USA. Parlare di cosa ha bisogno l’italiano all’estero, non dei problemi tra candidati di Dom Serafini
Parlare di cosa ha bisogno l’italiano all’estero, non dei problemi tra candidati
di Dom Serafini
Un detto molto saggio, afferma che se non si ha nulla nulla di buono da dire, non si dovrebbe dire nulla. In politica invece, quando non si hanno argomenti da proporre, si attaccano gli avversari. Ed é ció sta accadendo nella circoscrizione Nord e Centro America. Alcuni attaccano la stampa per mancanza di attenzione, altri attaccano i candidati ricchi della sinistra, altri, specialmente gli “indipendenti” reclamano le visioni alternative al centro-destra. Penso di essere uno dei pochi che invece “sticks to the issues”.
Le problematiche da risolvere per l’italiano all’estero sono tante. Ad esempio: perché la Francia ha un liceo in tutte le piú importanti cittá del Nord America, mentre l’Italia ha una sola scuola italiana a New York (senza appoggio governativo)?
Perché gli italiani all’estero protestano per la scarsa offerta Rai? Perché le pensioni in regime internazionale rimangono un osso duro? Perché i Comites non vengono messi in condizioni di servire bene la comunitá? Perché si sono tagliati i fondi che servivano ai Consolati per soddisfare le crescenti necessitá dei cittadini all’estero? Perché stampa e cultura italiana soffrono all’estero, mentre in Italia giornali con 3.000 copie di tiratura ricevono sussidi da nababbi? Perché un residente all’estero deve pagare il doppio della tassa sulla sua casa in Italia quando per un lungo periodo dell’anno nemmeno la fruisce, oltre a dover comunque pagare tassa dei rifiuti, canone Rai, etc. (e tra l’altro, questa Imu scoraggia qualsiasi investimento sugli immobili in Italia).
Potrei continuare per altre cinque pagine, ma mi fermo qui perché avrete colto il nocciolo della questione.
L’italiano all’estero ha bisogno di proposte chiare, di soluzioni adeguate, di impegno serio e di interesse vero da parte dei candidati al Parlamento.
Le diatribe fra candidati e partiti interessano poco. Pertanto, se non si ha nulla di concreto da dire, bisognerebbe tacere.