Abruzzo

Abruzzo. Sanità: Riorganizzazione della rete ospedaliera: Chiodi aumenterà la mobilità passiva ed i conflitti sui territori.

Riorganizzazione della rete ospedaliera: Chiodi aumenterà la mobilità passiva ed i conflitti sui territori.

I Consiglieri regionale del PD, Claudio Ruffini e Giuseppe Di Luca criticano duramente la riorganizzazione delle rete ospedaliera della Regione Abruzzo decisa dal Presidente Chiodi e dal sub commissario Baraldi.

Una riorganizzazione che secondo Ruffini e Di Luca avrà effetti devastanti sopratutto nelle aree in cui insistono i presidi ospedalieri minori. Ospedali impoveriti, interi reparti soppressi e personale sanitario sempre più umiliato e senza prospettive di valorizzazione e qualificazione professionale. E’ questa la sanità moderna secondo Chiodi?

I tagli indiscriminati alle unità operative complesse (primariati) che dovranno diventare semplici unità dipartimentali significherà lo sfinimento della sanità pubblica teramana.

“Torneranno i conflitti tra i territori che si ritroveranno l’uno contro l’altro a combattere per salvaguardare un reparto piuttosto che un altro” spiegano Di Luca e  Ruffini “la provincia di Teramo perderà un altro punto nascita tra S.Omero ed Atri e sicuramente verrà privata di un reparto di rianimazione e di ortopedia. I reparti di geriatria verranno  accorpati a quelli di medicina e diventerà sempre più difficile il ricovero degli anziani in una provincia dove ci sono carenza di Rsa.”

Il risultato non è difficile da prevedere:difronte ad una sanità debilitata ed impoverita di professionalità sanitarie il cittadino preferirà andare a curarsi altrove aumentando di molto la mobilità passiva. Infatti i dati sulla mobilità attestano che tra il 2007 e il 2009 sia la spesa che i ricoveri tendono a crescere dell’otto per cento l’anno, nonostante i dati nazionali siano in controtendenza. E crescono sopratutto i ricoveri per le nascite per l’oculistica e l’ortopedia, ovvero quei reparti oggi interessati dai tagli.

Questo modello di sanità non tiene conto delle peculiarità del nostro territorio e renderà interi reparti ospedalieri inadeguati ed impossibilitati ad offrire assistenza sanitaria.

Una critica, quella di Ruffini e Di Luca, che non riguarda solo gli aspetti più tecnici ed operativi di questo Piano “taglia-tutto” ma anche il metodo che questa maggioranza ed in particolare il Presidente Chiodi continua a seguire nelle scelte strategiche dell’Abruzzo.

“Siamo completamente esautorati del nostro ruolo” dicono Di Luca e Ruffini “dobbiamo ringraziare la stampa che ci informa ormai a cose fatte di cosa accadrà alla sanità della Regione Abruzzo, altrimenti saremo all’oscuro di tutte le decisioni che finora hanno interessato gli abruzzesi.”

Ormai il Consiglio regionale ed i consiglieri regionali di minoranza (ma anche di maggioranza) sono relegati ad un ruolo minore, quasi a dei ratificatori di scelte ordinate e confezionate a Roma. Scelte importanti che poi incidono sulla vita di migliaia di cittadini senza neanche aver avuto l’opportunità di un confronto politico vero o di una discussione con i territori interessati.

“Sembra quasi che il Presidente Chiodi provi disprezzo e disinteresse a cercare un confronto con le istituzioni regionali, nonostante i numerosi appelli che gli abbiamo rivolto e la disponibilità che gli è stata manifestata. Adesso però abbiamo toccato il fondo:Chiodi non è il padrone di un’azienda e noi non siamo i suoi dipendenti. Chiediamo maggiore rispetto, condivisione nelle scelte strategiche e sopratutto vogliamo essere informati” dicono i consiglieri regionali del Pd.

Secondo Di Luca e Ruffini, l’isolamento in cui naviga il Presidente, è il sintomo di una maggioranza in difficoltà e dell’incapacità di Chiodi di costruire un dialogo con la minoranza e sopratutto con i territori e gli operatori.

“La presunzione e il narcisismo di Chiodi ha raggiunto livelli inaccettabili. Mai nessuno aveva osato tanto. L’unica maniera che il Consiglio regionale ha per essere informato è quello di richiedere in continuazione consigli regionali straordinari, come è già successo per il Piano Operativo, la cui approvazione scatenò l’ira di numerosi sindaci. Pensavamo che il Presidente avesse imparato la lezione ma siamo stati ancora una volta delusi” conclude Ruffini e Di Luca.

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