Teramo. MANCATA RIFORMA DELLE PROVINCE: conferenza a scienze politiche con i quattro presidenti di provincia abruzzesi
MANCATA RIFORMA DELLE PROVINCE: conferenza a scienze politiche con i quattro presidenti di provincia abruzzesi
Teramo, 17 gennaio 2013 – A conclusione della seconda Conferenza della Facoltà di Scienze politiche sul tema delle Autonomie in corso da oggi, si terrà domani pomeriggio, venerdì 18 gennaio, la tavola rotonda Quale futuro assetto per la realtà territoriale abruzzese, che inizierà alle ore 15.30. Ai lavori, presieduti dal neo eletto rettore dell’Università di Teramo Luciano D’Amico, parteciperanno i presidenti delle 4 province abruzzesi, i parlamentari Paolo Tancredi e Giovanni Legnini, numerosi sindaci della regione e rappresentanti delle principali istituzioni.
«La conferenza ‒ ha spiegato Enrico Del Colle ‒ organizzata in occasione dalla mancata conversione del decreto legge sul riordino delle province, si pone quale discussione attorno al complesso tema del futuro assetto territoriale del nostro Paese. Dopo l’avvio, nel 2001, del processo di rafforzamento delle autonomie locali che portò il Parlamento a riscrivere l’intero Titolo V della Costituzione, ora pare invece di assistere a una brusca inversione di tendenza, con un nuovo accentramento di poteri in capo allo Stato, il cui obiettivo sembra, al momento, non facilmente predicibile».
«L’argomento principale attorno al quale ruoteranno i lavori ‒ ha concluso il preside ‒ sarà quello del riordino dell’assetto strutturale e funzionale dei territori provinciali, intrapreso dal Governo oltre un anno fa ma rimasto incompiuto a causa della repentina conclusione della legislatura. La necessità di dover, entro la fine del 2013, riannodare i fili di tale processo offre l’opportunità di avviare un dibattito ampio e approfondito tra il mondo accademico e quello politico-istituzionale, affinché il futuro assetto territoriale della nostra Regione sia il frutto di un reale processo partecipativo e includente e che tenga in debita considerazione le diversificate esigenze degli enti locali».