Pescara città lontana dai giovani

Pescara città lontana dai giovani


PESCARA – Tempo fa la nostra associazione ha raccolto più di cinquecento firme di giovani cittadini per chiedere all’amministrazione comunale di istituire un servizio di Bus notturni con l’intento di diminuire gli incidenti stradali del sabato sera, incentivare l’uso dei mezzi pubblici e affermare un diritto: quello alla mobilità notturna. Dopo una prima apertura l’Assessore Fiorilli ci ha poi comunicato che i soldi per attivare il servizio non c’erano, si trattava di spiccioli circa cinquemila euro al mese! Oggi sembra aver totalmente messo da parte la questione nonostante il consiglio abbia approvato una mozione all’unanimità per l’istituzione del servizio. Ci chiediamo perchè un ragazzo che abita in periferia, magari con un genitore in cassa integrazione, che non può permettersi l’acquisto di un motorino, il sabato sera debba per forza di cose rimanere a casa senza avere la possibilità di vivere una vita sociale dignitosa? Poi proponemmo all’Assessore Cerolini la modifica del regolamento per gli asili nido chiedendo di introdurre un criterio che, a parità di reddito e di situazione familiare, potesse leggermente agevolare i figli dei genitori sotto i trent’anni nell’accesso alle strutture comunali dato che, gli stessi, hanno presumibilmente i padri e le madri ancora in età lavorativa e quindi non possono contare sull’aiuto dei nonni per tenere i bambini. Anche qui, dopo un iniziale apertura, ci fu risposto che questo non era un criterio accettabile.

Ma questi politici hanno le fettine di prosciutto davanti gli occhi? Fanno finta di non sapere che da recenti sondaggi la fascia di popolazione con il rischio più elevato di povertà è quella giovanile, che la disoccupazione tra i giovani è arrivata al 20% (mai così alta da dieci anni a questa parte) e che per quanto riguarda i lavoratori precari e atipici (quasi il 60% della popolazione dei precari è nato dopo il ’74) il tasso di occupazione è sceso negli ultimi due anni vertiginosamente, tanto che alcuni quotidiani hanno testualmente titolato “In Italia la crisi la pagano i giovani”. Questi drammi,oltretutto, si vanno a sommare ad un quadro salariale d’ingresso nel mondo lavorativo tra i più bassi in Europa (diminuito ulteriormente dell’11% negli ultimi dieci anni).

Cosa intende fare il comune? Continuare a far finta di nulla o iniziarsi ad occupare seriamente del problema? Nel caso si continuasse con questa ignavia saremmo costretti a costruire e organizzare forme pacifiche ed inedite di protesta al fine di porre la questione al centro dell’azione politica dell’amministrazione comunale.