Teramo. Le associazioni d’impresa della provincia di Teramo, CNA ,Casartigiani, , Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti, promotrici dell’odierna giornata di mobilitazione indetta da Rete Imprese Italia,
Documento per l’Abruzzo e Teramo
Le associazioni d’impresa della provincia di Teramo, CNA ,Casartigiani, , Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti, promotrici dell’odierna giornata di mobilitazione indetta da Rete Imprese Italia, rappresentative in provincia,di circa 12.000 Imprese Associate con oltre 27.000 addetti,nel condividere i temi generali posti al centro della riflessione dell’opinione pubblica, delle istituzioni, dei mezzi di informazione, intendono sottolineare alcune delle specificità legate alla condizione della nostra regione. Una regione, va ricordato, che manifesta – pur nella generale crisi che vive il nostro Paese – segni peculiari e specifici di tipo recessivo, confermati peraltro da diversi indicatori generali (tasso di occupazione, erogazione del credito alle imprese, andamento dell’export, tasso di mortalità delle imprese, prodotto interno lordo) che la pongono in coda alla graduatoria dei territori italiani e perfino del Mezzogiorno d’Italia (come nel caso del Pil). Un caso particolare, quello dell’Abruzzo (e della provincia di Teramo) che si traduce nell’indicazione di alcuni obiettivi comuni.
–Rilanciare lo sviluppo, a partire dal credito
Va posta con urgenza all’attenzione del confronto con istituzioni, forze politiche e sociali, la questione del rilancio dello sviluppo della nostra regione. Sviluppo sul quale fa da freno l’inaccettabile pressione fiscale, a carico di imprese e famiglie, dovuto ai debiti del sistema sanitario: bisogna proseguire con coerenze e determinazione sulla strada della eliminazione totale delle addizionali Irap e Irpef, in modo da rilanciare i consumi e dare respiro ai bilanci delle imprese. Occorre poi dare rapida attuazione a quanto stabilito nell’intesa fra imprese, sindacati e Regione, mettendo al più presto a disposizione dell’economia quelle risorse (Fondi Fas e comunitari) che rappresentano gli unici strumenti finanziari oggi sul tappeto. In questo senso, appare prioritaria la destinazione di 24 milioni di euro a favore dei confidi, per favorire l’accesso al credito delle imprese.Accanto alle azioni immediate, tuttavia, vanno individuate ulteriori misure, di carattere strategico, in grado di rilanciare le politiche di investimento, tanto nel settore industriale che in quello delle infrastrutture e dei servizi.
Macroregione Adriatico-Ionica, un’occasione da non disperdere
Nel primo caso, prevedendo politiche attive per l’attrazione di nuovi investimenti industriali e per il mantenimento delle presenze produttive più significative in Abruzzo. Nel secondo, rendendo la nostra regione protagonista del processo di creazione della macro-regione adriatico-jonica, accanto a Marche, Molise e Puglia, in modo da superare la scarsa competitività del nostro territorio legata ai mancati investimenti sull’Alta velocità ferroviaria; o alla debolezza delle infrastrutture portuali e aeroportuali. Va inoltre rilanciato l’Abruzzo dei parchi, straordinaria risorsa per le aree interne della nostra regione. Le politiche di promozione turistica dovranno essere orientate alla riproposizione della “Regione verde d’Europa”: un marchio che fa dell’Abruzzo un unicum a livello continentale, in contrapposizione con le assurde frammentazioni del passato; una straordinaria occasione di lavoro per le nuove generazioni, un valore aggiunto per il nostro Pil, ma che le politiche degli ultimi anni, hanno colpevolmente dimenticato. In questo contesto vanno valorizzate le filiere dell’agro-alimentare di qualità e dei prodotti tipici.
–Ricostruzione del cratere sismico
A circa quattro anni dal terribile terremoto del 6 aprile 2009, ancora troppo resta da fare per la ricostruzione della città dell’Aquila e delle decine di comuni coinvolti. Le risorse recentemente stimate dal ministro per la Coesione territoriale, Fabrizio Barca, in complessivi 3,4 miliardi di euro, devono essere messe immediatamente a disposizione degli enti locali e delle strutture preposte al processo di ricostruzione, che a loro volta devono snellire sensibilmente le procedure burocratiche necessarie e ridurre drasticamente i tempi. Solo in questo modo sarà possibile rilanciare un cantiere che potrebbe rappresentare un eccezionale volano di sviluppo per la difficile situazione occupazionale della nostra regione.
-La “questione Teramo”
Bisogna dare immediata attuazione al Protocollo per lo sviluppo siglato tra Associazioni datoriali ed Organizzazioni Sindacali nel luglio del 2010. Iniziativa, urgente e determinante, i firmatari del protocollo, esprimono a gran voce forte preoccupazione, è la mancata definizione di una dotazione finanziaria specifica per quelle aree di crisi, come la Val Vibrata in particolare, a cui era stato promesso, di concerto con le parti sociali, un pacchetto di sostegno al tessuto produttivo ed occupazionale, il Pacchetto “PRESTO”: 20 milioni di euro assicurati dal Presidente Chiodi, ma che ad oggi rimangono solo su carta. Appare evidente che in assenza di una dotazione da parte della Regione, chiedere al Governo la messa a disposizione di soli fondi propri è sicuramente un’impresa improba.Consapevoli delle difficoltà, crediamo che ci debba essere immediatamente una riduzione della pressione fiscale, fermo restando l’impegno a proseguire con politiche di riduzione della spesa e del debito sanitario mantenendo la qualità dei servizi erogati ai cittadini.Come Organizzazioni costituenti RE.TE. Imprese Italia continueremo a far sentire la nostra voce in difesa delle migliaia di imprese legate al territorio ,che nonostante tutto non si sono rassegnate al declino e non vogliono ritirare i remi in barca, ma saremo sempre pronti a condividere con tutte le istituzioni locali, possibili percorsi per uscire da questo stallo economico e produttivo e sostenere le nostre imprese in un momento che definire difficile non rappresenta appieno il reale malessere che imprese e famiglie vivono.