TERZA ETA’ E POLITICHE DI INTEGRAZIONE SOCIO-SANITARIA,
SE NE DISCUTE DOMANI A MARTINSICURO
Al convegno, organizzato da Confcooperative Abruzzo e dalla K_Shift srl, anche Nicoletta Verì presidente della V Commissione Regione Abruzzo
Teramo, 15 aprile 2011 – Un’occasione per riflettere sulla gestione della terza età e, più in generale, sui servizi sociali e sulla necessità di innovare il settore nell’ottica dell’integrazione socio-sanitaria. Di questi temi si discuterà domani, sabato 16 aprile, a Martinsicuro, a partire dalle 9.30, nella sala consiliare del Comune, nel corso del convegno “La terza età e l’integrazione delle politiche socio-sanitarie: i risultati del progetto Prospera e i modelli d’innovazione”. Un momento di riflessione organizzato da Confcooperative Abruzzo insieme alla K_Shift srl e alla Leadercoop Formazione a conclusione del progetto Prospera (Progetto sperimentale anziani), finanziato dalla Regione Abruzzo con il Fondo delle Politiche per la Famiglia. Prospera è stato realizzato dall’associazione temporanea di imprese formata, appunto, dalla K_Shift e dalla Leadercoop Formazione per conto dell’Unioni dei Comuni della Val Vibrata.
Il progetto ha voluto favorire la qualificazione delle cosiddette badanti, con l’emersione del lavoro nero, e al tempo stesso creare un vero e proprio registro delle badanti, un servizio innovativo e sinonimo di garanzia e di professionalità per le persone assistite. Le partecipanti al progetto sono state anche formate attraverso il corso per “Assistenti familiari”, realizzato dalla Leadercoop Formazione, al quale hanno preso parte 60 badanti che così hanno potuto iscriversi al registro creato nell’ambito del progetto.
Ad introdurre il dibattito sarà Giampiero Ledda, presidente di Confcooperative Abruzzo, mentre a discuterne come relatori ci saranno Ernesto Albanello (Leadercoop Formazione Srl), Emiliano Vaccari (K_Shift Srl) e Annamaria Casini (Lynx srl). A portare i loro saluti alla platea interverranno Abramo Di Salvatore, sindaco di Martinsicuro, Alberto Pompizi, presidente dell’Unione di Comuni, Marcello Monti, assessore al sociale del Comune di Martinsicuro, Renato Rasicci, assessore provinciale alle Politiche Sociali ed Emiliano Di Matteo, consigliere regionale. A moderare il dibatitto sarà Maurizio D’Amario della K_Shift srl mentre a trarre le conclusioni del dibattito interverrà Nicoletta Verì, presidente della V Commissione Affari sociali e tutela della salute della Regione Abruzzo.
“Progetti come Prospera ci danno la certezza della necessità di un nuovo modello di welfare e di integrazione socio-sanitaria a supporto non solo della terza età ma di tutte le fasi della vita” spiega Giampiero Ledda presidente di Confcooperative Abruzzo “in questa direzione stiamo lavorando anche con Confcooperative Abruzzo attraverso politiche associative che valorizzino e mettano in rete l’esperienza maturata negli anni dalle cooperative e dai consorzi sociali abruzzesi, da sempre in prima linea su questo fronte. E per questo che sta lavorando anche Federazione Sanità Confcooperative Abruzzo che presto amplierà il suo numero di consiglieri e anche il consiglio di presidenza, presieduto dal dottor Ercole Core”.
“In Val Vibrata è stato dato inizio ad un percorso che ha visto la realizzazione di un servizio di consulenza/assistenza rivolto sia alle famiglie sia verso persone, spesso non italiane, che si candidano a fornire servizi di assistenza sociale e che spesso devono integrare con un’assistenza, seppur minima, di tipo sanitario” aggiunge Maurizio D’Amario della K_Shift srl “l’implementazione del nuovo Piano Sociale Regionale potrebbe essere l’occasione per individuare un modello, regionale, di integrazione socio-sanitaria verso questa specifica area della popolazione”.
IL FENOMENO BADANTATO IN VAL VIBRATA
L’analisi e l’elaborazione dei dati e delle informazioni ottenuti attraverso la ricerca sociale messa in campo con il progetto Prospera ha permesso di delineare un quadro d’insieme del fenomeno del badantato nel territorio della Val Vibrata.
E’ stato possibile stimare il numero di badanti presenti, nonostante difficoltà oggettive inerenti l’irregolarità contrattuale e la mancanza di banche dati specifiche sul fenomeno. La stima ha tenuto conto sia del dato certo delle lavoratrici domestiche regolari della Val Vibrata sia del fatto che la struttura e le dinamiche familiari nelle regioni meridionali operino una attività di contrasto alla diffusione della figura della badante in misura maggiore rispetto alla media nazionale. Tenuto conto inoltre delle modalità di stima del fenomeno a livello nazionale si è potuto stabilire che il numero delle badanti, regolari e non regolari, presenti sul territorio dei Comuni dell’Unione, si attesterebbe, verosimilmente, intorno alle 500-700 unità.
Varie sono le modalità di reperimento sul territorio della figura della bandante, una su tutte predomina sulle altre: il passaparola. Sono le reti informali a determinare l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro nel mercato delle badanti. Sembra esservi una naturale propensione a scegliere assistenti provenienti dell’est Europa (Polonia, Romania. Bulgaria, etc.), Molto spesso discriminate risultano essere, invece, le donne di colore a causa di una mancata accettazione delle stesse da parte dell’anziano, frutto di un retaggio culturale ancora presente sul territorio nazionale, specie tra le fasce più anziane della popolazione.
Le mansioni richieste alle badanti non si limitano esclusivamente a tutte quelle riferibili direttamente alla cura della persona. Non sono rari i casi in cui alle badanti è demandato il compito di occuparsi dei lavori domestici nella casa dell’assistito e di svolgere commesse all’esterno dell’abitazione.
Gli aspetti critici di questo mercato, che emergono da una analisi complessiva, si potrebbero così sintetizzare:
– difficoltà di entrare nel meccanismo se non si ha la “conoscenza giusta”, sia essa una badante, una famiglia con esperienze alle spalle o in corso, o soggetti che svolgono attività di “caporalato” in una parte di territorio;
– difficoltà di controllare un mercato con una conseguente quota preponderante di rapporti irregolari e una concomitante difficoltà nel far emergere la quota di lavoro nero presente;
– necessità da parte delle famiglie di affidare la cura dei propri cari a persone professionalmente preparate;
– necessità da parte delle badanti di svolgere un lavoro rispettoso dei diritti fondamentali dei lavoratori costituzionalmente riconosciuti;
– elevati costi per instaurare e mantenere rapporti di lavoro contrattualmente regolari.
I risultati complessivi della ricerca sono disponibili sul sito dell’ Unione di Comuni “Città Territorio Val Vibrata” all’indirizzo http://www.unionecomunivalvibrata.it/pro.sper.a.htm.