Italia. Editoria: Giuseppina Ghersi, L’Adolescenza Violata.
Ovviamente questo libro non intende criminalizzare in alcun modo quella che è stata l’opera dei partigiani nel corso della guerra di liberazione. La storia della piccola Giuse è la dimostrazione che ogni guerra ed è banale ricordarlo, è di per sé una fucina d’atti efferati. Nel tempo tutti noi abbiamo imparato grazie a grandi romanzieri, a noti registi ad amare i miti della guerra. Chi non è rimasto affascinato dal mito del Barone Rosso”, i “virtuosi” duelli aerei del primo conflitto mondiale. La stampella che Enrico Toti, ormai in fin di vita, scaglia contro gli austriaci. O l’eroico Salvo D’Acquisto che volontariamente va incontro la morte pur di salvare 22 innocenti. Chi non ha mai versato una lacrima al cospetto dei grandi atti d’eroismo di El Alamein. Tuttavia è chiaro a tutti che la guerra, figlia di un mancato dialogo politico produce tragedie collettive e non può che generare disumane bestialità, in realtà non serve dare la colpa a gli uni o a gli altri. La guerra come ripetiamo da anni “pone tutti dalla parte sbagliata”. D’altronde le testimonianze di guerra rivolte a campi di sterminio, eccidi, decimazioni, foibe, bombardamenti aerei su aree civili dovrebbero continuare a far riflettere tutti noi. Concludo queste righe evidenziando l’importante lavoro editoriale portato a termine dal ricercatore storico Roberto Nicolick. Giuseppina Ghersi una ragazzina di soli tredici anni, assassinata a guerra conclusa, per aver scritto, tempo prima, un tema scolastico elogiando, giustamente per lei, ragazzina di tredici anni, ingiustamente per i suoi “adulti” carnefici, la figura di un Duce ormai piegato da eventi, inganni e storia.
Giovanni Lafirenze