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Lettere: NUCLEARE & SICUREZZA PRIMA e SUBITO inFORMAZIONE

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NUCLEARE & SICUREZZA

PRIMA e SUBITO inFORMAZIONE

di Pier Luigi Ciolli

Da giorni sul tema del nucleare riceviamo uno tsunami di chiacchiere che travolge tutti, creando una confusione utile solo ai chiacchieroni in carriera e alla strumentalizzazione degli arruffapopolo.

Il nostro compito, al contrario, è quello di favorire una corretta informazione che ci permetta di esercitare al meglio il nostro diritto-dovere di cittadini con la partecipazione alla vita comune.

Non avendo per tradizione l’“armiamoci e partite”, offriamo qui, concretamente, il nostro contributo finalizzato a evitare i danni dello tsunami di chiacchiere.

Per tutti è chiaro che in Italia non produciamo abbastanza energia e quella che manca ci arriva da centrali nucleari che sono a pochi chilometri dai nostri confini nazionali. Per questo da anni, e per i prossimi, la nostra sicurezza è a rischio e potremmo trovarci nelle stesse condizioni in cui si trovarono gli ucraini e gli europei nel 1986 e dei giapponesi oggi.

Il nostro Governo ha deciso di far progettare e installare moderne centrali nucleari in Italia, evitando di dipendere da un solo gestore, oltre che essere pronti quando le centrali nucleari dello stesso saranno chiuse perché obsolete oppure non più corrispondenti ai nuovi parametri di sicurezza.

Per condividere questa scelta, oppure opporci, come cittadini abbiamo il diritto-dovere di ricevere dai parlamentari, dal governo, da chi interviene a livello pubblico i dati inerenti la situazione italiana.

Ecco un breve elenco di quesiti le cui risposte ci consentiranno di poter decidere.

1)     Quanta energia elettrica attualmente riceviamo dal nucleare? Sappiamo per il momento, aprendo http://libero-news.it/news/693618/Pasticci_atomici___1_Chi_ora___per_il_no_nel_2004_diceva_s_.htmlhttp://www.libero-news.it/news/693619/Pasticci_atomici___2_Paghiamo_due_volte_la_Francia.html ) solo che attingiamo il 5% dalla Francia pagando 1 miliardo di euro l’anno.

2)     Quale fonte di energia rinnovabile potrebbe sostituirla sia come quantità sia come spunto di potenza?

3)     Quanto tempo occorre per sostituire l’energia che ci arriva dal nucleare?

4)     Quali sono i costi per attivare queste fonti di energia rinnovabile? In parole povere, esistono i soldi per affrontare tali costi?

5)     Quale impatto ambientale determinerebbero gli scarti di produzione per costruire queste fonti e per smaltirli una volta degradati?

6)     Dov’è possibile in Italia costruire una moderna centrale nucleare?

7)     Quali sono i costi di allestimento di una moderna centrale nucleare, i costi per la gestione e i costi per la messa in sicurezza una volta esaurita?

8)     Quali sono i risparmi energetici da parte dei cittadini, delle Istituzioni e dei settori produttivi e che effetti socio-economici avrebbero?

In assenza delle risposte rimaniamo in balia di sterili chiacchiere e alla propaganda strumentale degli arruffapopolo. Solo conoscendo i dati potremo, da cittadini, esprimere il nostro parere sull’attivazione di nuove centrali nucleari oppure sulla chiusura di quelle esistenti anche a livello europeo.

Riguardo alla produzione di energia è altresì vitale sollecitare la Comunità Europea a intervenire rapidamente per:

  1. una programmazione strategica delle fonti di energia che tenga conto nel tempo degli aspetti socio-economici;
  2. un Piano di Contenimento Demografico visto che l’impatto antropico (siamo più che raddoppiati come popolazione dal 1930 a oggi) inficia ogni programmazione strategica delle fonti di energia;
  3. un piano fattibile di contenimento dei consumi di ogni tipo di energia, adeguando le caratteristiche strutturali degli edifici e rendendoli energeticamente autosufficienti, migliorando i processi produttivi e i mezzi di locomozione, riducendo le necessità di spostamento per lavoro anche imponendo nuove tecnologie e nuove forme di collaborazione, modificando infine le abitudini stesse dei cittadini.
  4. un rilevamento dei fattori di rischio e relativi danni che le centrali nucleari esistenti a livello europeo potrebbero creare alle nazioni confinanti;
  5. un rilevamento sull’esistenza o meno di fondi di garanzia (soldi e attrezzature) a carico delle Nazioni europee che hanno sul proprio territorio una centrale nucleare. Fondi indispensabili per fronteggiare gli effetti di un’eventuale grave incidente che possa avvenire per vari motivi (ambientali, umani, terrorismo, ecc.).
  6. un rilevamento sull’esistenza o meno di fondi di per il ripristino dei luoghi (soldi e attrezzature) a carico delle Nazioni europee che hanno sul proprio territorio una centrale nucleare. Fondi indispensabili per ripristinare in sicurezza l’area di una centrale nucleare una volta spenta.

Per anni abbiamo dovuto sopportare i giudizi e le analisi di coloro che sono convinti di saper tutto e invece seguono un loro personale dogma. Siamo tormentati anche da coloro che paventano catastrofi e che sono smentiti il giorno dopo. Una miriade di  esseri umani che trova spazio perché vi è negli altri esseri umani la coscienza della limitazione del proprio sapere e non hanno tempo di informarsi e contestare tali soggetti che, ripeto, sono quasi la maggioranza.

Più facile è l’ascoltare e discutere con le persone colte, quelle che possono anche non condividere ma capiscono gli altrui ragionamenti, ma non trovano spazi nella comunicazione radiotelevisiva.

Comunque, viste i ciclici disastri naturali e attivati dall’essere umano, dobbiamo provarci a trovare il tempo per informarci anche sul nucleare e sulle altre soluzioni, non foss’altro per tranquillità di coscienza per quando andremo a decidere votando un referendum oppure, per chi è stato eletto a rappresentare i suoi concittadini, a votare nelle sedi istituzionali.

Per quanto sopra, ecco il nostro invito: fate particolare attenzione alla cattiva informazione, quella che sembra fornire soluzioni ma invece crea una micidiale disinformazione.

Stiamo parlando delle migliaia e migliaia di documenti che infestano biblioteche e internet dove, per far volume o darsi credibilità o emergere dalla massa, mettono insieme Nazioni con risorse, sviluppi, culture, tecnologie, diverse e poi sparano soluzioni globali.

In parole povere, somministrano centinaia di pagine che si basano su personali credenze e non sulla reale fattibilità. Studi dove si sollecita di concentrarsi nella produzione di veicoli con motori elettrici e a idrogeno, quando l’idrogeno non esiste  in natura e per produrlo serve energia elettrica: quindi, quando avremo energia elettrica dal sole, acqua, vento perché sprecarla per creare idrogeno con tutti i pericoli e le infrastrutture necessarie alla sua creazione, al suo trasporto, al suo uso? Basta erogarla direttamente ai motori elettrici dei veicoli. Questo è un piccolo esempio che evidenzia come occorre stare attenti e per ricevere  documenti utili alla conoscenza, per poter decidere in coscienza le scelte delle fonti energetiche, dobbiamo chiedere e leggere solo quelli che analizzano una specifica area, comparando in modo schematico l’utilizzo delle fonti energetiche in atto in quel momento dalle fonti energetiche che possono sostituirle con minor impatto per l’ambiente.

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