Abruzzo. E pensare che si è dovuto scomodare finanche il Presidente del Senato Schifani per deprecare la proposta del Sen. Di Stefano di abrogare la norma transitoria XII della Costituzione che vieta la ricostituzione del partito fascista.
E pensare che si è dovuto scomodare finanche il Presidente del Senato Schifani per deprecare la proposta del Sen. Di Stefano di abrogare la norma transitoria XII della Costituzione che vieta la ricostituzione del partito fascista. Come se non bastasse qualche tempo fa anche il Sen. Pastore aveva provato a proporre la modifica dell’Art. 21 della nostra Costituzione, per intenderci quello sulla libertà di parola. Quando ad essere intaccati sono proprio i principi fondamentali, la questione non può essere semplicemente considerata come un colpo di testa ad opera di qualche onorevole desideroso di mettersi in luce. La proposta del Sen. Di Stefano umilia quanti, con il loro sangue, hanno permesso a noi tutti di vivere senza l’oppressione di una buia dittatura fatta di torture,omicidi,violenza di ogni tipo e genere. Se volete vedere dove è nata la costituzione, affermava Piero Calamandrei, andate in pellegrinaggio nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati. Questo a significare che la nostra Carta sorgeva proprio da quell’immenso patrimonio di esperienza politica e umana che è rappresentanta dai valori incarnati nella resistenza. La Costituzione è sotto attacco? Beh, sembrerebbe proprio di si. L’Assemblea Costituente, formata per la stragrande maggioranza da persone che avevano preso attivamente parte alla liberazione del paese, a cui venne affidato il compito di redigere i principi costituzionali declinò chiaramente l’ordinamento dello Stato in senso anti autoritario prediligendo così il ruolo del Parlamento ad un potere esecutivo in grado di operare scelte troppo significative.Oggi assistiamo quotidianamente alla presa in giro di questi principi. Un governo che opera esclusivamente a colpi di decreti legge e voti di fiducia riducendo così il Parlamento ad un alcova di vassalli, pronti unicamente a ratificare le scelte del sovrano. Al posto della condivisione democratica delle scelte che ricadono sui cittadini questo governo non fa altro che nominare commissari che, in quanto tali, operano e agiscono come organi monocratici senza dover rispondere a nessuno se non al sovrano. Il ridicolo dibattito su Costituzione “formale” e “sostanziale” è il ritratto di un paese che sembra aver smarrito i valori fondanti dello stare insieme e di condividere un percorso comune fatto nel rispetto di regole e principi condivisi. Qualche giorno fa in un ‘intervista al TG3, il costituzionalista Michele Ainis ha chiesto ironicamente “una fotografia” della “Costituzione sostanziale italiana”, per provarne la non esistenza. Ci si nasconde dietro a queste parole per operare scelte politiche che vanno in netto contrasto rispetto a quelli che erano le idee ispiratrici dei nostri Padri Costituenti. La nostra Carta nasce in antitesi rispetto al ventennio. Si definiscono estrambe per negazione. Eliminare questa norma, seppur transitoria, vuol dire eliminare la colonna portante sulla quale sono eretti i nostri massimi valori. Di fatto, vuol dire cancellare la Carta Costituzionale. In un momento così delicato per la vita del paese non se ne sentiva proprio il bisogno di questo dibattito. Per questo c’è bisogno che quotidianamente, tutte le organizzazioni e i partiti che hanno fatto propri questi valori, si impegnino con vigore e passione nella loro difesa e non soltanto quando essi vengono messi in discussione dall’attuale governo. Perchè le Costituzioni o le si fanno vivere nel cuore e nella mente dei cittadini oppure sono destinate ad esser cancellate con un semplice tratto di matita.
Roberto Ettorre
Membro segreteria regionale