“Sarò il lobbista dei teramani in Parlamento”, Di Sabatino al Senato per ridar voce alla provincia dimenticata
Economia, sanità, infrastrutture nel programma del candidato per riportare Teramo e l’Abruzzo nei luoghi decisionali che contano
TERAMO – “Così vince Teramo”, uno slogan ma soprattutto un manifesto per il candidato teramano del Pd al Senato della Repubblica, Renzo Di Sabatino, che questa mattina ha presentato ufficialmente in conferenza stampa a Teramo la sua candidatura in vista delle elezioni del 24 e 25 febbraio.
Apertura affidata alle parole dell’’‘amico’ e collega, l’avvocato teramano Gennaro Lettieri: “Conosco Renzo da venti anni. Professionalmente – ha detto Lettieri – ho conosciuto le sue qualità e doti, passione, impegno, serietà, umiltà e rispetto. Come candidato, è davvero un uomo nuovo capace di rompe gli schemi all’interno del suo partito ma anche in un sistema come quello della ‘vecchia’ politica. E poi, finalmente, dopo tanti anni, il Pd ha un candidato teramano al Senato e per di più un non imposto dall’alto”.
“Sarò il lobbista dei teramani – ha esordito Di Sabatino – da senatore mi batterò per portare avanti ogni idea, proposta, progetto utile a ridar voce ad un territorio tradito come quello teramano, che ha pagato i calcoli di una classe politica, quella del centrodestra targata Berlusconi, più attenta alle carriere personali che ai problemi”. Una sfida per “restituire dignità e risorse a una provincia che ha ricevuto solo promesse ma pochi fatti. Quando nel 2008 – continua il candidato Pd – un gruppo di politici teramani guidati da Gianni Chiodi fu scelto per governare l’Abruzzo, da teramano, anche se di centrosinistra e riformista, sono stato comunque orgoglioso. Mai avrei pensato che proprio dei teramani tradissero le aspettative dei loro concittadini”. Aspettative tradite nonostante il “filotto” targato centrodestra (Comune-Provincia-Regione e governo Berlusconi) che “non solo non ha funzionato, ma ha impedito di portare a casa risorse e progetti utili al territorio”.
Teramo “diseredata e isolata”, dunque. A confermarlo ci sono i numeri: 16 milioni alla Valle Peligna dal governo regionale “mentre imprese e lavoratori teramani stanno ancora aspettando. E’ inconcepibile – attacca Di Sabatino – che dopo tanti Masterplan, piani, il pacchetto Presto, dalla Regione non arrivi ancora nulla per Teramo che invece ha bisogno, subito, di un’iniezione di risorse per rilanciare crescita e sviluppo. Ad esempio, servono 20 milioni per far ripartire la Val Vibrata. Le istituzioni teramane, insieme a sindacati e imprenditori, hanno costruito un Piano di rilancio il distretto vibratiano. Ora servono le risorse”. Un passaggio anche sul tema della sanità teramana, alle prese “con una guerra che non merita e di cui i pazienti, malati, stanno pagando amare conseguenze. Conflitti fra reparti, conflittualità fra il personale, conflitti fra territori, conflitti fra la gestione manageriale e i Comuni, personale sempre più ridotto, pazienti in fuga (Teramo è la provincia con la più alta mobilità passiva in regione, i ricoveri fuori regione sono stati 15 mila su 57mila) e medici in fuga”. Da senatore, questo l’impegno Di Sabatino, “mi batterò per modificare la legge che oggi non prevede concorsi per la scelta dei dirigenti delle aziende sanitarie e per graduatorie trasparenti e basate sul merito per i primari”.
Cinquant’anni, figlio di emigranti operai in Svizzera, ex sindaco di Bellante, avvocato penalista e di diritto del lavoro, capogruppo Pd in Consiglio Provinciale, alle ultime primarie del Pd del 29 dicembre ha avuto 2mila 212 preferenze e il secondo posto tra i più votati in provincia di Teramo. E’ candidato al quarto posto nella lista dei candidati abruzzesi al Senato del Partito Democratico. “Con le primarie abbiamo ‘ammazzato’ almeno in parte il porcellum ridando voce ai cittadini che hanno scelto i loro candidati – chiude Di Sabatino – ora serve un voto utile. La rivincita della politica è questa, la rivincita di chi vota: una testa, un pensiero, un suffragio, come dice la nostra Costituzione nata dalla Resistenza”.
E per lanciare questa sfida di rinnovamento della politica, questa mattina insieme a Renzo Di Sabatino: la pluricampionessa giuliese di pattinaggio artistico Debora Sbei (“Da giovane sportiva ho visto in Renzo un politico in grado di rappresentare le nostre istanze in Parlamento); tanti sindaci del Teramano (Luciano Monticelli di Pineto, Franchino Giovannelli di Alba Adriatica, Vincenzo Di Marco di Castellalto, Orazio Di Marcello, di Mosciano Sant’Angelo, Tonino Di Giustino di Pietracamela, Alessandro Di Giambattista di Montorio al Vomano, Giuseppe D’Alonzo di Crognaleto); il segretario provinciale del Pd Robert Verrocchio, rappresentati locali del Pd e i consiglieri del gruppo al Comune di Teramo (Manola Di Pasquale, anche lei candidata insieme a Renzo Di Sabatino alla carica di senatore, il capogruppo Giovanni Cavallari, Gianguido D’Alberto, Alberto Melarangelo, Maurizio Verna).
Teramo, 19 gennaio 2013
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TERAMO – Nel 2013 saremo ancora in piena recessione. E’ notizia di queste ore, il governatore della Banca d’Italia Visco ieri ha lanciato l’allarme da Firenze: la recessione continuerà almeno “fino alla seconda metà di quest’anno”. In questa situazione drammatica c’è bisogno di politica, tanta buona politica, fatta da tutti, non da un’elite ma da rappresentanti e servitori delle istanze dei cittadini. Per aiutare il Paese, interpretarlo in una fase così complessa. Il voto utile è questo, un voto per un partito che, anche con le primarie, ha dimostrato di sapersi mettere in gioco per cambiare laddove è necessario.
Da senatore, il mio impegno sarà questo: lavorare ad un piano serio di cambiamento e crescita. Per il Paese, per l’Abruzzo e soprattutto per Teramo. Una provincia che non ha più voce, non ce l’ha in questa Regione e non ce l’ha in Italia dov’è tornata nell’ombra ormai da tempo. Questo a dispetto di quanti – giovani, professionisti, imprenditori e lavoratori, docenti e studenti – ogni giorno lavorano per tenere alti qualità e impegno. Sono nel Pd e faccio politica in questo partito perché credo sia l’unico in grado di cambiare il Paese e migliorare la nostra vita, restituendoci parte di quella serenità che la cattiva politica e politici senza scrupoli ci hanno tolto. E ci hanno tolto molto: lavoro, sicurezza, diritto alla salute, allo studio. Ma soprattutto la speranza nel futuro. Sono candidato in Abruzzo al Senato con una bella squadra di persone brave e competenti: della politica non ho bisogno per vivere, ci penso con la mia professione di avvocato. Quando nel 2008 un gruppo di politici teramani guidati da Gianni Chiodi fu scelto per governare l’Abruzzo, da teramano – anche se di centrosinistra e riformista – sono stato comunque orgoglioso. Mai avrei pensato che proprio dei teramani tradissero le aspettative dei loro concittadini.
E’ per questo che ho deciso di candidarmi: restituire voce, dignità e risorse a un territorio tradito, che ha pagato i calcoli di una classe politica, quella del centrodestra targata Berlusconi, più attenta alle carriere personali che ai problemi. Io mi sono candidato, ma in Parlamento ci andiamo insieme se voi lo deciderete con il vostro voto. La rivincita della politica è la rivincita di chi vota: una testa, un pensiero, un suffragio, come dice la nostra Costituzione nata dalla Resistenza. Una sfida affidata al rinnovamento e a donne e uomini nuovi non solo perché giovani, ma perché hanno voglia di cambiare senza compromessi e lo hanno dimostrato anche dentro il partito. E una sfida affidata al coraggio: il coraggio di scegliere persone che non hanno altro da offrire se non il loro serio, entusiastico e generoso impegno politico e civile; il coraggio di scegliere persone che pensano che la politica si nutra di merito, competenza, conoscenze professionali e di tanto, tanto ascolto e scambio con tutti, perché il fatto di essere eletto non ti conferisce nessuna capacità di onniscienza. E il coraggio di scegliere chi è profondamente convinto che il politico non può essere quello che, una volta eletto, non riesci più a parlarci. E il coraggio di rompere con le vecchie liturgie di partito che hanno fatto diventare le strategie, le tattiche, più importanti delle qualità degli uomini e delle donne.
Io credo che un Paese non si cambia se non si accetta di cambiare se stessi, andare oltre gli steccati che noi stessi ci siamo imposti o lasciati imporre, superando i limiti che ci hanno impedito di divenire forza di autentica maggioranza. E’ il compito che questo passaggio così complicato della vita del Paese c’impone. Non avremo un’altra occasione per farlo.
Teramo, la provincia dimenticata
Teramo è una provincia dimenticata da chi si è preso tutto con la promessa di farla crescere. Promessa non mantenuta. Bastano alcuni esempi per capire: istituzioni teramane insieme a sindacati e imprenditori hanno costruito un Piano di rilancio per la Val Vibrata. Alla Valle Peligna questo Governo regionale ha assegnato 16 milioni di euro. Le imprese e i lavoratori teramani stanno ancora aspettando. Così come questa provincia – ma tutta la regione – sta ancora aspettando le risorse promesse da Chiodi nel 2009, quando con il governo Berlusconi firmò un accordo di programma da 6 miliardi di euro per le infrastrutture.
Soldi mai arrivati e di cui i cittadini non hanno saputo più nulla, mentre nei due governi Prodi erano state finanziate opere strategiche come i due lotti della Pedemontana, il secondo e terzo lotto della Teramo-Mare e il casello Val Vibrata. Non sono mai arrivati neanche i fondi Fas (che servono per le opere di sviluppo) continuamente evocati ma che non ci sono e non si spendono. Nei fondi europei per l’agricoltura siamo fra le ultime regioni d’Italia. Sulle risorse dell’Europa – che sono soldi nostri e che diamo all’Europa con le nostre tasse – il problema più grande non è solo quello di spendere, ma di spendere bene. In Abruzzo, di troppi progetti non si vedono risultati sul territorio mentre sono lunghe le liste di consulenti, collaboratori e convegni. E poi c’è il capitolo dei fondi per l’alluvione del 2011, anche questi scritti solo sulla carta mentre i Comuni stanno fallendo perché hanno speso già risorse e nessuno li rimborsa e molte imprese, già in affanno per la crisi, si sono rovinate con i danni.
La sanità teramana vive una guerra che non ha meritato e di cui i pazienti, malati, stanno pagando amare conseguenze. Conflitti fra reparti, conflittualità fra il personale, conflitti fra territori, conflitti fra la gestione manageriale e i Comuni, personale sempre più ridotto, pazienti in fuga (Teramo è la provincia con la più alta mobilità passiva in regione, i ricoveri fuori regione sono stati 15 mila su 57mila) e medici in fuga. I cittadini teramani stanno pagando una guerra di cui non hanno colpa. Il centrodestra ha fatto della sanità un terreno di conquista e scontro inaccettabile usando i momenti più drammatici di una persona, quelli che ti rendono più fragile, la malattia, per scalate di potere. E’ ora di dire basta a queste pratiche che fanno parte del passato e che dobbiamo lasciarci alle spalle. Merito e competenza sono i criteri che da oggi in avanti dovranno guidare la scelta di manager e primari. Per una sanità più giusta e davvero a misura dei cittadini.
Le istituzioni culturali teramane stanno lottando per la sopravvivenza. Il Marrucino, il Tsa, il Centro Regionale per i Beni culturali di Sulmona (300mila euro in bilancio nel 2012), la Stella Maris di Pescara (500mila euro in bilancio nel 2012), il Premio Flaiano di Pescara (50mila euro): per la Regione tutti meritano più di Teramo. Nessuno capisce bene perché, visto che continuiamo ad “esportare” talenti che da altre province e da altre regioni fanno riecchegiare il loro successo.
L’Istituto musicale Braga, il Centro Ceramico Castellano, il Mas di Giulianova, la Biblioteca Provinciale “Melchiorre Dèlfico”, la Coppa Interamnia, l’Università, le tantissime associazioni di giovani teramani sorte in epoca di spending review: sono tutte realtà destinate a sopravvivere se non s’investono nuove risorse e non si lavora ad un progetto culturale serio e di lungo respiro.
Cosa farò per Teramo in Senato
In Parlamento ci andrò solo con il vostro voto e avrò bisogno di voi anche dopo, perché nessuno meglio dei cittadini, degli imprenditori, delle donne e degli uomini impegnati nel sociale, delle madri che occupano dei figli, dei figli che accudiscono genitori malati, sanno di cosa c’è bisogno. Il Partito democratico ha costruito un programma serio, credibile, realizzabile e assolutamente alternativo alle ricette di comici/prestigiatori e tecnocrati indirizzo di sito
Ma un parlamentare non ha solo un mandato politico; ha anche il mandato dei cittadini e del suo territorio. Non sarò un parlamentare “da segreteria”: mi troverete sempre senza filtri e senza raccomandazioni. Non “scapperò” a Roma e ci andrò solo per essere la vostra voce.
Da Sindaco so quanti danni la pubblica amministrazione arreca a cittadini e imprese per mancanza di un’organizzazione moderna e competente: questa sarà la mia prima battaglia. Nessun taglio lineare perché sono inutili e peggiorano lo stato dei servizi ma una riforma seria di tutta la Pubblica Amministrazione. Gli ultimi Governi hanno massacrato, letteralmente, gli enti locali e i Comuni e così facendo hanno raddoppiato i pesi sulle spalle dei cittadini che si devono pagare tutto. Uno Stato sano deve alleggerire i costi impropri, quelli della politica e gli sprechi; deve recuperare efficienza con dirigenti competenti ai quali va applicato un tetto di spesa per gli stipendi (basta con i super manager che hanno affossato l’Italia e le imprese pubbliche portandosi a casa rendite milionarie); deve concertare con i sindacati forme di lavoro e organizzazioni più efficaci. E poi, deve restituire ai Comuni, le risorse finanziare che arrivano dalla comunità locale. Oggi, lo Stato, si è preso tutto.
Da teramano, ma in maniera bipartisan, sarò il lobbista di Teramo. Non m’interessa chi propone un progetto o un’idea. Se è buona, la porto avanti per tutti. Le priorità le conosciamo lavoro, lavoro, lavoro. Per questo bisogna far respirare le aziende, riaprire le porte del credito, internazionalizzare. Non ci sono molte risorse ma ve ne sono tante inutilizzate come quelle per il Fondo per l’internazionalizzazione. Ci vogliono subito i 20 milioni per il rilancio della Vibrata, non solo per gli indubbi vantaggi immediati, ma perché abbiamo bisogno anche di stringerti tutti – imprese e lavoratori – attorno ad un punto dal quale ripartire. Abbiamo bisogno di un segno tangibile. Quei 20 milioni lo sono: sono davvero stufo di sentirmi dire che i progetti non ci sono. Il Piano di rilancio è stato scritto da istituzioni teramane, sindacati e dagli stessi imprenditori. Quando ci dicono che non c’è un progetto stanno offendendo tutte le imprese che resistono a dispetto della bufera che hanno intorno. Dobbiamo invece andare avanti, per salvare un tessuto produttivo che è anche fatto di tradizione manifatturiera, della piccola e media impresa, quella “che ce la fa” e che si nutre di processi organizzativi, di managerialità, di creatività.
Teramo, 19 gennaio 2013
Renzo Di Sabatino, la mia storia
Svizzero di nascita ma teramano da sempre, ho 50 anni e vivo a Bellante con mia moglie Delia, biologa, e le nostre due figlie, Gaia e Aurora. Figlio di emigranti operai, tornato in Italia ho studiato giurisprudenza all’Università di Teramo dove mi sono laureato con lode con una tesi in diritto costituzionale. Poi, nel ’93, la specializzazione in Diritto Sindacale del Lavoro e della Previdenza Sociale con un lavoro di ricerca sulla responsabilità penale nelle imprese. Da allora ho intrapreso la mia carriera d’avvocato principalmente nei settori del diritto penale e del lavoro. Ho seguito quasi direttamente quasi tutte le più importanti vertenze a tutela dei lavoratori e che hanno riguardato imprese anche storiche di questa provincia
Poi c’è la politica, l’impegno per il mio territorio. La grande passione della mia vita. Riformista, laico e da sempre legato ai valori fondanti del Partito Democratico, provengo dalle fila dei Democratici di Sinistra (Capogruppo Ds in Consiglio comunale a Bellante, dal 1997 al 2001) prima di aderire al grande progetto del Partito Democratico. Nel 2006, sono stato scelto dai miei concittadini come sindaco al Comune di Bellante. Come primo cittadino il mio impegno è stato quello di pianificare sviluppo e crescita del mio territorio per il futuro. Durante il mio mandato sono stati approvati o predisposti importanti strumenti di gestione del territorio, dal Piano Strategico intercomunale al nuovo Piano di Protezione Civile e il Piano Urbanistico Commerciale. Grazie a finanziamenti regionali, abbiamo investito oltre 1 milione e 500mila euro per la tutela ambientale in aree collinari a forte rischio idrogeologico. Oggi Ripattoni è uno dei borghi teramani che coniuga, con suggestione, paesaggio e cultura. Abbiamo ideato una sua riserva naturale comunale, investito e programmato fondi per il restyling del borgo e speso quasi 2 milioni euro per interventi e messa in sicurezza delle scuole (approvato, tra l’altro, il progetto esecutivo del nuovo asilo comunale). Un altro milione e mezzo di euro è stato destinato alla viabilità. In tutto, abbiamo lasciato a Bellante e ai suoi cittadini 30 opere strategiche.
Nel 2009 sono stato eletto consigliere della Provincia di Teramo (primo degli eletti in termini assoluti) e, dal 2012, sono capogruppo del Partito Democratico in Consiglio provinciale. Poi le primarie del 29 dicembre, un grande momento di partecipazione democratica e, personalmente, una conferma del percorso fatto fino ad oggi: 2mila e 212 preferenze e secondo posto tra i candidati più votati nella mia provincia.
Fuori dalle aule del tribunale e dalle stanze della politica, amo la lettura – Camilleri, Baricco, saggisti ed economisti per provare a capire un mondo che si è fatto complesso – e il cinema italiano, su tutti i capolavori del Neorealismo del dopoguerra. E infine i viaggi, ovunque ci sia qualcosa da conoscere e una nuova cultura da scoprire.