L’Ufficio della Consigliera di parità della Provincia entra d’ufficio, quale parte offesa, nei processi penali. Riconosciuto il “danno” ad un interesse collettivo
Il procuratore capo del Tribunale, Gabriele Ferretti, firma una direttiva destinata a fare giurisprudenza nella “discriminazione di genere”
Un provvedimento destinato a fare giurisprudenza e, ci si augura, a costituire un esempio per altri Tribunali italiani: la Consigliera di Parità della Provincia entra d’ufficio, quale parte offesa, nei processi che implicano forme di discriminazione di genere non solo in sede civile ma anche in sede penale.
A firmarlo, ieri mattina, è stato il procuratore capo del Tribunale di Teramo, Gabriele Ferretti, che lo ha consegnato adAnna Pompili, la Consigliera di parità che in questi mesi ha lavorato a questo risultato in collaborazione con gli uffici e le strutture del Palazzo di giustizia.
Il decreto legislativo 198/06 attribuisce già alle Consigliere di Pari Opportunità la legittimazione processuale ad agire in giudizio davanti al giudice del lavoro o al tribunale amministrativo mentre manca una analoga disposizione normativa per i procedimenti penali, ma, argomenta il Procuratore nella sua direttiva, non vi è alcun dubbio che i consiglieri e le consigliere di parità agiscono per la tutela di un interesse collettivo a prescindere dalla “sede” ove questo vada tutelato: sia essa civilistica o penalistica (VEDI ALLEGATO)
teramo 21 febbraio 2013