Fiume Trigno e potabilizzazione dell’acqua, dopo l’intervento del WWF e grazie ad una norma regionale voluta da WWF e movimenti per l’acqua pubblica escono i primi documenti.
Fiume Trigno e potabilizzazione dell’acqua, dopo l’intervento del
WWF e
grazie ad una norma regionale voluta da WWF e movimenti per l’acqua
pubblica escono i primi documenti.
La Regione Abruzzo ha pubblicato sul B.U.R.A. i primi documenti relativi
alla situazione delle acque del Fiume Trigno.
Sono stati divulgati la determina del Dirigente con cui si classificano
le acque del fiume Trigno nella classe peggiore per quanto riguarda la
possibilità di potabilizzazione, con i relativi allegati. Si tratta di
un referto relativo ad analisi svolte sulle acque del fiume a monte
dell’opera di presa del potabilizzatore, di un verbale del gruppo di
lavoro sulla classificazione dei fiumi ai fini della potabilizzazione e
di una nota della ASL.
Da una prima analisi dei documenti emerge una cronistoria quantomeno
singolare per la durata del procedimento, visto che sono passati sette
mesi dal campionamento alla chiusura della derivazione sul Trigno
all’altezza di Lentella. Trattandosi di una vicenda connessa alla
potabilizzazione di acqua che poi viene distribuita alla popolazione il
WWF ritiene quanto accaduto sconcertante e meritevole di approfondimento.
Ricordiamo che il Decreto Legislativo 152/2006 dispone che bisogna
classificare da un punto di vista chimico-microbiologico i tratti di
fiumi che devono essere potabilizzati. Ovviamente questa classificazione
dovrebbe essere svolta prima dell’avvio delle acque al potabilizzatore.
Sulla base di precisi parametri e di analisi svolte mensilmente per
almeno un anno, le acque dei fiumi possono essere classificate in
quattro categorie: A1 (acque potabilizzabili con trattamenti leggeri,
essenzialmente disinfezione); A2 (acque potabilizzabili con trattamenti
più complessi); A3 (acque potabilizzabili solo con trattamenti spinti).
Le acque di queste prime tre classi possono quindi essere avviate alla
potabilizzazione, con trattamenti differenziali sulla base del diverso
grado di contaminazione presente nel fiume . La quarta e ultima classe
(NON CLASSIFICABILE), invece, rende le acque di quel tratto di fiume non
potabilizzabili se non in caso di emergenze.
Dalla lettura della determina e delle documentazione allegata si evince
quanto segue:
a)la ASL ha avviato tra il 2011 e il 2012 il periodo di monitoraggio
finalizzato alla classificazione del tratto di fiume Trigno interessato;
b)nell’ambito di questo monitoraggio il 18 giugno 2012 veniva raccolto
un campione che veniva inviato all’ARTA per le analisi.
c)l’ARTA il 13 agosto 2012 completava le analisi e il 29 agosto
trasmetteva alla ASL il referto;
d)il 18 ottobre 2012 si riuniva il comitato regionale per la
Classificazione ai fini della potabilizzazione durante il quale la ASL
proponeva la classificazione del fiume Trigno in categoria A3 (quindi
acqua potabilizzabile con trattamenti spinti);
e)nella stessa riunione l’ARTA si opponeva facendo notare che i
parametri non rientravano in questa categoria rendendo così le acque di
quel tratto del Trigno non classificabili (quindi non potabilizzabili);
f)il Comitato lo stesso 18 ottobre accettava la linea proposta
dall’ARTA
rispetto a quella avanzata dalla ASL e classificava di conseguenza il
Trigno nella categoria “non classificabile”;
g)il 23 novembre 2012 la ASL di Lanciano-Vasto provvedeva ad inviare
alla Direzione Sanità della Regione il parere sanitario sulla base del
verbale del Comitato per la Classificazione;
h)il 24 gennaio il Sindaco di S. Salvo emetteva l’ordinanza con cui si
vietava l’uso potabile dell’acqua nell’area industriale;
i)il 13 febbraio il Sindaco di S. Salvo revocava l’ordinanza, in quanto
il prelievo dell’acqua veniva spostato in un altro tratto più a monte,
anche sulla base di una Delibera della Giunta Regionale che disponeva
l’emergenza per l’approvvigionamento idrico nell’area.
Questi documenti sono stati pubblicati solo dopo la dura presa di
posizione del WWF sulla necessità di garantire massima trasparenza sulla
questione e grazie ad una norma della Legge regionale del 2010
introdotta allora dal Consiglio Regionale grazie agli emendamenti
proposti ai consiglieri dal WWF e dal Forum dei Movimenti per l’acqua
in
sede di audizione, a conferma del ruolo delle associazioni e dei
movimenti nel garantire la trasparenza in questioni così rilevanti.
Il comma 11 dell’Art.23 della Legge regionale 31/2010, ottenuto a suo
tempo grazie all’azione di WWF e Abruzzo Social Forum in Commissione
regionale così recita:
“11. La Direzione Sanità della Regione Abruzzo e, qualora sia il
proponente della richiesta di
classificazione, l’ATO, danno ampia divulgazione presso la popolazione
interessata dell’avvio della
procedura per la classificazione, mediante comunicazione preventiva sul
proprio sito WEB,
comunicato stampa e attraverso un adeguato numero di incontri pubblici
da svolgersi presso i
principali centri interessati. Tali incontri vengono pubblicizzati
mediante affissione di manifesti.
Durante il periodo di classificazione i referti dei controlli analitici
mensili necessari per la
classificazione stessa sono tempestivamente pubblicati sul sito WEB
della Direzione Sanità,
dell’ATO competente, della ASL e dell’ARTA entro una settimana dalla
loro acquisizione. ”
Il WWF, prima di esprimere una valutazione definitiva di quanto avvenuto
e quanto sta avvenendo, attende di procedere all’accesso agli atti che
permetterà a breve di esaminare tutta la documentazione esistente.