Teramo. L’Avv. Orlando Coco interviene in merito alla vicenda della Teramo Lavoro.
Riceviamo e Pubblichiamo.
Teramo. Visto e considerato da ultimo il bando pubblico per la costituzione di graduatorie di esperti, ma già anche l’aggiornamento di SHORT-LIST per l’affidamento di incarichi per la gestione amministrativa, economica e finanziaria, non posso non comunicare quanto segue, anche in merito a una replica fattami qualche tempo fa dal Presidente della Provincia, Valter Catarra, ove lui diceva di sorvolare su “disquisizioni giuslavoristiche” e che ”non sono un privato, non assumo o licenzio nessuno”, “nessun dirigente dell’ente è in grado di stipulare convenzioni coperte da impegni di spesa perché non abbiamo soldi in cassa né nei capitoli di spesa, che sono stati azzerati”, “anche se ho sempre detto che non appena muta la situazione rivedremo le decisioni assunte”.
E allora, dico io:
Il socio unico della Teramo Lavoro S.r.l. – Provincia di Teramo, rappresentato dal Presidente Valter Catarra, fa i licenziamenti alla Teramo Lavoro S.r.l. (a capitale interamente pubblico, costituita al fine di conferirle direttamente, in house providing, la titolarità di servizi della Provincia di Teramo) e immediatamente ricerca nuovo personale da impiegare nei Settori: con il suddetto bando pubblico e altro, quindi, la Provincia di Teramo aggrava senza dubbio il pregiudizio che deriva ai lavoratori licenziati e alla collettività.
Insomma, si licenzia in Teramo Lavoro S.r.l. per cause che non consentirebbero la prosecuzione neppure in via temporanea dei rapporti di lavoro e/o per necessità di cessazione dell’attività aziendale, eppure la società sussiste, è in vita, non è in liquidazione, neppure nella prima fase, e addirittura nell’arco di un mese la Provincia di Teramo ricerca nuovo personale da impiegare nei Settori.
Pertanto, i licenziamenti dei dipendenti della Teramo Lavoro S.r.l. sono anche immotivati.
La Provincia dovrà provare l’effettiva sussistenza delle ragioni tecniche o organizzative, il nesso tra le esigenze e i licenziamenti, e comunque dovrà provare che non vi siano nuove assunzioni, neanche della natura di cui ai suddetti bandi, nei successivi 6-8-12 mesi dai licenziamenti di cui sopra.
Semplicemente si riconoscano i diritti e si adempiano i doveri, altrimenti si corre il rischio di compiere abusi. E allora l’amministrazione provinciale faccia uscire la società da questa situazione di stallo e realizzi tutti gli adempimenti obbligatori: a prescindere dalle decisioni che saranno assunte rispetto al suo futuro, deve compiere gli atti riguardanti la gestione in corso, soprattutto in riferimento ai lavoratori.
Quindi, considerato che senza dubbio la situazione incomincia a mutare, visto che si stanno facendo bandi pubblici per molte figure da impiegare in Settori della Provincia ove sino al 31.12.2012 vi erano impiegati i lavoratori dipendenti licenziati della Teramo Lavoro S.r.l., il nuovo amministratore e il Presidente Valter Catarra, rappresentante il socio unico, dovrebbero rivedere le decisioni assunte e decidere un programma da attuare per riprendere tutti o in parte questi dipendenti licenziati.
L’Ente potrebbe anche decidere di mettere in liquidazione la propria società in house, ma gli ex dipendenti pubblici a tempo determinato ovvero quelli che sono transitati dalla Provincia alla Teramo Lavoro S.r.l. per effetto del trasferimento dei servizi, potrebbero essere reintegrati a tempo determinato nell’organico dell’Ente, “reinternalizzando” il personale precedentemente trasferito alla partecipata.
Oppure, l’Ente decide di non liquidare la Teramo Lavoro e riprendersi alcuni servizi e quindi alcuni dipendenti della società dovrebbero transitare a tempo determinato nella dotazione della Provincia.
Non si può negare che, secondo l’articolo 31 del D.Lgs. n. 165/2001, che richiama la normativa civilistica, è prevista una specifica tutela.
Gli ex dipendenti della Provincia di Teramo che sono transitati alla Teramo Lavoro S.r.l. per effetto del trasferimento dei servizi, hanno sostenuto una procedura concorsuale prevista dall’art. 1, commi 259 e 560 della Legge n. 296/2006 per accedere al Piano 2007 delle assunzioni dell’amministrazione provinciale; pertanto non dovrebbero avere problemi per la “reinternalizzazione” alla Provincia.
Senza dubbio va richiesto anche l’annullamento dei bandi, facendo anche istanza di sospensiva, per illegittimità degli stessi e vista la situazione di grave danno per molti lavoratori, in quanto a molti sarebbe sottratta, attraverso esclusioni, la possibilità di partecipare e/o di aggiudicarsi il lavoro. Per i lavoratori, oltre le conseguenze pregiudizievoli già verificatesi, si comporterebbe l’ulteriore minaccia di un pregiudizio imminente che si riferisce anche al pericolo di impedirgli il godimento del diritto alla reintegrazione in servizio nel proprio posto di lavoro, finanche al pericolo di impedirgli l’esercizio ed il godimento del diritto alla reinternalizzazione alla Provincia.
Pertanto, con deliberazione della Giunta Provinciale si adotti un atto di indirizzo rivolto ai Dirigenti dell’Ente affinché, preso atto della effettiva necessità di dare continuità ai servizi strumentali già dichiarati indispensabili ed indifferibili per l’adempimento dei compiti istituzionali dell’Ente, si ripristinino tutti o in parte i rapporti di lavoro della Teramo Lavoro S.r.l.
Oppure, con deliberazione del Consiglio Provinciale si impegnino la Giunta ed il Presidente.
In conclusione, dire che nessun dirigente dell’ente sarebbe in grado di stipulare convenzioni con Teramo Lavoro S.r.l. coperte da impegni di spesa perché non si hanno soldi in cassa né nei capitoli di spesa o dire che non appena muta la situazione si rivedranno le decisioni assunte, risulterebbe non corrispondente al vero se poi, nell’arco di un mese da quando i 110 sono senza lavoro, la Provincia di Teramo ricerca invece nuovo personale da impiegare nei Settori della Provincia ove sino al 31.12.2012 erano impiegati proprio i lavoratori dipendenti licenziati.
Mi pare chiaro che chi amministra la cosa pubblica, proprio perché non è un privato, deve sapere e non può non sapere; quindi egli ha il dovere di conoscere i mezzi del diritto in modo da riconoscere i diritti e non correre il rischio di compiere abusi.
Avv. Orlando Coco