchi di Atri: presenti 23 specie di mammiferi, 117 di uccelli, 7 di rettili e 5 di anfibi, tra cui decine di specie protette a livello comunitario.

Quest’anno ha nidificato anche il variopinto Martin Pescatore, immortalato nella bella immagine allegata.

Sabato 9 ottobre al via il ciclo di seminari “I sabati della Ricerca” rivolto ai cittadini interessati a scoprire questo patrimonio.

Le ricerche faunistiche in corso confermano l’importanza dell’Oasi WWF e Riserva natrurale Regionale “Calanchi di Atri”. E’ stata riscontrata la presenza di numerose specie importanti sia dal punto di vista ecologico, sia dal punto di vista conservazionistico. Ecco alcuni numeri: 5 specie di anfibi e 7 di rettili, 117 specie di uccelli, di cui ben 17 oggetto di interesse a livello comunitario, tra le quali ricordiamo il Falco Pellegrino. A questo lungo elenco quest’anno si è aggiunto il variopinto Martin Pescatore, che per la prima volta ha nidificato all’interno della riserva Anche la presenza di mammiferi si è rivelata cospicua: 23 specie di mammiferi, di cui 14 inserite nelle direttive europee di protezione delle specie rare.

Nonostante il periodo critico per la ricerca scientifica, la Riserva Naturale Regionale Oasi WWF “Calanchi di Atri”, consapevole dell’importanza di verificare sistematicamente e con rigore lo stato dell’ambiente e degli ecosistemi, promuove la realizzazione di ricerche scientifiche, mirate a valutare l’efficacia delle misure di protezione attuate. Grazie all’impegno degli operatori e dei ricercatori che collaborano con la riserva, negli ultimi anni è stata riscontrata la presenza di numerose specie, importanti sia dal punto di vista ecologico, sia dal punto di vista conservazionistico. L’ultima interessante osservazione, quella del Martin Pescatore, che divulghiamo solo oggi per ragioni conservazionistiche, è stata fatta dal fotografo naturalistico Davide Ferretti. Durante uno dei suoi sopralluoghi, egli ha avvistato e fotografato un nido di Martin Pescatore, uccello presente in Europa e in Africa, che predilige habitat d’acqua dolce, come fiumi, laghi e stagni contornati di boschetti e cespugli. Dichiara Davide Ferretti, “Insieme ad un mio amico stavamo cercando tritoni crestati vicino al torrente Piomba, quando la nostra presenza ha messo in allarme una coppia martin pescatore che stava scavando il nido in una parete di terra. Dopo averlo individuato, per tre settimane abbiamo seguito le varie fasi della nidificazione, osservandoli da lontano per evitare qualsiasi disturbo, e solo alla nascita dei pulli ci siamo appostati vicino al posatoio di caccia utilizzato con maggiore frequenza. Qui, dopo una lunga attesa, la femmina si è mostrata in tutta la sua bellezza e con una preda appena catturata! La foto testimonia la bellezza di questa nuova specie nidificante nell’Oasi”.

Al fine di stimolare l’interesse nei confronti della ricerca l’Oasi WWF Calanchi di Atri, in collaborazione con il Comune di Atri, il WWF e il Corpo Forestale dello Stato, ha organizzato un ciclo di seminari dedicato alla metodologia della ricerca scientifico-naturalistica. Da sabato 9 ottobre presso il Centro di Educazione Ambientale della Riserva, in località Colle della Giustizia di Atri, partirà infatti “I sabati della ricerca”, un ciclo di cinque incontri con esperti e professionisti del settore, che illustreranno ai partecipanti i più recenti metodi e tecniche di ricerca utili a studiare ciascuno dei principali gruppi animali: pesci, uccelli, mammiferi.

Per maggiori informazioni consultare il sito internet www.riservacalanchidiatri.it, oppure rivolgersi presso gli uffici amministrativi della Riserva, in piazza Duchi d’Acquaviva ad Atri o ai contatti:

tel. 0858780088, email: info@riservacalanchidiatri.it

Si allega immagine di Martin Pescatore gentilmente concessa da Davide Ferretti e la locandina del ciclo di seminari