Lettere

Lettere. ——————- La fine dei tiranni ——————-

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La fine dei tiranni
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Le recenti ingloriose, spesso atroci, fini di vari dittatori, insieme al tanto sangue ch’è scorso nei Paesi che se ne sono liberati, ci mostrano, senza alcuna ombra, uno dei tanti conseguimenti di cui il vecchio Occidente può andar fiero: l’introduzione del principio democratico in ambito governativo, tale che la periodica restituzione al popolo dei ruoli pubblici, tramite elezioni, scongiura il pericolo di cruente rivoluzioni. Sono state proprio le elezioni politiche che si sono succedute ad evitarci una o più rivoluzioni in questi ultimi sessant’anni. Come da progetto, esse sono perfettamente riuscite nell’intento di fornirci un rinnovo pacifico dei vertici.

La vita tuttavia sa stupirci con una tale fantasia e ricchezza di varianti che ormai s’approssima velocemente anche per l’Occidente il momento in cui quello stabile territorio democratico, sul quale finora si è svolta più o meno regolarmente e tranquillamente la politica, può tornare ad essere sconvolto dal devastante terremoto di una rivoluzione vecchio stampo. L’Occidente infatti si è limitato a rendere democratico il solo àmbito di Governo, ma non le sue Funzioni Pubbliche. Queste, ahinoi, sono ovunque ancora in mano a delle minoranze assunte a vita secondo il vecchio principio pre-democratico. Zitte zitte, son rimaste dappertutto come ai tempi dei tiranni, fidelizzate al gioco dei potenti, continuando ad emarginare i popoli dalle loro stesse Res Publiche.

Conservando di fatto una micro/macro-tirannia, celata ma diffusa ovunque, che sta infine rigettandoci indietro di cent’anni.

I Paesi, non solo europei ma occidentali in genere, si svellino ordunque da questa situazione che sta annullando quanto di buono finora conseguito. Prendano coscienza che il settore delle “pubbliche” attività si definisce tale non tanto perché esso si rivolge alla collettività quanto affinché questa possa accedervi regolarmente in modo da rinnovare costantemente il suo personale. Non basta aver democratizzato solo una piccola parte del pubblico, il suo ristretto vertice. L’intera piramide pubblica va sottoposta al principio di periodica restituzione al popolo dei suoi ruoli. Così facendo si otterrà anche quella ECONOMIA di EQUITÀ e SOLIDARIETA’ di cui ogni Paese deve dotarsi se desidera per la sua Storia un andamento regolare: di crescente pace interna, benessere e produttività.

Senza contare che così facendo si fornirà un esempio di valore anche al resto del mondo.

Danilo D’Antonio

Monti della Laga
Italia Centrale

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