King Carl Lewis abdica per il Senato
Willingboro – ‘King’ Frederick Carlton Lewis, ‘figlio del vento’, nato a Birmingham (Alabama), cresciuto a Willingsboro, abdica per assumere il seggio di Senatore dello stato del New Jersey, dove ha studiato e mosso i primi passi da atleta, per il partito Democratico.
Sorridente, un tantino ciarliero, reverente, tanto diverso per chi lo conobbe -come il cronista- anni or sono, quando il suo modo di agire lo faceva apparire arrogante, incurante del resto del mondo che lo circondava.
Terzo dei quattro figli di casa Lewis era destinato a diventare ‘la leggenda’ capace di far impazzire i cronometri, inverdire di rabbia i più celebri atleti della Nazione a stelle e striscie, come il connazionale superman Jesse Owens che fu capace anche di togliere il respiro ad Adolf Hitler, “che nel 1936 durante le Olimpiadi di Berlino, si alzò, scese dal podio e gli fece un cenno agitando la mano”, come raccontano le cronache. Jesse, il negro di Oakville (Alabama), aveva sconfitto il colosso e amico tedesco Luz Long e si apprestava a riportare a casa 4 memorabili titoli olimpionici.
Il super campione americano ha sempre seguito paternamente il ‘figlio del vento’, lo fece sino agli ultimi giorni della sua esistenza (terminata nel 1980), allorchè parlando con i giovani del Sud soleva ripetere: “Vogliate bene a questo sponky little guy, sarà il nostro rappresentante nel resto del mondo”
E Carl crebbe forte, inimitabile, inarrestabile, passando nelle più celebri arene, scrivendo capitoli d’oro di una fenomenale carriera.
Quando gli chiese come mai i negri sono stati e sono i più forti atleti, strizzando l’occhio, parafrasando lo scomparso Paul Newman, rispondeva: “Chissà, forse lassù qualcuno ci guarda benevolmente, … e ci ama”. E qualcuno di certo lassù deve averlo amato: per essere 9 volte compione olimpico devi essere bravo, bravissimo, ma anche un po’ fortunato.
Ora, con questo viatico, il campione si appresta a familiarizzare con la politica, discutere e approvare progetti di legge, confrontarsi sul filo della retorica con gli avversari, tutto dai banchi del Senato, per il Partito democratico, “il partito del popolo, per il popolo”. E il programma non può che far senso nella maniera più tradizionale che esista da queste parti: “migliorare le scuole, costruire una forte comunità, riportare a galla il rispetto degli altri, prendersi cura dei bisognosi”. Tutto molto democratico, tutto molto banale, secondo alcuni, quanto espresso nel suo discorso dinanzi al palazzo della Corte di Mount Holly, annunciando la sua intenzione di sfidare il senatore uscente, il repubblicano Dawn Marie Addiego, usando un nuovo e più pacato linguaggio politico. “E’ ora di cambiare il linguaggio politico del New Jersey. Il popolo è stufo di vedere elette persone che giocano la partita elettorale sulle accuse e trattano i loro avversari come nemici”.
Sui giornali locali e sui blog stanno iniziando apparire le prime critiche, alcune delle quali anche feroci: “Cosa qualifica Lewis, 49 anni, nove volte medaglia d’oro olimpica, a correre per il Senato? Che cosa ha fatto per poter essere considerato un valido candidato degno di rappresentare Burlington County? Che cosa lo rende il candidato più preparato per scalzare Addiego?”. E poi il rilievo più tagliente: fino a ieri Carl Lewis “non era nemmeno un elettore! Non è la cabina elettorale il primo gradino per la politica e il cambiamento in politica?”
“Quando io corro, voi potete leggere i miei record, corro per vincere” ha affermato Carl orgogliosamente e però senza arroganza. “Il mio scopo sarà quello di aver cura del futuro, dei bambini. Non potremo fermarci sino a quando non vedremo le nostre famiglie serene nel crescere cristianamente i nostri figli, e fino a quando gli anziani non potranno rimanere nelle loro case sostenendo il costo dei medicinali”. E poi ha concluso “Sono orgoglioso di dove son venuto, orgoglioso di essere ritornato per servire i cittadini di questo grande Stato che mi ha offerto tante magnifiche opportunità”
Il deputato di Burlington, Herb Conaway, ha dichiarato che il partito democratico dello Stato ha fatto di tutto per convincere l’ex campione a candidarsi.
E’ ancora presto parlare di poll ufficiali, ma i primi sondaggi danno Lewis in vantaggio sul rivale repubblicano 40% per Carl, 21 per Addiego, con il quale Lewis sembra abbia fatto il suo primo errore propagandistico. Mercoledì Carl ha cercato di porgere un ramoscello d’ulivo al Senatore Dawn Marie Addiego “nella speranza di stabilire regole di base per una campagna civile” ha detto. Lo ha invitato a pranzo, peccato che lo ha fatto attraverso un comunicato stampa. “Non vedo l’ora di incontrare il senatore Addiego in un ambiente informale così da arrivare a conoscerci l’un l’altro”, ha detto Lewis in un comunicato stampa. Ha invitato il suo rivale repubblicano di incontrarlo per il pranzo.
Il Senatore naturalmente non ha gradito e ha respinto come una provocazione arrogante e politicamente immatura l’invito.
E’ solo il primo errore, ne seguiranno altri. Intanto Carl si consoli con la barzelletta che lui eJesse tante volte mi hanno fatto raccontare ai tempi in cui lui era il ‘figlio del vento’ e io un ancor giovane, o quasi, cornista sportivo.
Piagnino è un minatore toscano semisordo. Un giorno andando al lavoro passò vicino a mine in azione.
Un addetto gridò a Piagnino: “Piagnino c’è la mina!”
“E già, stamattina c’è la brina” disse Piagnino.
“Piagnino, brucia!….”
“E stamattina si sdrucciola”
BOOOM !
“Almeno avvisate!”, sbotta Piagnino.
Carl, la politica, lo sai, qui brucia!