Giulianova. Se stiamo qui oggi a discutere sulle possibili cause dello spiaggiamento di vongole avvenuto nella zona antistante l’area marina protetta (AMP), la responsabilità sarebbe da ricercare in capo all’ente parco che probabilmente non ha compiuto tutte le attività necessarie alla tutela della risorsa vongole.
Ci troviamo di fronte ad un interrogativo: moria di vongole causata da fattori ambientali o fenomeno naturale dovuto al sovraffollamento della risorsa vongole? Da parte nostra riteniamo che il mancato monitoraggio continuo della risorsa abbia causato l’evento che poteva essere evitato con dovuti accorgimenti e adozione di misure tecniche. Tutto ciò comporta l’inadempienza dell’ente gestore preposto a tale attività dalla legge stessa, irregolarità che qualora fossero accertate, renderebbero opportuna la revoca del mandato di gestione del parco alla AMP da parte del Ministero dell’ambiente. All’accusa mossa contro le vongolare per la presunta attività di pesca abusiva che potrebbe ricondurre alla moria di vongole, il presidente del COGEVO Abruzzo Di Mattia Giovanni risponde che si tratta di pure illazioni giacchè nel resto della costa e precisamente da Martinsicuro a Pescara dove si svolge regolare attività di pesca tale fenomeno non si è verificato e, guarda caso, è rimasto circoscritto alla foce del fiume Calvano e torrente Cerrano ovvero all’interno dell’Area marina protetta. E’ da sottolineare che tale evento ha richiamato l’attenzione della sola capitaneria di porto che si è prodigata tempestivamente nel chiedere collaborazione al COGEVO Abruzzo al fine di mettere a disposizione imbarcazioni da poter utilizzare in attività di monitoraggio degli stocks. Ci risulta invece che da parte della AMP non ci sia stato alcun pronto intervento, essa è rimasta inerte senza prendere alcuna iniziativa nonostante fosse suo obbligo di legge.
Di Mattia Giovanni
COGEVO Abruzzo