Teramo. Teramo Lavoro. Per i dipendenti si apre la strada della disoccupazione
Teramo Lavoro. Per i dipendenti si apre la strada della disoccupazione
“Al momento non ci sono le condizioni giuridiche e finanziarie per firmare nuove convenzioni con la società in house” ha affermato Catarra
Un nuovo incontro a metà gennaio. Protesta dei sindacati e dei lavoratori
Per i dipendenti della società in house della Teramo Lavoro si apre la strada della disoccupazione. La riunione di ieri sera in Prefettura – alla presenza del Prefetto Valter Crudo, della Regione con l’assessore regionale Paolo Gatti e del direttore regionale del settore nonché responsabile dell’Autorità di gestione del Fondo sociale europeo, Germano De Sanctis, e dell’amministratore delegato della Teramo Lavoro Venanzio Cretarola – e quella che si è svolta stamattina in Provincia non sono state sufficienti a sciogliere nodi giuridici e amministrativi che si frappongono alla prosecuzione del rapporto di lavoro.
“Ad oggi non ci sono le condizioni, finanziarie e giuridiche, che consentano ai dirigenti di firmare nuovi disciplinari con la Teramo Lavoro e, quindi, non ci sono le condizioni per proseguire con i contratti di lavoro. Al momento la Provincia non ha ancora ricevuto dalla Regione i circa 750 mila euro che ci erano stato sospesi e non possiamo anticipare con fondi di bilancio perché avendolo già fatto siamo rimasti senza cassa” ha spiegato il Presidente ai sindacati i quali hanno chiesto la prosecuzione del rapporto di lavoro anche solo per consentire l’accesso alla cassa integrazione e che, insieme ai lavoratori, hanno deciso di occupare la sala consiliare e iniziare lo sciopero della fame.
L’annuncio dell’assessore Paolo Gatti, formalizzato con una nota arrivata ieri, di avere autorizzato uno stanziamento di circa 800 mila euro alla Provincia di Teramo (3 milioni e 200 mila per tutte e quattro le Province) per le attività del POR 2007/2013 non viene considerato presupposto giuridico sufficiente per la stipula di una nuova convenzione con la Teramo Lavoro. “Perché ci possa essere la copertura di spesa e quindi l’impegno occorre, come del resto spiega bene la nota della Regione, sottoscrivere una specifica Intesa interistituzionale e un conseguente accordo bilateterale e per completare questo iter ci vorranno alcune settimane. Prima di allora – ha chiarito il Presidente – stando a tutti gli autorevoli pareri tecnici ascoltati, non è possibile firmare una nuova convenzione con Teramo Lavoro”.
Ma non è la sola questione sul tappeto. Gli 800 mila euro non coprono comunque le spese per tutti i 66 dipendenti della Teramo lavoro pagati con il Fondo sociale europeo e non ci sono i fondi di bilancio per pagare gli altri 44 dipendenti impegnati in settori diversi da quello del Lavoro. Inoltre, per quanto riguarda la nuova programmazione dei Por, in qualità di “organismo intermedio” la Provincia, per avere i fondi della Regione, deve obbligatoriamente garantire i servizi essenziali con personale dipendente e può rivolgersi all’esterno solo per figure professionali specifiche e specialistiche. Tutte condizioni che riducono la possibilità di un eventuale reimpiego a tutti e 110 i dipendenti della Teramo Lavoro.
“Noi abbiamo un impegno con i sindacati e con la Teramo Lavoro – ha aggiunto il Presidente – il 17 gennaio il Tar dovrà pronunciarsi sui ricorsi presentati dalle Province contro i tagli del Governo, ci manteniamo in contatto con la Regione per verificare se possiamo accelerare la stipula del nuovo Por. Considerata la nostra volontà di esperire ogni tentativo e le richieste dei sindacati ci rivediamo a metà gennaio, quando saranno presenti tutti i dirigenti interessati, augurandoci che per allora siano maturate situazioni che ci consentano di rivedere le nostre decisioni”.
Alla riunione ha preso parte anche l’assessore al Lavoro, Eva Guardiani, che ha sottolineato “l’affanno della Provincia a continuare ad erogare i servizi in questa condizione”.
Nel corso dell’incontro si è parlato anche dell’inchiesta della magistratura sull’utilizzo del Fondo sociale europeo da parte di Teramo Lavoro. “Fino a qualche settimana fa – ha sottolineato Catarra – a parte le indiscrezioni, l’ente Provincia non aveva notizie di comportamenti penali. In tutte le comunicazioni ufficiali e ufficiose si è sempre parlato di eventuali discrasie di tipo amministrativo e quindi sanabili; solo recentemente una dirigente ha formalizzato l’esistenza a suo dire di rilievi penali. Naturalmente ho inviato tutto alla magistratura, le contestazioni e le spiegazioni della Teramo Lavoro. Mi auguro si arrivi presto nella fase nella quale ognuno potrà raccontare le sue ragioni perché sono certo che l’ente ha avuto comportamenti corretti”.
Teramo 5 gennaio 2012