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Italia. Firenze, 28 dicembre 2010 Costituisce reato e/o illecito un sindaco che in emergenza opera su Facebook invece che in una Sala Operativa della Protezione Civile?

Firenze, 28 dicembre 2010

Costituisce reato e/o illecito

un sindaco che in emergenza

opera su Facebook invece che in una Sala Operativa della Protezione Civile?

Tantissime le ammissioni di colpa degli amministratori comunali di Firenze per la nevicata che si è abbattuta sulla nostra città il 17 dicembre u.s.: prime tra tutte, quelle del sindaco Matteo Renzi, per l’incompetenza con cui la situazione è stata gestita.

Peccato che in mezzo a tutti quegli atti di mea culpa, sia sfuggita al sindaco anche la confessione che, mentre Firenze stava inesorabilmente cadendo in ginocchio sotto il peso di tutta quella neve, lui ha passato tutta la mattinata su Facebook.

Dichiarazione grave quest’ultima poiché i fiorentini bloccati nelle strade cittadine nella neve si aspettavano che il sindaco si recasse immediatamente nella Sala Operativa della Protezione Civile del Comune per analizzare la situazione, verificare le risorse a disposizione, attivare i responsabili, verificare in tempo reale con le forze della Polizia Municipale e degli Uffici Tecnici i risultati e le criticità.

Matteo Renzi è una persona che con i suoi trascorsi a gestire la Provincia di Firenze, poi una volta sindaco di Firenze partecipe a incontri a livello nazionale nel palazzo di Arcore, in trasmissioni televisive rilevanti  non si può che definire uomo di fine intelligenza e di indubbie capacità, quindi, ha fatto una scelta consapevole nel preferire Facebook – cioè uno strumento di comunicazione privato – invece, che del canale istituzionale, vale a dire il sito del Comune di Firenze, per comunicare in un momento di emergenza come quello che si è avuto venerdì 17 dicembre 2010.

Il Sindaco è indubbio che, per comunicare con i cittadini e renderli partecipi in tempo reale delle criticità, aveva e ha il dovere di utilizzare in modo esclusivo il sito del Comune di Firenze – organo comunicativo istituzionale –  e non Facebook che:

  1. Non consente di comunicare con tutti i cittadini, anche se la “bacheca” di Matteo Renzi è visibile a tutti;
  2. Non viene in mente a chiunque come canale di comunicazione;
  3. Appartiene a una società privata, che – last but not least – ricava fatturati astronomici a seguito degli sponsor che dipendono dal numero degli accessi alla rete.

Alla luce di quanto sopra, è mio parere che il sindaco Matteo Renzi con tale comportamento ha fatto venir meno il diritto dei cittadini di accedere – in generale – alle informazioni di cui è in possesso l’amministrazione, – così testualmente recita l’art. 10 del Testo unico sull’ordinamento degli enti locali.

Non solo, è mio parere che il sindaco Matteo Renzi con tale comportamento ha anche procurato un vantaggio patrimoniale ingiusto a chi dispone della proprietà di Facebook visto, lo ripeto, che gli incassi di Facebook dipendono dagli accessi dai quali – appunto – dipendono gli sponsor.

Aspetti, questi ultimi, che, stante il livello culturale e politico del sindaco Matteo Renzi, è difficile pensare che siano stati e siano da lui ignorati.

L’auspicio per il 2011 è che

chi di dovere valuti la legittimità dei comportamenti tenuti il 17 dicembre 2010

sia dal Sindaco di Firenze e sia dall’Amministrazione comunale fiorentina

alla luce di ciò che ci si poteva attendere come doveroso

e di ciò che – invece – è stato fatto o, forse, più realisticamente, non fatto.

Pier Luigi Ciolli                                                                                Firenze, 28 dicembre 2010

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