Video e fotografie del raro ed elusivo Gatto selvatico dall’Oasi WWF
Gole del Sagittario.
Le fototrappole svelano attimi di vita selvatica in una delle Oasi del
WWF a maggiore biodiversità in Italia, Sito di Interesse Comunitario
Il foto-trappolaggio continua a riservare sorprese all’Oasi WWF delle
Gole del Sagittario ad Anversa degli Abruzzi in provincia di L’Aquila.
Dopo le splendide immagini di tre orsi in cammino sui sentieri
dell’area
protetta ora è il turno delle riprese del raro ed elusivo Gatto selvatico.
Solitamente si associa il gatto selvatico (Felis silvestris) alle
foreste di latifoglie miste o, in Sardegna, di macchia mediterranea. In
Italia il gatto selvatico vive principalmente sulle Alpi liguri al
confine con la Francia, sulle Alpi Carniche al confine con la Jugoslavia
e lungo la dorsale appenninica centrale fino alla Sicilia. Si
distinguono due sottospecie di gatto selvatico: il gatto selvatico
europeo (Felis silvestris silvestris) e il gatto selvatico sardo (Felis
silvestris libyca) che asppartiene al gruppo libyca, comprendente i
gatti selvatici africani e del Medio Oriente.
La specie di gatto selvatico è inserita dall’IUCN nella categoria di
minaccia LC-Least Concern (a rischio minimo). Il suo aspetto ricorda
quello di un gatto soriano ma ha la testa più grande e il pelo più
scuro. I maschi si differenziano dalle femmine per la taglia,
decisamente superiore (5,500-3,550 kg), anche se vi possono essere delle
variazioni a seconda delle stagioni. Esclusivamente carnivoro, questo
affascinante felino è un cacciatore notturno e si ciba di piccole prede
(roditori, uccelli, lagomorfi, piccoli rettili, insetti). Il gatto
selvatico possiede un tipo di organizzazione sociale dove vige una
rigida ripartizione dello spazio tra individui dello stesso sesso (tra
maschi e femmine invece è possibile una sovrapposizione degli spazi).
Questo tipo di organizzazione sociale, sostanzialmente solitaria, non
permette a questa specie di raggiungere densità elevate in natura. Le
conoscenze finora acquisite sulla distribuzione di questo felide non
sono molte. Ciò è dovuto sia alla natura di questo animale,
particolarmente elusivo, sia alle difficoltà oggettive di identificarlo:
il gatto selvatico infatti viene spesso confuso con quello domestico.
E’
difficile definire con esattezza la consistenza e lo stato delle
popolazioni di questa specie. Tra i fattori di minaccia vi sono quelli
tristemente comuni a tutte le popolazioni selvatiche come la
modificazione e la frammentazione degli habitat e il bracconaggio, cui
se ne aggiunge, in questo caso, una più specifica e, per così dire
peculiare a questa specie: l’ibridazione con il gatto domestico che
incide a tal punto da essere considerata in alcune regioni d’Europa
addirittura il principale fattore di minaccia.
Dichiara Filomena Ricci, Direttore dell’Oasi WWF Gole del Sagittario
“Le
immagini sono state raccolte da due giovani ricercatrici e da una
stagista, Valentina Barone, Sefora Inzaghi e Camila Grigolo in
collaborazione con Piercarlo Di Giambattista della locale Coop. Daphne.
Sono impegnati nelle ricerche necessarie per redigere il Piano di
Gestione del Sito di Interesse Comunitario delle Gole del Sagittario.
Infatti, quest’area è considerata una tra le più importanti a livello
europeo per la biodiversità, ospitando Lupo, Orso bruno, Aquila reale e
decine di habitat particolarmente protetti a livello continentale. Ora
si aggiunge all’elenco delle specie presenti nella riserva il Gatto
selvatico di cui non avevamo informazioni in precedenza. La rete di
fototrappole che abbiamo attivato nell’area protetta ci sta dando
informazioni importantissime sull’uso delle varie aree della riserva da
parte delle diverse specie di mammiferi, dati che ci daranno indicazioni
importanti per la gestione dei vari ambienti e in particolare del bosco.
Possiamo svolgere queste ricerche grazie ai fondi di un bando del Piano
di Sviiluppo Regionale dell’Assessorato all’Agricoltura della
Regione
Abruzzo a cui abbiamo partecipato assieme al limitrofo comune di
Villalago, anch’esso incluso nel territorio del SIC con la sua Riserva
del Lago di San Domenico”.
Dichiara Dante Caserta, presidente f.f. del WWF Italia “Le oasi del WWF
in Abruzzo si confermano realtà dinamiche sul fronte della ricerca e del
monitoraggio ambientale. Il nostro paese è molto indietro sul rispetto
delle direttive europee 147/2009/CE (già direttiva 409/1979 “Uccelli”) e
43/92/CE “Habitat”. Infatti da oltre 20 anni i monitoraggi naturalistici
su specie ed habitat sarebbero obbligatori ma lo stato italiano ha
prodotto poco e nulla e solo a novembre 2012 è stato emanato un decreto
apposito per iniziare ad attuare le normative comunitarie. Voglio
sottolineare l’impegno di un piccolo comune di 400 abitanti come
Anversa
degli Abruzzi nella tutela della biodiversità in aree montane spesso
considerate, a torto, marginali. Grazie alla collaborazione con la
nostra associazione questo piccolo paese è diventato un vero e proprio
laboratorio all’aperto sulla biodiversità dove sono impegnati decine di
ricercatori e molti centri di ricerca tra università e strutture dello
stato. Un piccolo segnale di speranza per il nostro paese dove la
ricerca scientifica segna il passo”.
Le immagini (video e foto) sono scaricabili dal seguente link:
https://www.wetransfer.com/downloads/a1cd7c2853af17277b2cec8e6141c4622013020
6112438/c38cbe134318ba8788536d0707f3df5920130206112438/33bd26
Alcune immagini contengono erroneamente la data del 2009 ma solo a causa
di un difetto di settaggio delle fototraoppole. Tutte le immagini sono
state raccoltre tra dicembre 2012 e gennaio 2013.
INFO: 3683188739