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PARLAMENTO UE DECISO A TUTELARE PROSECCO DOC L’APPELLO DELLA CASA SPUMANTISTICA BATTISTELLA AI POLICY MAKER: INASPRITE LA LOTTA ALL’ITALIAN SOUNDING

PARLAMENTO UE DECISO A TUTELARE PROSECCO DOC

L’APPELLO DELLA CASA SPUMANTISTICA BATTISTELLA AI POLICY MAKER: INASPRITE LA LOTTA ALL’ITALIAN SOUNDING

“Inasprimento della lotta contro l’Italian sounding nei mercati esteri: questo l’obiettivo che auspico sia perseguito dai policy maker comunitari. Sono molto soddisfatto della buona riuscita dell’iniziativa ‘Prosecco, più di un vino una cultura’ promossa oggi dagli europarlamentari italiani Scottà e Cancian, in collaborazione con la Regione del Veneto, la Provincia di Treviso e i consorzi di tutela Prosecco Doc. Questa è la dimostrazione della volontà di rafforzare la protezione e la tutela del Prosecco, le bollicine italiane per eccellenza. Ma è l’Italian sounding che deve farci paura e, quindi, far riflettere”.

Con queste parole la Casa spumantistica di Pianzano commenta, dalle pagine del nuovo sito dell’Azienda – www.proseccobattistella.com –, l’iniziativa promossa oggi al Parlamento Europeo in difesa del Prosecco Doc.

“Noi siamo una piccola casa spumantistica-boutique di Piazano (Treviso), specializzata nella vinificazione di Prosecco Doc. Produciamo 17800 bottiglie, che vendiamo a hotel e a ristoranti di alto livello. L’ottimo rapporto con i nostri partner commerciali, italiani ed esteri, si fonda sulla loro consapevolezza che il nostro prodotto è di alta qualità. Diciamo che non temiamo la concorrenza, quella sana, anzi, è uno stimolo per lavorare ancora meglio. Ciò che ci fa paura è la concorrenza sleale, quella che troviamo nei supermercati americani, dove troviamo bottiglie di ‘Prosec’, magari accanto a forme di ‘Parmesan’, finto Parmigiano. Beh, noi questi ‘Frankenstein product’ non li vogliamo più vedere, né negli States, né a Pechino!”. Lo dice dalle pagine di www.proseccobattistella.com il management dell’azienda.

“Nel solo mercato degli Stati Uniti – continuano dalla Battistella – il mercato enogastronomico ‘Made in Italy’ avrebbe un potenziale tre volte superiore all’attuale: qui, su tre prodotti venduti per italiani, uno solo lo è davvero (dati Mipaaf 2010 – www.politicheagricole.gov.it). Ciò crea danni economici incalcolabili per la nostra economia e talvolta espone i consumatori, ignari, anche a rischi di carattere sanitario: i prodotti italiani invece sono sottoposti a disciplinari e a controlli severi.”

“Chi immette nel mercato prodotti Italian sounding – prodotti non italiani ma con un nome italiano o simile a quello italiano originale – non  garantisce gli stessi livelli di qualità.  Faccio un appello ai policy maker: questi falsificatori sono di fatto dei delinquenti e, come tali, andrebbero perseguiti”, conclude la casa vinicola del Coneglianese.

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