Italia. Perché Ingroia è vincente, di Fabio GHIA
Perché Ingroia è vincente
di Fabio GHIA
TUNISI – Basterebbe commentare i dieci punti del manifesto di “Rivoluzione Civile” proposto dall’ex Procuratore Ingroia, per dire che con ogni probabilità, facendo appello a sentimenti e valori oltremodo vilipesi e calpestati per oltre vent’anni, il Movimento è sulla strada giusta. Preferisco però, analizzare a che cosa ci ha portato più di vent’anni di mal governo e di conseguenti devianze morali, culturali e formative che hanno fortemente condizionato il sistema di vita italiano.
Sapete qual è il principale problema dei Consolati Italiani negli USA? I clandestini! Si, sto parlando di quelle (ormai) migliaia di giovani italiani che entrano negli Usa con un normale visto turistico e che, per scelta volontaria (premeditata) vi rimangono, trovando soluzioni di lavoro che, seppur precarie e in nero, rappresentano per loro un’esperienza da vivere sino a quando sarà possibile. Un’alternativa a quel “nulla” che la nostra Italia purtroppo, grazie ai modelli di sviluppo applicati dalla classe politica che tuttora continua a offrire: un’Italia senza futuro, o meglio, senza valori o basi culturali/morali su cui costruire il proprio futuro. E, se questo è lo scenario americano, è altrettanto facile comprendere come più del 40% di quei due milioni e mezzo (34% disoccupazione giovanile ISTAT) di giovani di età compresa tra i 19 e i 30 anni, è in giro in Europa, in cerca di esperienze lavorative o approfondimenti di studio o di lavoro. Nella fascia di età superiore, dove il tasso di disoccupazione ha superato il 10%, la situazione non è certamente migliore. In un’Italia dove sono stati denunciati, nel 2011, più di 200.000 “Fallimenti”, molti di questi sono andati ad alimentare le file dei nuovi emigrati italiani.
Malgrado di buona cultura ed etica professionale, in Italia il “fallimento” arriva (per loro stessa ammissione!) perché non sono stati sufficientemente “furbi”! L’appellativo “furbo” è dunque entrato nel lessico comune come un “valore”, una “virtù” fondamentale cui bisogna fare riferimento per sopravvivere. L’esempio più eclatante è il responsabile del disastro Concordia, Schettino, che ancora oggi continua a professarsi senza colpa, anzi “fautore” di azioni che hanno reso meno gravoso il bilancio dell’”incidente” (35 vittime). Purtroppo di “Schettino” in Italia ne esistono tanti, forse troppi, e rappresentano sicuramente quei comportamenti basati sull’inganno e la furbizia che sono all’origine delle devianze politiche cui l’attuale classe dirigente ci ha abituato. A Berlusconi, basterebbe chiedere che cosa ne ha fatto del PDL proposto con il discorso del “predellino” del novembre 2007. O, meglio ancora, quali danni ha prodotto il suo “furbo” (detto da lui stesso e avvalorato da Tremonti) atteggiamento nei confronti dell’Eurogruppo nel 2011, per non sottostare ai vincoli di spesa pubblica imposti, adducendo a giustificazione parametri di “risparmio privato” a garanzia del debito pubblico: un’economia virtuale che ha portato il Debito sovrano al 116% del PIL in pochi mesi.
Il Professore Monti, da parte sua, ha operato su tagli e riforme, trovando l’appoggio dei due partiti maggiori (PD e PDL), da applicare alla classe medio – bassa della nostra società: quella meno protetta. Lui non è un politico professionista, ma furbescamente lo è diventato per vocazione, prendendo spunto da quanto appreso nel suo anno di Governo. E Bersani? L’alleanza stretta con il SEL di Vendola, ma soprattutto, le primarie per il premierato e per la lista, sono sicuramente segnali di “rinnovamento”. A guardare bene è un “rinnovamento” furbescamente accettato e sviluppato a conferma del vecchio: la cultura di fondo è rimasta inalterata e si è “rinnovata” nella tradizione di una sinistra che non è riuscita ad uscire dalle contraddizioni in cui la sua linea politica si è impantanata: una selezione delle candidature basata su “accordi tra le segreterie dei partiti”.
Tutto cambia, ma nulla cambia! Per finire con il M5S, che potrebbe realmente rappresentare il reale spaccato delle esigenze di una nuova classe politica italiana, purtroppo, fortemente condizionato dalle sporadiche quanto autoritarie sortite di Grillo. Un “comico” prestato alla politica che, tutte le volte che recita senza “copione” incappa in “furbate” politiche poco apprezzate. Nella sostanza, si continua a vivere in “una sorta di mondo alla rovescia (Fiorella Mannoia, il Fatto quotidiano), dove l’illecito è diventato normale, ….. dove la cultura è giudicata superflua e dispendiosa. Dove chi dovrebbe dare il buon esempio si vanta delle sue malefatte e giudica stupido chi si ostina a credere nella legalità, e lo discredita, lo calunnia, lo annienta”.
Si tratta dunque della “questione morale”, dove educazione e formazione assumono un carattere dominante. Che ben venga dunque Ingroia e la sua Rivoluzione civile, dove chi si pone in gioco lo fa all’insegna dell’onestà, del rispetto reciproco, della difesa della nostra più bella tradizione culturale, della legalità e della solidarietà. Una rivoluzione che coinvolge tutti coloro che sentono il bisogno di ridare la giusta dignità alla nostra Italia e al popolo italiano. Una “rivoluzione” che per scelta dovrà essere “civile”, cioè nata dall’uomo in difesa dei suoi diritti nel rispetto dell’ambiente che lo circonda, impiegando quali uniche “armi” l’onestà intellettuale e l’etica.