Cultura & Società

Castelli. Questa mattina Paolo Baratella è tornato a Castelli presso l’Istituto d’Arte della Ceramica da poco promosso a Liceo Artistico del Design.

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Questa mattina Paolo Baratella è tornato a Castelli presso l’Istituto d’Arte della Ceramica da poco promosso a Liceo Artistico del Design.

La vernice della sua personale dal titolo “Per eliminare il Vampiro scollare la tela” lo ha visto entusiasta visitatore nel tempio della ceramica castellana, accolto dall’intero staff della amministrazione comunale e scolastica.

Le iniziative legate alla sua mostra personale si articolano ora in un laboratorio per la teorizzazione e la costruzione di una installazione che verrà interpretata dall’artista in condivisione con l’intera scolaresca.

Un atto partecipato per la costruzione di un’opera d’arte che si esprime col linguaggio più innovativo, frequentato da artisti dell’intero mondo, impegnati nei linguaggi multimediali.

Il tema trattato ha il titolo di limes.

Limes fa riferimento al significato latino dal quale deriva il termine limite, ma anche confine, differenza, frontiere… . Questa definizione appare chiara all’autore che la ritiene intrisa di ancestralità rappresentando meglio quel significativo limite, nascosto, che appartiene all’essere in quanto umano esistente e che trova nel filo spinato il proprio segno difficilmente oltrepassabile.

Un tema già sviluppato da Baratella, un tema caro alla sua ricerca perpetua ed instancabile: l’uomo e la sua affannosa corsa verso il suo destino e il rewind ha proprio il valore esplorativo sull’argomento attraverso una partecipazione collettiva, in una ipotesi rinnovata, forse di approfondimento non ancora esplorato. “limes” assume così una ulteriore intepretazione, una sorta di evoluzione del pensiero originario de ”la corsa”, un adeguamento per meglio condividere un gesto creativo con gli studenti che parteciperanno al laboratorio,

Gli studenti del Liceo Artistico per il design saranno coinvolti in una operazione che li vedrà, assistenti del maestro, coinvolti in un processo attuativo, partecipi di dinamiche che danno origine a gesti forgiativi adatti ad ottenere forma e sostanza di un collegamento emotivo: la costruzione di una macchina artistica multimediale.

A dare conforto all’intera operazione contribuirà la presenza del maestro Oskar Boldre, musicista, compositore ed esecutore che con la sua voce e il suo canto difonico attraverserà e contaminerà l’intera opera, dando alla stessa un valore acustico di volta in volta evocativo, ossessivo o struggente. Suoni che parlano il linguaggio elettronico, sonorità sintetiche che immaginano nuovi codici.

La conclusione di questa maratona artistica sarà documentata da Giulio Stambrini, regista di cortometraggi per la RAI, professionista delle immagini di grandissima esperienza.

Mariarosa Dei Svaldi

Direttore e Curatore Artistico

I filosofi – 2000

PAOLO BARATELLA

(Bologna) – nasce da genitori ferraresi. Trascorre l’infanzia a Bologna in Via Lame. Il negozio
del papa sarto in cèntro, al servizio del regio esercito; poi la guerra. Nel 1940 il ritorno della famiglia a Ferrara che accen­de nel suo orizzontale e nebbioso splendore, un mondo di misteriose presenze. Il bimbo Baratella, sotto le bombe ame­ricane vestito da figlio della lupa, vince in prima elementare un concorso di disegno.
A sei anni decide che sarà un pittore, e sarà grande almeno quanto il Capuzzo ferrarese, pittore eclettico sul barcone di Codigoro.

La tragedia della guerra, lo sfollamento, i rifugi antiaerei, le bombe, i bengala, le buche scavate nella terra, il teatro dei burattini, le grandi passioni trasmesse da quel burattinaio che si chiamava Forni e, dopo la guerra, la compagnia teatra­le Doriglia/Palmi, i trasalimenti per le grandi tragedie dell’ uomo stilizzate in baracconamenti di luci ed ombre nette. E Gigetto il gelataio di vicolo mozzo Ocaballetta con quei carretti con draghi e cigni cari a Visconti in “Ossessione”, lag­giù nella Piazza Castello sempre a Ferrara.

Realtà negli occhi di un fanciullo, i maestri dell’educazione estetica, oltre alla fame e alla miseria, alle grandi manifesta­zioni contro gli agrari. Provare a dipingere con l’olio d’oliva Dante e i tubetti di colore trovati per caso, sulle anime delle pezze di tessuto del papà sarto e della mamma sarta, che il mondo era fatto di sarti, , di santi e di pittori che andavano nelle chiese per la minestra e decoravano il cinemino della parrocchia dei Frati Francescani. Cosmè Tura, Cossa, Èrcole De Roberti, a Schifanoia per stupire l’adolescente artista , coi primi peli di barba , foruncoli e geometrali ragionamenti con

compagni virtuali di nome Giorgio De Chirico e Filippo De Pisis, poi a Procida, isola del poeta, dopo aver sgranato occhi e anima sui campi di concentramento nazisti, in una mostra fotografica nel ridotto del Teatro Comunale di Ferrara; fuggito da tutto, voglia d’annientamento. Dipingere in un solaio al n. 8 di Via Montebello, parlare le notti di Kant e Nietzsche, mentre turbamenti mistici continuavano a minacciare l’integrità dell’atleta ciclista, alla ricerca solitària di Dio. Nel 1958 si stabilisce, senza fissa dimora, a Milano, dove

conosce Piero Manzoni, Antonio Recalcati , Mario Nigro, Lucio Fontana, Carlo Bassi, Gianpietro Testa, ecc… e un po’ per non morire, vive a Parigi poi, affamato, cono­sce Giorgio Marconi ed Emilio Tadini, e vince la Biennale di S.Marino. Espone a Londra e a Parigi, prescelto da una commissione internazionale alla Galerie des Jeunes in rue St. Andre des Arts, proprio a Parigi. E’ un artista “affermato”, si fa per dire, con articoli su Le Monde e altre storie scritte da Jean Jaques Leveque. Nel ’64 incontra Gunther Grass, espone a Berlino e a Bad Godesberg: la Germania diventa il punto di riferimento fondamentale, anche politico. “La domanda e 1′ offerta ” unisce in comunità d’intenti politici ed estetici Baratella a Spadari e De Filippi, in una mostra del ’67 a Milano Galleria del Grattacielo: già la morte di Ardizzone aveva acceso la rabbia del giovane artista; il sodalizio produrrà molta attività di mostre di gruppo così dette di impegno politico, mentre Baratella svilupperà una sua visione antagonista del tutto originale ed individualizzata.

L’ occupazione della Triennale di Milano e le successive strategie terroristiche della tensione di stato, indirizzeranno sem­
pre più la sua visione artistica nella dirczione di una espressione ideologizzata e per così dire politica.
Ancora in Germania con il DAAD e a Parigi a lavorare, a conoscere gli artisti che la politica la fanno, dicono, davvero: Vostell, Beuys, Kienholz, Grutzche, Canogar, Caniaris, Alverman, Monory, Kitaj, Tilson, Arrojo, Rancillac, Staeck, Errò, Klasen, ecc…

Mostre nei musei d’arte moderna di Parigi, di Bruxelles, di Berlino, Hannover, Monaco, Bielefeld, Dusseoldorf ecc…, e in Spagna con ancora Franco, il sequestro eppoi la condanna a Parigi di un quadro (bruciato pubblicamente a Brive) con­tro il razzismo, ne parlò anche Sartre. Rifluire! Terrorizzare!

Altri quadri, altre azioni. Renato Guttuso! Un quadro di 23 metri alto 3.20: Vorrei e non vorrei. “ Vogliamo tutto e subito”.

Il decennio anni ’90 lo vede attore all’ Accademia di Belle Arti di Brera a Milano come titolare di cattedra, alla scoperta del nocciolo duro dell’ arte. È invitato alla XIII Quadriennale d’Arte di Roma dove presenta “Achille e la tartaruga”, da un ciclo di opere dedicate al pensiero filosofico presocratico. Altri cicli pittorici dedicati al “soggetto contemporaneo” lo vedono impegnato in questi anni del nuovo millennio. Affresca la nuova Sacrestia della Cattedrale di Ferrara e realizza grandi vetrate a Milano nella chiesa Mater Ecclesiae di Buccinasco. Le esperienze estetiche, fìlosofiche e politiche sono tuttora in corso. Baratella attualmente vive e lavora a Lucca, dopo un lungo periodo trascorso in una casa di campagna sulle colline del Monferrato alessandrino. Si autodefinisce esiliato.

Dal 2000…

2001

Alice e i signori del tempo,

Galleria d’Arte moderna e contemporanea, S. Donato Milanese.

Opere recenti, Galleria

Brambati Arte, Vaprio d’Adda.

2002

Nostalghia: … Novecento e poi,

Galleria d’Arte Giobatta, Brescia.

Occidentale, Galleria d’Arte Soave,

Alessandria.

Padroni del Tempo,

Area Esposizione Zona Grandi Servizi Territoriali,

Castelfranco Veneto.

Contemporanea,

Forli ArteFiera.

2003

Vorrei e non Vorrei,

Spazio Hajek,Milano.

Nemici, amore e contesa,

Assessorato

alla cultura Provincia d’Alessandria, Palazzo Guasco, Alessandria.

Opere recenti,

Museo d’arte moderna e contempora­nea, fondazione Pagani, Castellana

2004

Galleria Sante Moretto arte contempo­ranea, Monticello Conte Otto, Vicenza.

Dall’immagi­ne alla materia,

Area Esposizioni Zona Grandi Servizi Territoriali, Castelfranco Veneto.

2005

Segno d’artista, L’uomo e la natura, a cura di Mariarosa Dei Svaldi

Regione Abruzzo, Parco Nazionale del Gran Sasso e Laga, Montorio al Vomano.

2006

Affresco della volta della nuova sacrestia della Cattedrale di Ferrara.

Sala Dosso Dossi, Ferrara.

L’onda anomala,

Galleria d’arte Soave, Alessandria.

Marcantoni arte contemporanea,

Pedaso – AP.

2007

Spazio Annunciata,

Milano.

Galleria Numero 38,

Lucca,

Babele arte, personale su Second life.

Toluian art gallery, Palermo.

2008

Galleria Numero 38 ,

Lucca.

Galleria Soave,

Alessandria.

Gli angeli filosofali,

Centro d’ Arte Vicolo Cappellino, Sciacca.

2009

Costanti e variabili, mostra antologica,

Casa dei Carraresi, Treviso

Il mito della caverna,

Palazzo dell’ Annunziata Matera

2010

La zona: l’enigma del sublime,

Galleria Orizzonti, Catania

La corsa, GALLERIANUMERO38,

Lucca

Baratella prima di Baratella,

Casa dell’Ariosto,Comune di Ferrara

Per eliminare il Vampiro, scollare la tela,

Castellarte a Castelli – Teramo

Oskar Boldre

(classe 1968) nasce come autodidatta e si avvicina alla musica giovanissimo come chitarrista/cantante in gruppi di rock progressivo nelle “cantine” milanesi (ITA) a partire dal 1984. Passa poi ad esperienze free folk ed infine afro jazz come cantante-percussionista, bassista e compositore.

Dopo un periodo di 5 anni di “ritiro” (esperienza di vita in azienda agricola montana in toscana -(ITA), in cui ha scoperto la forza dello strumento voce e le poliritmie del corpo), si dedica allo studio e approfondisce il canto difonico con Bernard Jaeger (CH/D).

Nel 1997, la scuola di Musica popolare di Forlimpopoli (ITA) gli commissiona un lavoro di rivisitazione per ottetto vocale misto di brani del repertorio tradizionale delle voci bulgare. In questo ottetto, oltre al lavoro di arrangiamenti e trascrizione, canta come tenore.

Dal 1997 dirige i cori polifonici Goccia di Voci (repertorio di ispirazione etnica), e l’ensemble vocale Ancore d’aria (repertorio originale pionieristico nell’attuale panorama “a cappella” europeo) con cui lavora in varie formazioni nella regione insubrica (ITA/CH). Con questi organici ha all’attivo cd, concerti e numerose partecipazioni a festival Europei oltre a trasmissioni radiofoniche sia in Italia che in Svizzera.

Fonda nel 1998, il progetto Loutec (composizioni proprie e jazz-ecm) col pianista triestino Riccardo Morpurgo.

Dal 2000 canta nel progetto Kashina (musiche improvvisate, solar jazz) col batterista biellese Alex Cristilli.

Ha insegnato canto presso la Scuola di Musica Popolare di Locarno (CH) e, dal 2000, insegna improvvisazione vocale d’insieme a Locarno, Lugano e Milano.

Ha collaborato con varie compagnie teatrali in qualità di vocal trainer, attore e compositore (A.T.I.R Milano (ITA), Teatro due Mondi Faenza (ITA), Teatro dei Fauni Locarno (CH)).

Dal 2004 è direttore artistico del festival internazionaleVoci Audaci (CH).

È membro della associazione OSA! www.organicoscenaartistica.ch

Numerose le collaborazioni come vocalista tra cui ricordiamo le incisioni col gruppo jazz di Ivo Antognini (CH), nel progetto vocale One More Language di Francesco Forges (ITA), e in duo col vocalista Albert Hera (ITA), conduttore arrangiatore e cantante nel progetto per sole voci Nel Cuore della Voce con Anna Oxa (ITA). Attualmente canta in duo col clarinettista basso Simone Mauri musiche improvvisate.

Oskar Boldre inizia la sua attività solista con la suite OASIS, per voce sola ed eco digitale, commissionata dall’assessorato alla cultura di san Donato Milanese (ITA) in occasione dell’inaugurazione della mostra del pittore Paolo Baratella Alice e i signori del tempo 2001.

Dal 2004 intraprende delle produzioni soliste: Voci come Occhi, performance di ricerca vocale e teatrale con regia di Davide Fossati (all’interno del festival “arcaico, semplicemente organico” Cinisello Balsamo (ITA). Produzione CH/ITA: Teatro dei Fauni/Cooperativa Mosaico. Voce Danzante con Respiro, concerto per voce sola e live electronics, composto da improvvisazioni e composizioni originali oltre a rivisitazioni vocali di brani di C.Debussy, M.Ravel, B.Marcello. Nel 2010 ha composto la colonna sonora del cortometraggio “la Corsa” di Paolo Baratella.

Giulio Stambrini

Una lunghissima carriera di documentarista e regista cinematografico vede Giulio Stambrini conteso tra il vecchio continente e l’america.

La sua vita si divide tra Milano e gli Stati Uniti e sedimenta importanti esperienze lavorative e professionali di altissima qualità.

La sua scheda professionale lo vede nella realizzazione di importanti documentari per la RAI radiotelevisione italiana e una miriadi di committenze da parte delle neonate reti televisive ed emittenti private che rendono variegato e regionalista il paesaggio delle comunicazioni nazionali.

Da pochi anni decide la sua sede definitiva in Italia, la scelta cade nella magnifica terra del Monferrato, stimolante ambiente per la sua produzione più matura ed intimista.


Da qui l’idea di sfruttare la sua arte per cogliere “Attimi di Monferrato” con la macchina da presa, momenti di vita vera, sensazioni, sentimenti, profumi, colori e odori di una terra mitica. Affronta la committenza della direzione di una rassegna per la promozione integrata del territorio capace di un intenso e granitico spessore culturale e storico.

La rassegna, chiamata appunto “Attimi di Monferrato” vede Giulio Stambrini impegnato in un lavoro vasto ed inesauribile.

Tra gli altri si cimenta nel progetto “Munfrà…un elogio alla lentezza”, documentario artistico interamente dedicato alle terre d’adozione e nql suo immenso carnet troviamo anche:
Photocopie , emozioni e sensazioni dietro le quali si nascondono i protagonisti del vivere in coppia. Cortometraggio girato entrando nelle case (e nella vita) della gente di Cuccaro e del Monferrato. Un affresco sottile e pieno di luce sulle dinamiche, a volte anche dolcissime, del vivere insieme per sempre.

Sporcatevi le mani, ritratto umano e artistico del pittore Paolo Baratella nella sua casa-studio

Un percorso assieme, episodio che sarà una sorta di anticipazione-presentazione, un assaggio, insomma, del documentario “Munfrà…elogio alla lentezza”.

Una genesi lontana quella di Giulio Stambrini cimentato in un lavoro di archivista delle immagini e delle emozioni

Mariarosa Dei Svaldi

direttore e curatore artistico

Curriculum Vitae

La produzione cinematografica di Giulio Stambrini parte dalla fotografia e arriva al documentario con “America si, America no” del 1972,girato negli U.S.A durante un lungo periodo di permanenza in quel paese e presentato al Film Contest Underground di S.Jose’, California.

E poi

– 1984-85 PHOTOCOPPIE (autoprodotto)-(Le emozioni e le espressioni dietro le quali si nascondono i protagonisti del vivere in coppia)- selezionato a Filmaker di Milano, Salso Film Festival e Anteprima di Bellaria.

Dal 1986 al 1990 entra a far parte della scuola laboratorio di Ermanno Olmi a Bassano, dove partecipa alla realizzazione di Induzione e Speranza di R. Sanpietro. Scrive inoltre diversi soggetti e sceneggiature per cortometraggi nell’ambito della scuola stessa.

– 1991- ANCHE PER OGGI NON SI VOLA (autoprodotto) selezionato a FilmMaker (Milano)- (Riprese del gioco dell’aereoplano che alla fine degli anni 80 aveva coinvolto “la Milano da bere”)

-1993- DONNA E SCIENZA- Realizzato con il contributo della CEE e del Provveditorato agli Studi di Milano. (Note scienziate italiane stimolano attraverso interviste sul proprio lavoro le giovani studentesse maturande ad iscriversi sempre piu’ a facolta’ scientifiche.)

-1993-95 OSCIADLAMADONA-Coregia di F. Lupi Timini- (Riconoscere senza timori la propria origine,questo è il messaggio di G.Stambrini dal sapore autobiografico nei confronti della propria terra di Romagna). Prodotto da Video-Documenta Net

-1996 -UM PE’ D’SUGNE’- (Ritratto ironico di una coppia alle soglie delle nozze)

– 1996 – ANTOINETTE VA A LA CAMPAGNE (Ritratto di signora)

– L’ABATE CICCIO – FRANCESCO SOLIMENA. ( Un percorso ideale e pittorico per le vie di Barra).

Patrocinato dal Comune di Napoli e prodotto dalla Q8 Petroleum

-Dal 1997 al 2007, 10 mediometraggi prodotti per il Busker festival di Castellaro Lagusello(MN)

-2001- ARTE E MOVIMENTO- (Ritratto dello scultore Marco Mantovani)

– FONDAZIONE MANTOVANI-(Principali attivita’ della stessa fondazione)

-2002 MILOUD E I RAGAZZI DI BUCAREST (Ritratto del lavoro del clown francese Miloud Oukili con i ragazzi dei tombini di Bucarest)

– 2002 TOURNEE’ Emozioni ed esperienze delle famiglie italiane che hanno ospitato i ragazzi di Bucarest e Miloud

– 2003 PALESTINA MON AMOUR (Miloud nei villaggi devastati dalla guerra dona il suo naso rosso ed un sorriso ai bambini di Palestina)

-2004 ROMA :INCONTRO INTERCULTURALE (Miloud organizza un festival di ragazzi di strada provenienti da diversi paesi)

– 2005 SPORCATEVI LE MANI ( Ritratto umano e artistico del pittore Paolo Baratella nel sua casa -studio di Cuccaro Monferrato(AL)

-2005 SATH-SATH (Psicodramma recitato dai ragazzi di strada nepalesi ai quali il clown Miloud Oukili ha portato il suo naso rosso)

LICEO ARTISTICO PER IL DESIGN

“ F.A.Grue

Castelli

Carla Marotta

Preside

La mostra più recente, ospitata nell’Istituto, è quella di Paolo Baratella Per eliminare il vampiro,scollare la tela”, uno strumento originale con il quale affrontare la didattica di grandi temi sociali e civili, approfondire la storia contemporanea, scandagliare i luoghi della verità attraverso immagini e simboli.

Lo sguardo dei ragazzi incontra ripetutamente pennellate lunghe e taglienti, elementi cromatici emotivi, suoni evocati dai colori che scrivono nei ragazzi l’opinione, i significati, le categorie, il comprensibile e il bello.

Anche solo camminando nei corridoi della Scuola, gli studenti esercitano, quasi inconsapevolmente, le competenze dell’anima e sedimentano, in loro stessi, il gusto, fedele compagno di vita.

Dopo una fase laboratoriale, l’allestimento della mostra di Paolo Baratella diventerà l’occasione per realizzare nuovi eventi. Dal 29 settembre, infatti, l’artista farà vivere agli studenti della Scuola d’arte di Castelli, compresi gli studenti della scuola Media annessa, l’esperienza della nascita di una installazione , questa volta dedicata al confine, al superamento del limite, del filo spinato che è dentro di noi e che presidia il luogo nascosto dei sogni nel quale è bello rifugiarsi

Il primo ottobre , alle ore 16,00, tale installazione verrà presentata con una particolare organizzazione scenica e con la musica dal vivo del musicista Oskar Boldre, con le riprese in presa diretta del videomaker Giulio Stambrini.

Espressioni artistiche diverse che confermano l’attenzione di questa istituzione scolastica per il divenire nelle sue forme più diverse, non esclusivamente legate alla ceramica, ma sempre legate alla progettazione del nuovo.

Una scuola viva, aperta , operosa che cerca la sfida con i suoi studenti e per i suoi studenti.

Estratto del documento “ stage artistici”

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