Teramo. i lavoratori delle cooperative della Comunità Montana di Cermignano hanno percepito venerdì 12 soltanto lo stipendio di luglio e non le mensilità di agosto fino a ottobre.

A dispetto delle dichiarazioni a mezzo stampa di qualche settimana fa, i lavoratori delle cooperative della Comunità Montana di Cermignano hanno percepito venerdì 12 soltanto lo stipendio di luglio e non le mensilità di agosto fino a ottobre. Per qualche lavoratore si tratta, addirittura, della mensilità di giugno.

Nei prossimi giorni, potrebbero percepire una ulteriore mensilità, ma questo stillicidio non risolve il problema: chi lavora e presta la propria attività ogni giorno non può aspettare di essere pagato dopo mesi e mesi, specie con questa crisi.

Le responsabilità dei ritardi sono da imputare alle cooperative che gestiscono in appalto i servizi, alla Regione Abruzzo e ai comuni associati.

In relazione alle cooperative, la scrivente ritiene dannoso che molte nascano esclusivamente per gestire determinati servizi per un unico committente mancando di confrontarsi sul mercato per altri appalti e per altri servizi. Così non avendo autonomia finanziaria, al primo ritardo di pagamento delle fatture da parte dell’ente appaltante, le cooperative si bloccano e, conseguentemente, non sono in grado di pagare gli stipendi ai lavoratori.

La Regione Abruzzo, dal canto suo, continua a promettere fondi che, però, non arrivano mai e qualche comune associato, stretto dalle penalizzanti norme delle ultime finanziarie, tarda a versare alla Comunità Montana le mensilità dovute.

Nel frattempo, i lavoratori senza stipendio devono sostenere e anticipare ogni giorno il costo della benzina per andare a lavorare e per spostarsi da un assistito all’altro sapendo, tra l’altro, che le spese di trasferta nemmeno verranno mai rimborsate perché la cooperativa non riesce a sopportarne l’onere.

Si consideri, inoltre, che la crisi ha colpito in maniera più pesante i territori montani e nelle famiglie, spesso, almeno uno dei due coniugi è in cassa integrazione o in mobilità.

A pagare i ritardi e l’assenza di decisioni da parte degli organi preposti, Comuni  e Regione Abruzzo, sono sempre i più deboli della società: i lavoratori che continuano a prestare attività senza stipendio e gli assistiti che potrebbero non avere garantito il servizio.

Non si può certamente continuare così.

Le contraddizioni della politica sono evidenti e sono sotto gli occhi di tutti: l’affanno a ricollocarsi degnamente su qualche poltrona non è lo stesso per trovare le risorse per pagare i lavoratori per il loro lavoro.

L’esasperazione è grande e, se i problemi non saranno risolti celermente, la scrivente Federazione coinvolgerà nei prossimi giorni anche il Prefetto di Teramo a tutela dei cittadini e dei lavoratori e di questo passo, si avvicina il rischio del blocco dei servizi.


FP CGIL TERAMO