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Ap – Commento
Perché sia e non diventi una colonia, secondo l’opinione di Bossi
Italia svegliati!
di Marino Solfanelli
L’Italia è una colonia della Francia, come ha affermato Umberto Bossi? No, l’Italia è una colonia, e basta. Ne abbiamo celebrato l’evento nei giorni scorsi: la televisione italiana ci ha riproposto le immagini delle folli plaudenti che accoglievano festosamente i “liberatori”, mentre i mafiosi (che erano stati sbaragliati dal fascismo) venivano “restituiti” alla Sicilia dagli americani occupanti, e posti ai vertici di importanti enti amministrativi.
Farina di riso, sigarette, cioccolata, boogie woogie e rock’n’roll fecero credere, a molti, l’avvento di un era di libertà, invece si entrava “finalmente” a far parte di una sorte di più moderno commonwealth, un protettorato anglo-americano. Dopo la “tirannide” che, ereditata la gioiosa piccola Italia agricola, aveva vessato il popolo italiano con leggi come la riforma Gentile, il Codice Rocco, la previdenza sociale, la cassa mutua, gli assegni familiari, l’assistenza all’infanzia, le colonie ai bambini, i sanatori, ecc., e l’assurda iniziativa di costruire moderne città dove prima era malaria e morte.
Che assurdità l’auto sufficienza, il mercato organico, l’insensata pretesa di voler produrre nel proprio territorio tutto il necessario al popolo italiano: frumento, carni, tessuti, cuoio, ecc… Per fortuna i governi post-liberazione, in attuazione delle direttive del club Bilderbeg, con l’Avv. Gianni Agnelli unico autorevole esponente italiano, vi posero rimedio: niente più coltivazione del grano (troppo faticoso per i contadini coltivare la terra), niente carni italiane. Ricordate? Lire 40.000 di premio per ogni capo di bestiame abbattuto. Si eliminarono così, provvidenzialmente, razze bovine selezionate nel corso dei secoli: Bruna alpina, Marchigiana, Bianchina, eccetera, finalmente la soddisfazione di importare grano dall’America, carni dalla Russia… Il portato del progresso e della riconquistata libertà…
Che stranezza l’eurafrica, l’idea di Benito Mussolini di realizzare un mercato organico intorno al Mediterraneo, in sinergia con “l’altra sponda”, con i paesi arabi, per la sola ambizione di farsi donare la “spada dell’islam”, una spada tutta d’oro che non ebbe neanche la dignità di tenerselo: se ne disfece donandolo al Museo Nazionale. Che mancanza di rispetto verso i donatori… E pensare che Silvio Berlusconi stava perseguendo la stessa via con i patti sul petrolio e il gas dalla Libia. Dice: “è per il bene dell’Italia”… Chi se ne frega…
La fine dell’assurdo principio del “mens sana in corpore sano”, che la politica mussoliniana copiò da Giovenale, e finalmente la libertà di dare sfogo ai propri istinti: pornografia, droga, moda uni-sex, scioperi della fame di Marco Pannella, e quant’altro.
Non può essere consentita all’Italia di avere una sua politica autonoma, che non sia favorevole alla Francia che, giustamente, vuole sostituirsi all’Italia nei mercati economici mediterranei. Nicolas Sarkozy avrà pure i piedi piatti, ma è il più ligio agli interessi anglo-americani, dunque bisogna aiutarlo nell’espansione dell’economia francese a danno dell’Italia. Anche perché la sua politica fallimentare ha messo in serio pericolo la possibilità della sua rielezione…
La Francia voleva l’Alitalia (con l’entusiastico appoggio delle opposizioni), ma Berlusconi ha fatto in modo che non accadesse; si è beccato Parmalat, con il tacito e non confessato consenso del nostro Ministro del Tesoro, politico ed economista caro alla City of London.
È l’ora di mettersi l’animo in pace: l’Italia – che non possiede più neanche la produzione di una bottiglia di acqua minerale, dei dadi per il brodo, di fabbriche di automobili che il nostro
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concittadino Sergio Marchionne (chietino con residenza italiana, canadese e svizzera, ove ha eletto la sua residenza) sta trasferendo in America – che se ne fa di tutto il resto?
La Francia, su mandato anglo-americano, ha scatenato la guerra contro la Libia e Berlusconi voleva restarne fuori, ma è bastata una telefonata di Barach Obama per ricordagli lo stato di sudditanza: «Entri in guerra, in qualche modo, o del petrolio libico non ne avrai più neppure un bicchiere.»… Al cavaliere non restava da dire altro che: “obbedisco!”… il risentimento di Bossi, gli attacchi dell’opposizione, le ingiurie di Di Pietro altro non sono che “folklore”…
Il destino dell’Italia è segnato? Certo è in corso una “occulta strategia di una guerra senza confini”, contro l’Italia e contro la Chiesa Cattolica, decretata dalla massoneria britannica e dal protestantesimo, che prevede il rovesciamento delle nostre tradizioni con l’invasione di immigrati islamici che già cominciano ad occupare i sagrati delle Cattedrali. E verranno i tempi – se continua l’invasione di immigrati islamici (compresi i dodicimila criminali liberati dalle carceri libiche) – delle guerre di religioni, e degli attacchi dinamitardi alle nostre Cattedrali. Lo ha detto un Iman: “Vi occuperemo con le vostre leggi, e vi governeremo con le nostre leggi.”
In tanti contribuisco al disfacimento della nostra Patria: le pulsioni separatiste di certe frange della Lega, una opposizione imbelle e sconclusionata, accecata dall’odio per il Cavaliere; un gruppo di avidi industriali che, per lucrare più sostanziali profitti, trasferisce all’estero le proprie aziende contribuendo così ad innalzare il tasso di disoccupazione; una stampa asservita ad un ambiguo capitalismo; una parte della magistratura probabilmente etero diretta dalla massoneria internazionale; un Parlamento che, se non è “l’aula sorda e grigia” di mussoliniana memoria, certo non è “illuminata” dalla sapienza, la saggezza e il prestigio di personaggi come Di Pietro, Bocchino, et similia…
Per porre un argine al disastro incombente, bisognerebbe tentare l’impossibile: ritrovare l’unità nazionale, sia pure nelle diversità ideologiche e di parte, e l’orgoglio di essere italiani, e difendere con ogni forza e con ogni mezzo gli interessi della Nazione.
E ricordare il monito di Oriana Fallace. ITALIA SVEGLIATI!
M. S.