Teramo e Provincia

Parte la campagna nazionale contro il rischio chiusura dei Centri antiviolenza

Parte la campagna nazionale contro il rischio chiusura dei Centri antiviolenza

La Fenice. Numerose le iniziative in programma per sostenere il servizio della Provincia. Continua la raccolta fondi: assicura un contributo anche il Bim.


Riconoscere il Centro antiviolenza come uno dei servizi sociali essenziali, farlo entrare nei progetti dei Piani d’ambito sociale dei Comuni, lanciare un appello per far rifinanziare dalla Regione la legge 31 del 2008.

Queste le proposte avanzate del vicepresidente Renato Rasicci il 7 giugno dello scorso anno, quando riunì Comuni e Ambiti Sociali, Commissione Pari Opportunità e Commissaria di parità dell’ente per trovare una soluzione che consentisse al Centro di continuare ad assistere e supportare le donne vittime di violenza.

In quella occasione, Rasicci, chiese ai Comuni un contributo di 700 euro l’anno ai Comuni in considerazione del fatto che il Centro accoglie e assiste donne provenienti da tutti i centri della provincia.

Quella richiesta è stata rinnovata in questi giorni con una nota alle amministrazioni comunicali mentre è ufficialmente partita una Campagna di raccolta fondi con l’apertura di un conto corrente pubblicizzata con un banner e una sezione dedicata sul sito dell’ente www.provincia.teramo.it.

I versamenti in favore del Centro Antiviolenza “La Fenice” di Teramo, potranno essere eseguiti su un Conto corrente regolarmente intestato a: Provincia di Teramocod. IBAN IT 15R0555015300000000590673 inserendo la causale “Sostegno attività Centro Antiviolenza La Fenice di Teramo”.


I centri Antiviolenza sono a rischio chiusura in tutta Italia per il mancato rifinanziamento del Piano nazionale contro la violenza sulle donne e i drastici tagli agli enti locali.

E’ di questi giorni la campagna nazionale lanciata da D.i.Re – l’associazione Donne in Rete contro la violenza – con una piattaforma di cinque punti che, secondo l’associazione,  non deve mancare nel programma politico del futuro governo: fra questi, primo fra tutti,  il rinnovo del Piano nazionale contro la violenza alle donne del novembre 2010, con garanzia di stanziamenti economici adeguati e costanti ai Centri antiviolenza/Case rifugio su tutto il territorio nazionale anche da parte degli enti locali e riconoscimento del livello essenziale di assistenza sociale (LIVEAS) per la violenza contro le donne.

“Voglio ringraziare tutti quelli che si stanno adoperando per la sorte del Centro Antiviolenza a partire dalla Commissione Pari Opportunità, dalla Commissaria Anna Pompilii, all’Università, al Comitato delle donne Snoq – dichiara Rasicci –anche il Bim ha assicurato un contributo. Con queste risorse, che si aggiungono a quelle della Banca Popolare e quelle donate in seguito ad una raccolta fra i dipendenti, dal Corpo della Guardia di Finanza di Teramo,  cercheremo di riaprire il Centro anche se se con servizi ridotti. Nel frattempo, però, aderiamo ai punti programmatici dell’associazione Dire perché ad un servizio essenziale come questo va garantita una via di finanziamento stabile all’interno di un sistema integrato di servizi a supporto delle donne che subiscono violenza”.

Nei prossimi giorni saranno presentate le iniziative messe a punto dalla Commissione pari opportunità e dalla Commissaria di parità dell’ente in collaborazione con l’Università di Teramo.

Teramo 14 febbraio 2013

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