I GIGANTI DELLA MONTAGNA Di Giovanni Lafirenze
I GIGANTI DELLA MONTAGNA
Di Giovanni Lafirenze
L’ultimo periodo del Governo Berlusconi evidenzia sebbene alcuni silenti, numerosi messaggi dei leader del Carroccio rivolti nei confronti del Cavaliere. Ricordate gli sbadigli di Bossi durante un discorso di Berlusconi (12/10/2011) alla Camera dei Deputati in occasione di una richiesta di fiducia…? Rammentate le successive parole del Senatur: si voterà quando lo deciderò io…? Era l’inizio di una guerra fredda protrattasi sino al sedici novembre dello stesso anno, quando il carroccio si stacca completamente dall’ex alleato posizionandosi tra i banchi dell’opposizione, contestando sia il Governo Monti, sia il Pdl che lo sostiene. L’ex guerra fredda diventa infuocata, a tutto campo e indipendente dall’argomento, dal tema, in quanto Bossi convinto di subire delle ripicche politiche è seriamente preoccupato per la sopravvivenza del Carroccio, infatti sembra che il Governo oltre a non considerare le richieste della Lega Nord, voglia studiare una legge elettorale che possa eliminare i piccoli partiti (…). Tutto ciò provoca “avventate” reazioni del Senatur che dal congresso di Monza urla a Berlusconi di essersi salvato dal processo Mills grazie al sostegno dato al Governo Monti. Non solo, giunge a paragonare l’ex premier addirittura a Benito Mussolini. La sconsiderata ira di Bossi travolge anche l’attuale Premier Mario Monti:
“è un traditore del Nord, se non ci ascolta andiamo a Roma e gli facciamo saltare lo scranno”. Al solito le fesserie bossiane partoriscono altre corbellerie (…), contemporaneamente Calderoli annuncia:
“quando si paga “il 50% in tasse e si lavora il 50% dell’anno per pagarle, forse l’evasione non è più evasione ma legittima difesa”.
Le farneticazioni di Bossi raggiungono limiti inimmaginabili quando da Piacenza (presente per sostenere la candidatura a sindaco di Massimo Polledri), a suo modo minaccia Mario Monti: “rischia la vita, il Nord lo farà fuori”, Bossi prosegue: “Stanno riempiendo il Nord di mafiosi in soggiorno obbligato, prima o poi qualcuno si decide a impiccarli sulla pubblica piazza, il Governo Monti è antifederalista, dà retta solo alle banche e all’Europa”. Bossi a proposito della proposta di rendere obbligatorio l’Inno di Mameli: “spero che non lo cantino i miei figli”. Ma caro Bossi leader carismatici come te devono essere esempio di onestà intellettuale, modello di stile politico e distribuire sempre con garbo pensieri coerenti, sani, “virtuosi” e privi di messaggi violenti, non posso che invitarla a riflettere prima di proferire verbo contro stranieri, meridionali e di chi non la pensa come lei, i suoi elettori (…), le chiedono più saggezza, meno ferocia. Se davvero vuole la secessione può iniziare a non riscuotere emolumenti da Roma ladrona, (ladrona perché la paga con denaro pubblico). Il 6 marzo tutti i media annunciano il caso di corruzione del suo uomo Davide Boni, Presidente del Consiglio regionale lombardo. Lei crede sia una coincidenza o una semplice soluzione (ricorda il caso Fini, la casa di Montecarlo) per farla tacere…? L’accusa sembrerebbe chiara: “ parte dei soldi contestati come mazzette siano finiti alla Lega Nord”, allora Bossi…?
Viva L’Italia dei partitini da eliminare.
Nel contempo in occasione del congresso milanese del Pdl Ignazio La Russa rispolvera un vecchio slogan del 1848: “liberiamo Milano” (dal dominio austriaco e da Radetzky…?). Ma l’ex Ministro della Difesa forse si riferiva a Pisapia. Al convegno era presente il gota del Pdl lombardo: “Ignazio La Russa, Giulio Gallera, Pietro Tatarella, Silvio Berlusconi, Mario Mantovani”. Mentre Berlusconi pensa al Quirinale, rinnova i propri elogi ad Angelino Alfano consegnandogli moralmente la leadership del nuovo partito di centrodestra (Italia e Libertà o Tutti per L’Italia) il quale nasce già vittima di vecchie tensioni interne, agitazioni dovute a possibili nuove strategie politiche poco gradite da una consistente componente forzista ( vedi il nuovo partito Forza Lecco). Alfano stesso crea un vero caos politico reo d’aver rinunciato all’incontro voluto da Monti per discutere su Rai e Giustizia.
Viva l’Italia che si rinnova.
Intanto Rita Borsellino candidata Bersani alle primarie di Palermo è sconfitta da Fabrizio Ferrandelli, qualcuno chiede le dimissioni dell’inconcludente leader PD.
“…L’è tutto da rifare avrebbe suggerito l’indimenticabile Gino Bartali…”
Cambiamo argomento passando al tormentone del momento, la grave situazione Fiat in Italia: al momento Ministro del Welfare Elsa Fornero, precisa d’aver dialogato direttamente con Sergio Marchionne ricevendo notizie positive e propositive, il numero uno Fiat non intende chiudere stabilimenti in Italia, ma la storia insegna che a tal proposito Marchionne è sempre stato in grado di smentire se stesso in più occasioni. I dipendenti Fiat incrociano le dita. D’altra parte il problema si estende in ogni settore, infatti sindacati e Governo incrociano interminabili incontri per definire accordi che possano soddisfare le esigenze dei lavoratori, ex tali, articolo 18, disoccupati e ammortizzatori sociali. Susanna Camusso ribadisce: “se il governo dovesse decidere autonomamente, la risposta sarà uno sciopero generale devastante, tuttavia noi lavoriamo per l’accordo”.
A dire il vero tutto ciò è la speranza di ogni italiano. Nel frattempo Befera direttore dell’Agenzia delle Entrate, ospite del programma “Che tempo che fa” spiega quanto sia aumenta l’efficacia degli strumenti per contrastare l’evasione fiscale dei grandi capitali in Italia. Non solo, Sempre Befera, parlando di Equitalia spiega quanto quest’ultima sia indispensabile per il buon fine della titanica lotta, forse ciò che Befera non sa o fa finta di non sapere è che Equitalia non combatte solo la grande evasione fiscale, ma come ogni strozzino travolge la vita di tutti. Emblematico è il caso del Sig. Bruno Berello ex carabiniere residente a Genova, che per una multa non pagata dal figlio ha perso la propria casa, venduta all’asta proprio da Equitalia. Intanto cresce la pressione diplomatica nei confronti delle istituzioni indiane. Il Ministro Giulio Terzi vuole riportare a casa i due militari appartenenti al Reggimento San Marco ingiustamente (manca ogni prova) bloccati dal 20 febbraio per sospetto omicidio (?).
L’otto marzo, giornata internazionale della donna è da sempre motivo d’incontro, confronto e analisi, orientate a ricordare: “conquiste, ruoli, la storia delle donne in Europa, nel mondo”. Un esempio per tutti: “ l’importanza della staffetta partigiana (quasi sempre una donna)”. Questa eroica ed invisibile (per i nemici) figura, consapevole di andare incontro a morte certa se individuata e riconosciuta, era un punto di riferimento tra formazioni partigiane, consegnava istruzioni, ordini, armi e messaggi. Ma il passato non rende giustizia ai numerosi diritti umani da sempre negati alle donne in altri punti geografici del mondo: “Il mistero delle donne di Ciudad Juarez in Messico, la condizione femminile in Medio Oriente, in Africa, la violenza patita dalle bambine a causa delle mutilazioni genitali e tanto ma tanto altro”. Ancora oggi anche in Italia si moltiplicano i casi di violenza famigliare, casi di stalking che generano maltrattamento psicologico. La notizia giunge da Faenza, il giorno della festa della donna una sedicenne è violentata da un coetaneo, la Magistratura di Ravenna indaga, intanto il violentatore è libero. Donne, ragazze vilipese e violentate nell’animo e nei ricordi, costrette in udienza a rispondere all’avocato difensore di uno stupratore, della bestia di turno da assolvere a tutti i costi in nome di una disonesta, vergognosa, cinica parcella, unta di terrore e indelebile dolore.
“…e se tra gli uomini nascesse un Dio, gli ubbidirei amandolo a modo mio…” (Lucio Dalla)