Il Consiglio regionale dell’Abruzzo ha approvato una risoluzione sulle pensioni d’invalidità a difesa dei diritti di centinaia di migliaia di persone che rischiano di perdere il diritto sulla base di un’interpretazione dell’INPS e di recenti sentenze della Corte di cassazione.
La risoluzione proposta dai consiglieri Maurizio Acerbo (PRC), Antonio Saia (PdCI), Lucrezio Paolini (IdV) raccoglie l’appello lanciato dalla FISH (Federazione italiana per il superamento dell’handicap) e invita il Parlamento e il Governo a intervenire sul piano legislativo per fare chiarezza (http://www.fishonlus.it/2013/03/25/pensioni-di-invalidita-e-limiti-di-reddito-appello-al-parlamento/).
Ricodiamo che 850.000 persone rischiano di perdere la pensione perchè si vuole imporre che il reddito a cui fare riferimento non sia solo quello individuale, ma che debba essere sommato a quello del coniuge.
Attualmente il limite reddituale per ottenere la pensione di 260,27 euro mensili è fissato, per il 2011, a 15.154,24 euro
lordi, e scende a 4.470,70 euro lordi per l’assegno agli invalidi civili parziali. Finora si è tenuto conto del reddito personale, ma con la novità giurisprudenziale potrebbero essere revocate le provvidenze (assegni e pensioni, con esclusione dell’indennità di accompagnamento) ai titolari il cui reddito personale, già inferiore ai limiti fissati,
sommato a quello del coniuge dovesse invece superare i limiti stessi.
In altre parole, con questa pronunzia vi è il rischio più che concreto che l’INPS possa procedere a migliaia di revoche solo sulla base dei nuovi requisiti di reddito.
Si tratterebbe di un olocausto sociale che va assolutamente scongiurato.
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