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Argentina. Cenerentola psicoanalizzata Quasi come una storia di una “Cenerentola” aggiornata, cittadina e psicoanalizzata …

Cenerentola psicoanalizzata

Quasi come una storia di una “Cenerentola” aggiornata, cittadina e psicoanalizzata …

di Alejandra Daguerre *

“Un giorno fantasticavo di ricevere l’invito a partecipare al ballo del Palazzo, mi sono resa conto che il mio modo di camminare era scomodo e ho scoperto che le mie scarpe erano strette ed inadatte “.

Un giorno mi sono resa conto che non ero comoda, che era ora di adottare delle modifiche. Stavo camminando con le mie scarpe, quelle che sempre uso, le stesse scarpe che fino a poco tempo fa erano molto confortevoli. Ma ero cresciuta, come le mie possibilità, erano aumentate le mie chances e stavo ancora cercando di adattarmi alla vita di oggi con le mie vecchie risorse.

E’ un momento di revisione. Attraverso il mio mal di piedi sto affrontando lo  specchio, sto guardando il mio dolore…le mie paure…i miei desideri… Mi son fatta una domanda: O continuo a camminare con le mie scarpe, con quelle che mi hanno accompagnato così bene, quelle che mi hanno aiutato a percorrere tante strade, (eccetera, eccetera); oppure mi do coraggio per cambiare, un cambiamento dove devo trovare  le scarpe adeguate per i miei piedi, per affrontare nuove strade. Nessuno può farlo per me…
Cambiamento significa aver fiducia, “fiducia nella crescita personale”. Probabilmente dovrei abbandonare le opzioni conosciute e affrontare nuove sfide,
ma qualcosa dentro di me è già cambiato, perché allo stesso modo come i miei piedi sono cresciuti, anche le mie risorse interiori sono cresciute! Ho notato che le mie scarpe erano rimaste piccole e che questo era accaduto perché nella vita avevo operato facendo affidamento alle mie risorse infantili, tanto più immature di quelle che avrei potuto utilizzare. Ho osato pensare se questo non sia successo per aver omesso di fare affidamento sulle mie reali possibilità, o se per la maggior parte del tempo i miei ideali sono stati troppo distanti perché tra le altre cose stavo ancora guardando con gli occhi d’una bambina.

Forse con le mie vecchie scarpe potrei continuare ancora un po’, ma di fronte ad uno stretto sentiero (nuova sfida) proverei dolore e disagio. Forse potrei adattarmi, ma i miei piedi soffrirebbero, è duro continuare a camminare… ma devo fare questo sforzo? Mi sforzo di adempiere a tale dovere? Quante volte è necessario desensibilizzarsi? Quante volte abbiamo dovuto anestetizzarci per andare avanti? Il nostro corpo genera malessere nel tentativo di ammortizzare il dolore…come ci feriamo! Con così tante potenzialità non usate, con tanta energia compressa, con i nostri riflessi autobloccanti… Non sarebbe meglio pensare a tutte le risorse che possiamo implementare per alleviare la nostra via? Quali azioni possiamo intraprendere per migliorare il nostro cammino?  Non sarebbe molto più comodo camminare con le scarpe giuste?

Penso che la cosa migliore sarebbe “prendere coraggio”. Coraggio in tutti i significati della parola: rilanciare, rinvigorire, stimolare, muoversi, promuovere la vita … Avere il coraggio di affrontarmi con tutte le mie risorse: con quelle che conosco e quelle che sto per scoprire, con le forze che ho e con quelle potenziali, con quelle che stanno emergendo a ogni nuova situazione. E così alla fine tutti noi potremmo andare per le strade della vita con strumenti adeguati. Le mie vie stanno aumentando di numero, non sono così distanti né sono così estenuanti … e non sono strade “per beneficiati dal tocco della bacchetta magica”. Perché ora,  quando mi guardo allo specchio, mi sento di dire “Io posso scegliere le mie scarpe!”.

Nota: tutti sappiano dove stringe la calzatura. Non mi credete? Si può chiedere alle sorellastre di Cenerentola, che stanno ancora cercando d’avere la felicità che non sono state capaci di trovare, con il coraggio di fare affidamento alle proprie risorse!!!

alejandradaguerre@gmail.com

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*Alejandra Daguerre è nata a Buenos Aires, dove vive e lavora. Laureatasi in Psicologia nel 1990 all’Università del Salvador nella capitale argentina, ha dapprima lavorato nella Fondazione Argentina per la Lotta contro il Mal di Chagas, nel dipartimento di Psicologia, poi per tre anni presso il Ministero del Lavoro e della Sicurezza sociale (interviste di preselezione, programmi di reinserimento lavorativo e tecniche di selezione del personale), poi dal 1994 al 1999 nella selezione del personale per l’Università di Buenos Aires. Dal 2003 al 2009 ha lavorato presso l’Istituto di Estetica e Riabilitazione Fisica “Fisiocorp”,  dipartimento di Psicologia, nel trattamento psicologico di pazienti con malattie croniche e pazienti in riabilitazione fisica a lungo termine. Dal 1991 opera in attività libero-professionale nel campo della psicologia clínica, per adolescenti e adulti, con metodiche di psicoanalisi e con ricorso all’arte-terapia e terapia occupazionale, utilizzando l’arte come elemento di catarsi terapeutica.

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