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Elezioni Usa “Ricostruire il mosaico politico-economico” Democratici e Repubblicani: «Non è tempo di esultanza. Concentrarsi “alle top priority”»

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Ap – Elezioni Usa

“Ricostruire il mosaico politico-economico”

Democratici e Repubblicani: «Non è tempo di esultanza. Concentrarsi “alle top priority”»

di Lino Manocchia

WASHLNGTON, 4 Novembre ’10 – L’esito finale delle elezioni americane può essere definito con  un “pari”. Il saluto augurale di vittoria del Presidente Obama al neo eletto Speaker della Camera, sempre abbronzato John Boehner (foto), repubblicano, si è concluso con un augurio “partigiano”: «Questo non è tempo di esultanze e la parola d’ordine poggia sui “compromessi” futuri delle due  Parti: concentrandoci alle “top priority” che assillano il popolo  americano.»

La cronaca, comunque, offre un quadro che mostra il trionfo dei repub-blicani nella Camera, dove hanno conquistato dieci seggi di candidati stra-niati dalla situazione finanziaria, confusi dalle dichiarazioni faziose e ten-denziose, e il consolidamento degli “azzurri” democratici nel Senato, dove è rimasto leader della maggioranza il senatore del Nevada Harrry Reed, che

i polls avevano presentato come “un povero pensionato”.

E’ ovvio che gli scampanati ”polls”, che prevedevano uragani, sunami e stragi, sono rimasti a bocca amara. ”Obama  è stato punito”, afferma il direttore di Repubblica, ma i “polls” delle maggiori agenzie, emersi subito dopo le elezioni, affermano che la responsabilità della negativa situazione va distribuita in parti uguali tra Bush (37%) e Obama (36%).

Giusta la considerazione di un collega della Cnn Tv il quale afferma che «i repubblicani hanno concentrato la campagna elettorale contro il Presidente americano e non sulla rielezione o meno dei seggi della Camera e Senato. «Per attaccare Obama,» afferma l’ex Presidente Bill Clinton, «bisognerà attendere ancora due anni, poi si vedrà. Intanto, per ora, il numero uno è il Presidente che possiede la penna del “Veto”.»

«I repubblicani hanno imparato diverse lezioni,» commenta un anziano senatore repubblicano. «Speriamo che le nuove leve apportino saggi suggerimenti.»

Molti si chiedono se i repubblicani, insisteranno nel non volere aumentare il livello delle tasse ai ricchi (che frutterebbero centinaia di miliardi usabili per appianare i debiti), e nell’annullamento del progetto sanitario, revisione del sistema pensioni e qualche altra soluzione adottate dal Presidente. Tutto da vedersi, dopo la sbandata politica da poco placatasi.

Intanto la Camera ha registrato l’arrivo di un cospicuo numero di Indipendenti, o membri del Tea Party, guidati dal presidente De Mint, fiancheggiato dall’oriundo latino – residente floridiano, Marco Rubio – che ce l’ha fatta nel Senato. Ambedue propongono un voluminoso pro memoria di idee che hanno impressionato i decani della politica.

I risultati ovviamente, hanno lasciato delusi o giubilanti diversi italo-americani con Andrew Cuomo (foto) in testa, neo governatore dello stato di New York, che ha battuto clamorosamente il criticato Paladino.

L’ex deputato del Colorado Tom Tancredo è rimasto a secco per la sua inversione di politica, allorché abbracciava il Tea Party – che ha fatto ingresso nel campo politico con idee che hanno fatto riflettere gli “amici” repubblicani i quali, a loro volta, hanno chiesto agli “ospiti” di aver pazienza e di seguire la “prassi politica”.

Dal Missouri notevole anche la vittoria di Palazzo, neo deputato. Concreta la vittoria dei candidati democratici californiani: Jerry Brown, che all’età di 36 anni divenne governatore, e a 72 anni per la terza volta dirigerà il Governo californiano, dopo aver sconfitto la miliardaria Meg Whitman, la quale ha investito, in proprio, 140 milioni di dollari per la  campagna elettorale.

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ABRUZZOpress – N. 416 del 4 novembre ’10                                                                                                                             Pag 2

Nel contempo la senatrice  Barbara Boxer ha soffocato, sotto la  valanga di voti del 62,2% a 42%, la quotatissima ricca signora Carley Fiorini.

La speaker Nancy Pelosi (foto), riceve dalla California, l’ottanta per cento dei voti, ma a gennaio passera il “gavel” (martelletto) al repubblicano Bohener, amante del Golf e del sole.

Presidenza,  richiesto di un suo commento ha detto: «Sarah farà bene a starsene buona e serena. Non si attenda medaglie, apprezzo il suo operato, tutto qui. Il futuro deciderà, ma credo che Sarah non tenterà più la scabrosa strada poliit ica, » conclude l’anziano senatore. L’isterica Sarah Palin (foto, sotto) accusata di “faziosita”, insieme al gras-soccio Rush Linbaugh, predicatore alla radio, ora potrà concentrarsi alla “Fox Tv” accontentandosi del lauto compenso per le sue considerazioni, trasmesse ad  una massa che,

lentamente, uscirà dalla nebbia creatasi nei due anni di comando del Presidente Obama. Allora il “sogno 2012”.

Tutto da rifarsi? «Non crediamo,» risponde una  mezza dozzina di assetati candidati repubblicani in cerca di gloria.

Una cosa è certa: gli Stati Uniti hanno assoluto bisogno di ricostruire i pezzi dell’infranto mosaico politico-economico se vorrà continuare a vantarsi di essere la numero Uno nel  mondo.

LINO MANOCCHIA

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