Abruzzo. Petrolio in mare tra Abruzzo e Molise, dal WWF immagini ancora più avvilenti raccolte ieri.

Petrolio in mare tra Abruzzo e Molise, dal WWF immagini ancora più
avvilenti raccolte ieri.

Il monitoraggio continua lungo la costa,
certo uno sversamento, con epicentro al confine tra Abruzzo e Molise

Il WWF diffonde nuove, inequivocabili e avvilenti immagini raccolte
durante il monitoraggio dell’avifauna in corso lungo la costa abruzzese
e molisana a seguito dello sversamento di idrocarburi in mare avvenuto
nei giorni scorsi. Le nuove immagini sono state raccolte ieri pomeriggio
a S. Salvo. Il monitoraggio, svolto da volontari, si protrarrà fino
almeno a domenica e porterà alla redazione di una documentata e
dettagliata relazione che sarà consegnato lunedì alla Procura di Larino
che ha aperto un fascicolo sulla vicenda.

Dichiara Luciano Di Tizio, presidente del WWF Abruzzo “La documentazione
che abbiamo raccolto in questi giorni dimostra in maniera
incontrovertibile due fatti: che uno sversamento a mare di petrolio vi è
stato e che l’epicentro del problema è avvenuto al confine tra Abruzzo
e
Molise. La quantità di segnalazioni di gabbiani sporchi che stiamo
raccogliendo lungo la costa è un segnale incontrovertibile della
presenza di idrocarburi in mare. In secondo luogo, la concentrazione di
individui colpiti dal problema è massima all’altezza di S. Salvo e
Vasto. In quest’area ieri pomeriggio, giovedì 24 gennaio, ne sono stati
osservati sicuramente 10 diversi in meno di un’ora di osservazione,
alcuni dei quali ridotti in condizioni pietose, come testimoniano le
immagini. Ovviamente la presenza di gabbiani sporchi è solo la
manifestazione più evidente di un problema che riguarda tutto
l’ambiente
marino e costiero. Chiediamo approfondite valutazioni da parte di tutti
gli organismi competenti, dopo le solite “rassicurazioni” giunte a poche
ore dall’allarme senza che fosse stato realizzata un’approfondita
ricerca lungo la costa dei prevedibili impatti sulla fauna di uno
sversamento. Tali rassicurazioni sono state smentite grazie al
monitoraggio assicurato da volontari. La autorità dovranno risalire alle
cause ma in ogni caso petrolio in mare con danni alla fauna vi è stato e
ciò conferma i rischi della deriva petrolifera nell’Adriatico”.

Dichiara Augusto De Sanctis, presidente della Stazione Ornitologica
Abruzzese “L’associazione che presiedo svolge i censimenti da circa 20
anni e possiamo dire che finora non avevamo mai verificato un fenomeno
di tale entità, con decine di individui interessati. E’ evidente che vi
è stato un problema in mare, a nostra avviso iniziato da sabato/domenica
quando abbiamo osservato i primi individui sporchi di idrocarburi
nell’area. Tra lunedì e martedì vi è stato un forte incremento nel
numero di esemplari coinvolti. Ovviamente il numero di individui
impattati dal fenomeno cresce all’aumentare delle ore di presenza
dell’inquinante e della superficie di mare coperta dal film oleoso.
Domenica completeremo un primo check lungo la costa tra Pescara e
Termoli e per lunedì sarà pronta una relazione sul fenomeno osservato.
Mercoledì siamo stati finalmente contattati dalla Capitaneria di Porto
che è venuta con noi sul campo, rendendosi così conto della reale
situazione di contaminazione della fauna in atto. In ogni caso, in
considerazione delle gravi condizioni di diversi individui, vistosamente
in difficoltà, e del fatto che questo tipo di contaminazione esplica i
suoi effetti in alcuni giorni, è necessario prevedere un costante
monitoraggio almeno per un’altra settimana. Tutto ciò anche per
soccorrere, se possibile, gli esemplari e raccogliere eventuali
carcasse. Certo è che un danno concreto vi è stato e ha riguardato
decine e decine di animali, tenendo anche in considerazione che possiamo
osservare solo una parte degli uccelli presenti effettivamente nella
zona. Per ora abbiamo osservato solo gabbiani comuni e reali ma su
alcune specie, anche molto più rare, è più difficile evidenziare una
contaminazione, perché, ad esempio, alcune di queste si avvicinano di
meno alla costa o sono più difficili da osservare. Ricordo che l’area
ospita specie anche molto rare, come le berte maggiori, che nidificano
in primavera alle Tremiti e che non si avvicinano alla costa
alimentandosi in mare aperto. Pertanto quello che osserviamo è solo la
punta dell’iceberg”.

INFO: 3683188739, si allega 4 immagini raccolte ieri a S. Salvo. Si
ringrazia Renzo Di Biase.