Nuova colata di cemento a Montesilvano. Aumenti di cubatura fino al 50%!
Appello al Sindaco Di Mattia da WWF e Italia Nostra: fermare l’iter
della delibera in Consiglio Comunale e aprire un confronto con le
associazioni.
WWF e Italia Nostra esprimono fortissime preoccupazioni per la delibera
oggi all’ordine del giorno del Consiglio Comunale di Montesilvano e
invitano il sindaco ad aprire il confronto prima di dare il via a
un’altra ondata di edilizia selvaggia.
Del sollecito recepimento della legge regionale 49/2012 (art. 5 D.L.
70/2011 convertito, con modificazioni, dalla L. 106/011) non c’è da
farsene gran vanto perché si tratta di un pessimo provvedimento che le
Associazioni ambientaliste hanno contrastato sin dall’inizio, riuscendo
purtroppo a modificarne solo gli aspetti più aberranti.
Si tratta di una normativa che attraverso incentivazioni volumetriche
(sino al 50% dell’esistente!) dovrebbe favorire la riqualificazione
urbana ed edilizia delle aree degradate, ma che, di fatto, non prevede
invece gli strumenti adeguati perché l’amministrazione pubblica possa
farsi promotrice e regista dei processi di riqualificazione. Una volta
specificati gli ambiti di applicazione della legge stessa l’iniziativa è
tutta dei privati che decidono come e dove intervenire, se cedere o meno
gli standard per verde, servizi e parcheggi, avvalendosi della
possibilità di variare lo stesso PRG.
In una realtà quale quella di Montesilvano che presenta criticità
accumulatesi nel tempi, in stagioni non molto felici per l’urbanistica
locale, l’applicazione potrebbe aumentare i problemi più che portarli a
soluzione. Infatti ciò di cui ci sarebbe bisogno sono interventi ben
individuati, mirati, estesi ad ambiti urbani, e non una spalmatura
indifferenziata di volumi.
Anzi, la realtà potrebbe ben peggiorare poiché l’articolato prevede la
possibilità di indiscriminata monetizzazione degli standard urbanistici,
senza condizione alcuna (di nuovo, monetizzazione comunque e dovunque);
standard quantificati non alle percentuali previste a tale scopo dal
P.R.G., ma ai minimi di legge definiti dal D.M. 1444/68. Insomma, potrà
accadere che gli ambiti più congestionati e centrali della città, quelli
in cui più alta è la rendita di posizione e conveniente la
trasformazione, diventino ancor più congestionati per l’accrescimento
dei carichi insediativi, attestato che gli spazi per verde e parcheggi
saranno reperiti altrove, cioè dove possibili e non dove necessari. La
riqualificazione urbana non è in campo, quantità volumetriche e standard
non sono strumenti da utilizzare per il ridisegno della città, ciò che
interessa sono unicamente gli investimenti e gli interessi privati da
sostenere.
Si rinuncia, di fatto, alla principale finalità posta alla base del D.M.
ovvero quella di “promuovere e agevolare la riqualificazione delle aree
urbane degradate” dato che oggetto della legge sono interventi di
ristrutturazione o di demolizione e ricostruzione puntuali; progetti
introversi, concepiti isolatamente, in cui non entrano in gioco i
rapporti con il contesto e quindi incapaci di attivare effettivi
processi di rigenerazione urbana.
Né la normativa garantisce una sostanziale riqualificazione edilizia del
patrimonio edilizio intervenendo su un unico parametro che caratterizza
un’edilizia sostenibile: la classe energetica dell’edificio, parametro
importante ma non esaustivo, in un processo di effettiva
riqualificazione ambientale del costruito (non si considera la
produzione di energia alternativa, il recupero idrico, la
bioarchitettura, ecc.).
In definitiva le Associazioni invitano il Sindaco e l’Amministrazione a
meglio riflettere se e come recepire la normativa regionale favorendo il
confronto e la discussione con i cittadini di Montesilvano e
l’associazionismo.