No alla petrolizzazione del mare e dell’entroterra abruzzese: l’episodio di Termoli deve farci riflettere
“L’Abruzzo rischia di diventare una ex Regione Verde d’Europa – dichiara Renzo Di Sabatino – i candidati dicano oggi cosa faranno in Parlamento per evitare questo rischio”
TERAMO – I candidati abruzzesi alle politiche dichiarino pubblicamente cosa intendono fare una volta eletti contro la petrolizzazione dell’Abruzzo. A dichiararlo è il teramano Renzo Di Sabatino, candidato al Senato per il Pd. “In diverse stagioni politiche tutte e quattro le Province abruzzesi hanno detto no all’estrazione di idrocarburi a mare e a terra. Ma i Governi nazionali continuano a mantenere l’Abruzzo fra le regioni ad interesse minerario. Il Parlamento è il luogo giusto perché gli eletti abruzzesi facciano lobby su questo argomento stringendo un patto di ferro contro gli interessi petroliferi di poche compagnie. Non si può continuare ad ingannare gli abruzzesi con politiche ambigue”.
Per Di Sabatino – che interviene all’indomani dell’episodio che si è verificato a largo del mare di Termoli dove è comparsa una grande chiazza di idrocarburi in seguito ad uno sversamento dal campo di estrazione Rospo Mare di proprietà di Edison ed Eni – è fondamentale: “avviare un’iniziativa parlamentare per tenere fuori l’Abruzzo, con il suo 30% di territorio protetto, le sue produzioni agricole di qualità e l’alta incidenza dell’industria turistica sul Pil, da nuove aggressioni e soprattutto da decisioni romane che passano sopra la testa di tutti i cittadini abruzzesi”.
Teramo, 22 gennaio 2013