Termoli. In data 7 Maggio 2011 si svolgera’ a Termoli una manifestazione nazionale contro le trivelle nei mari italiani.

In data 7 Maggio 2011 si svolgera’ a Termoli una manifestazione nazionale contro le trivelle nei mari italiani.

L’evento scaturisce dall’autorizzazione concessa dal Ministero dell’Ambiente all’irlandese Petroceltic, per ispezioni sismiche a soli 26 chilometri dalle isole Tremiti, nei mari fra Abruzzo, Puglia, Molise ed altre tra Montesilvano. Francavilla e Pescara.

La manifestazione non ha carattere politico ed intende essere un forte segnale alle autorita’ centrali che tutta l’Italia, da nord a sud non intende diventare un campo di petrolio o di shale gas, ne in terra ne in mare.

Le ispezioni sismiche sono effettuate tramite airgun, con violenti spari ad aria compressa, ripetuti ad intervalli di pochi minuti e su tracciati di centinaia di chilometri. Causano sensibili diminuzioni del pescato e hanno effetti negativi sul sistema di orientamento e di udito dei cetacei che possono spiaggiare, restare feriti e anche morire dopo una lenta agonia.

Soprattutto, le ispezioni sismiche sono solo il preludio dell’invasione petrolifera nei nostri mari.
Dopo l’airgun infatti vengono i pozzi preliminari, e quelli permanenti che restano in mare per almeno 30 o 40 anni. Ciascun pozzo porta con se petroliere, oleodotti, visuali rovinate, infrastruttura industriale, riversamenti a mare, accidentali o volontari, e possibilita’ di scoppio che nulla hanno a che vedere con l’attuale assetto delle coste italiane, tantomeno del basso Adriatico.

La gran parte le concessioni sono richieste da ditte straniere e portano pochissimi vantaggi agli italiani, sia in termini occupazionali che economici. La Northern Petroleum, la Petroceltic, la Mediterranean Oil and Gas, la Sound Oil, la Po Valley l’ENI, l’Adriatica Idrocarburi, intendono trivellare tutta la dorsale Adriatica, nel mar Ionio, in Sicilia e anche in alcune localita’ sarde. Alcune cittadinanze sono informate,altre meno. Lo scenario si ripete su terraferma.

Il ministero per l’ambiente americano stima che per ogni barile di petrolio estratto,se ne producono dieci di acque di scarto, sature di metalli pesanti, idrocarburi e sostanze tossiche per la salute del mare e delle persone.

Spesso queste sostanze vengono rilasciate direttamente a mare.

Lungo le coste atlantiche e pacifiche degli USA vige il divieto di trivellare a 160Km dalla riva, per precauzione e per proteggere turismo e pesca. In Italia lo stesso limite e’ di sole 5 miglia nautiche
– 9 chilometri circa – distanza che non protegge assolutamente le nostre coste e i nostri mari.

I cittadini raggruppati in decine di associazioni culturali, sportive, ambientaliste e religiose, invitano il Ministro Prestigiacomo a revocare i permessi petroliferi per il basso Adriatico, come richiesto dalle regioni di Puglia, Abruzzo e Molise e a varare una legge che vieti ogni tipo di attivita’ petrolifera futura nel mare Adriatico, un mare chiuso e poco profondo, coinvolgendo anche le nazioni dell’ex-Yugoslavia.

Ricordiamo al Ministro che basta un solo incidente – uno solo e anche meno grave di quello del golfo del Messico – per rovinare uno dei mari con la piu’ alta biodiversita’ del mondo e vanificare anni di promozione turistica delle nostre coste.

Nel 2011, l’Italia merita di meglio che diventare un campo di petrolio.

Prof.ssa Maria Rita D’Orsogna

Docente di Matematica e Fisica

California University     Los Angeles

dorsogna@csun.edu

PER LA MANIFESTAZIONE SARA’ ORGANIZZATO DAL COMITATO ABRUZZESE DIFESA BENI COMUNI UN PULMANN CON PARTENZA DA ALBA ADRIATICA, SABATO 7 MAGGIO ALLE ORE 7,30. LA QUOTA DI PARTECIPAZIONE E’ DI 10 EURO.

PER ISCRIVERSI TELEFONARE AL NUM. 3273286204 ENTRO IL 3 MAGGIO O INVIARE UNA E-MAIL


Comitato Abruzzese Difesa Beni Comuni
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